25 aprile, ottant’anni dalla liberazione del fascismo

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“La memoria non si può fermare perché è figlia del vento e del mare”

W IL 25 APRILE
W LA FESTA DI LIBERAZIONE DELL’ITALIA DAL NAZIFASCISMO

80° anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo
50° anniversario posa della prima pietra del porto di Gioia Tauro

25 aprile 1945. Quest’anno ricorre l’80° anniversario della liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e dalla dittatura del ventennio fascista.

Anche la Calabria, come il resto d’Italia, fu occupata dalle truppe tedesche e, dal 1943 al 1945, la parte di calabresi antifascisti diede il suo contributo alla resistenza e alla lotta partigiana di liberazione nazionale.

Un ruolo importante, nella resistenza, e non secondario, lo ebbero le donne partigiane, agendo come staffette, raccogliendo informazioni, fornendo assistenza ai partigiani e supportando la popolazione civile.

Il 25 aprile del 1945 i partigiani e gli italiani antifascisti conquistano tutti i loro diritti delle libertà individuali e collettive. Spetta a Noi saperli difendere ora e sempre!

… “Se volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché è lì che è nata la nostra Costituzione.” … (Piero Calamandrei, discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza, Milano, 26 gennaio 1955)

Bella ciao
«Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»

25 aprile 1975. “La posa della prima pietra del porto di Gioia Tauro”

Il 25 aprile del 2025 ricorre, a Gioia Tauro, il 50° anniversario della posa della prima pietra per la costruzione del Porto di Gioia Tauro.

Oggi tra i più importanti porti di transhipment a livello Internazionale e Mondiale, che ha raggiunto il suo massimo storico movimentando nel 2024 con MCT 3,94 milioni di Teu (l’11% in più rispetto all’anno precedente) e oltre 300.000 autovetture da parte di Automar.

E a pensare che, alla fine degli anni ’70, il Governo lo voleva completamente interrare perché ritenuto inutile, dopo la decisione che era stata assunta di non realizzare più il V Centro Siderurgico.

Il Porto fu completato a colpi di scioperi da parte di tutte le maestranze edili e marittimi che vi lavoravano, sostenute dalle OO.SS. unitarie Cgil-Cisl-Uil e dalla popolazione della Piana e della Calabria intera.

Sul completamento di questa grande infrastruttura portuale la Piana di Gioia Tauro, politicamente divisa su tutto, si presentò sempre tutta unita: sinistra, centro e destra, assieme all’intera Regione Calabria e quella sfida fu vinta.

Non possiamo permetterci il lusso che il porto, così importante, possa andare a finire nelle mani della ‘ndrangheta, perché appartiene a tutti Noi, frutto delle nostre battaglie e della Calabria intera!

…25 aprile 1975 …* “Ci recammo, quel giorno, alla manifestazione, alcune migliaia di manifestanti provenienti da tutti i comuni della Piana di Gioia Tauro e, tra questi, c’erano lavoratori occupati, disoccupati, pensionati, braccianti, edili, marittimi, uomini, donne, provenienti da tutta la Piana e i giovani in attesa di una prima occupazione che, sventolavano le bandiere rosse.

L’attesa di quel giorno solenne era stata grande così come le aspettative di un intero popolo calabrese.
Quel giorno ritenevamo che tutte le nostre speranze si potessero presto concretizzare prima con il lavoro necessario per la costruzione del porto e dopo con la realizzazione del V Centro Siderurgico, con i 1.300 miliardi di vecchie lire stanziati dal Governo, che avrebbe dovuto creare quei 7.500 posti di lavoro promessi e così importanti e necessari per noi tutti perché avrebbero finalmente offerto un futuro e una vita migliore a tutti noi, attraverso quel nuovo modello di sviluppo proposto dall’alto da parte del Governo Colombo per la Piana di Gioia Tauro, dopo la rivolta di Reggio Calabria, con il suo bel pacchetto d’investimenti che riguardavano la Calabria e la Sicilia.

Quel 25 Aprile, oltre a festeggiare la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, assumeva per tutti noi anche il valore e il significato di una liberazione più ampia, che riguardava la povertà, la miseria in cui versavano migliaia di famiglie, la disoccupazione; ma era anche l’attesa di una liberazione dalla ‘ndrangheta, da questa mala pianta che si stava appropriando del territorio e che aveva iniziato la sua opera di assoggettamento delle persone ai loro voleri.

Era l’attesa di un lavoro onesto e dignitoso, rispettoso della dignità dei lavoratori e dei contratti collettivi di lavoro. Valori tutti che avrebbero rafforzati i sani principi costituzionali di giustizia sociale e di legalità.” …

*Dal libro “La Città tra i due fiumi”

BUON 25 APRILE A NOI TUTTI!
W IL 25 APRILE

Di Aldo Alessio