Beni per 90 mln confiscati alla cosca Pesce di Rosarno. Anche 2 società di calcio

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Per 11 persone è scattata la sorveglianza speciale. Tra i beni confiscati anche ville di lusso nel reggino e nel vibonese, oltre alle squadre di calcio dove venivano riciclati i soldi

Beni per 90 mln confiscati alla cosca Pesce di Rosarno. Anche 2 società di calcio

Operazione dei carabinieri che ha permesso di apporre definitivamente i sigilli ai beni del potente clan. Per 11 persone è scattata la sorveglianza speciale. Tra i beni confiscati anche ville di lusso nel reggino e nel vibonese, oltre alle squadre di calcio dove venivano riciclati i soldi

 

REGGIO CALABRIA – La confisca di un patrimonio per un totale di 90 milioni di euro è stata portata a termine stamani dai carabinieri del Ros, unitamente ai militari del comando provinciale di Reggio Calabria e al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che hanno eseguito 12 decreti emessi dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione misure di prevenzione.
Il patrimonio sottoposto a confisca è costituito da beni immobili, beni mobili registrati, attività commerciali e disponibilità finanziarie ritenuti frutto delle attività delittuose commesse dagli capi e dagli affiliati di rilievo della cosca di ‘ndrangheta dei Pesce di Rosarno, egemone nella Piana di Gioia con ramificazioni in tutto il territorio nazionale e, particolarmente in Lombardia.
Sono stati sottoposti a confisca imprese e società, comprensive del loro patrimonio aziendale – per totali 14 attività economiche operanti – in regime di monopolio mafioso – nel settore dei trasporti, agrumicolo, della vendita di carburanti e lubrificanti e dell’abbigliamento; 2 società di calcio dilettantistico, alimentate con i proventi delle estorsioni e utilizzate per allargare le conoscenze, le relazioni e gli affari della cosca; vasti appezzamenti di terreno agricolo, coltivati ad agrumeto e kiwi, per un’estensione di oltre 300 mila metri quadri.
E poi: 19 beni immobili tra i quali sono ricomprese due ville di pregio, di cui una al centro di Rosarno e l’altra sul promontorio di Capo Vaticano, nonchè un vasto complesso sportivo; numerosi veicoli sia ad uso privato che commerciale, alcuni dei quali già assegnati alle forze di Polizia per il loro utilizzo negli specifici servizi di contrasto al fenomeno mafioso; plurimi rapporti finanziari bancari, postali e assicurativi.
Nella stesso contesto 11 persone, ritenute al vertice dell’organizzazione, sono state sottoposte al provvedimento della sorveglianza speciale con l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

I destinatari della sorveglianza speciale
L’operazione “All Clean”, con la quale sono stati confiscati beni per 90 milioni di euro alla cosca Pesce di Rosarno, ha portato anche all’applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza ed il versamento di una cauzione in denaro, nei confronti di undici persone. Si tratta di:
1. Antonino Pesce, 60 anni, inteso “Testuni”, indiscusso vertice della potente cosca, già detenuto in regime di 41 bis nonché recentemente condannato, dal Tribunale di Palmi, nell’ambito del procedimento penale “All Inside”, alla pena della reclusione per 28 anni, destinatario della sorveglianza speciale 5 anni;
2. Francesco Pesce, 35 anni, inteso “Ciccio Testuni”, primogenito del capocosca Antonino, recentemente condannato dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, nell’ambito del procedimento penale denominato “All Inside”, destinatario della sorveglianza speciale per 4 anni;
3. Marcello Pesce, 49 anni, inteso “U Ballerinu”, nipote del patriarca e boss mafioso deceduto “Peppe” Pesce, nonché cugino di Antonino, latitante e recentemente condannato, dal Tribunale di Palmi, nell’ambito del procedimento penale “All Inside”, destinatario della sorveglianza speciale per 4 anni;
4. Domenico Arena, 59 anni, detto “Mimmo”, cognato del “gerarca” Vincenzo Pesce, recentemente condannato dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, nell’ambito del procedimento penale denominato “All Inside”, destinatario della sorveglianza speciale per 4 anni;
5. Roberto Matalone, 36 anni, genero del capocosca Antonino Pesce ed elemento di spicco, con ruoli operativi sotto la direzione del cognato Francesco Pesce, recentemente condannato nell’ambito del procedimento penale “All Inside”, destinatario della sorveglianza speciale per 3 anni;
6. Domenico Leotta, 53 anni, inteso “U Longu”, elemento di spicco con ruoli operativi, sotto la direzione dei boss Francesco Pesce e Marcello Pesce, soprattutto nel settore della droga e delle armi, condannato nell’ambito del procedimento penale”All Inside”, destinatario della sorveglianza speciale per 3 anni;
7. Maria Grazia Messina, 71 anni, suocera del capocosca Antonino Pesce, con un ruolo economico – operativo all’interno del gruppo criminale, destinataria della sorveglianza speciale per 3 anni;
8. Rocco Rao, 52 anni, nipote del boss Peppino Pesce e cugino di Antonino Pesce, ritenuto finanziatore della cosca attraverso il riciclaggio, con le proprie attività commerciali, di assegni bancari provento delle estorsioni e condannato nell’ambito del procedimento “All Inside”, destinatario della sorveglianza speciale per 3 anni;
9. Franco Rao, 49 anni, inteso “U puffo//U nano”, anch’egli nipote del boss Peppino Pesce e cugino di Antonino Pesce, ritenuto finanziatore della cosca attraverso il riciclaggio, con le proprie attività commerciali, di assegni bancari provento delle estorsioni e condannato nell’ambito del procedimento “All Inside”, destinatario della sorveglianza speciale per 3 anni;
10. Domenico Varrà, 59 anni, inteso “Mister, ritenuto il faccendiere della cosca Pesce, delegato a curare gli interessi primari della cosca anche afferenti il mondo del calcio, recentemente condannato nell’ambito del procedimento penale “All Inside”, destinatario della sorveglianza speciale per 3 anni;
11. Francesco Di Marte, 50 anni, inteso “U Tetenna”, considerato con una caratura di assoluto rilievo in seno alla “cosca pesce” nella quale riveste incarichi operativi nel settore del traffico di sostanze stupefacenti e delle estorsioni e compiti di intermediazione con l’esterno, destinatario della sorveglianza speciale per 3 anni.

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