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Lamezia, lunedì l’inaugurazione di via Vincenzo De Filippis

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Si tratta della strada che porta da via del Progresso al futuro Centro polifunzionale per l’inserimento sociale degli immigrati extracomunitari sul quale il Comune ha ottenuto il finanziamento del Pon sicurezza

Lamezia, lunedì l’inaugurazione di via Vincenzo De Filippis

Si tratta della strada che porta da via del Progresso al futuro Centro polifunzionale per l’inserimento sociale degli immigrati extracomunitari sul quale il Comune ha ottenuto il finanziamento del Pon sicurezza

 

 

Lunedì, nel giorno della sua nascita, alle ore 12, il Comune inaugurerà la via intitolata a Vincenzo De Filippis. La nuova via De Filippis è la strada che porta da via del Progresso al futuro Centro polifunzionale per l’inserimento sociale degli immigrati extracomunitari (ex Palazzo della Cultura) sul quale il Comune ha ottenuto il finanziamento del Pon sicurezza di 1.964.043 euro. All’inaugurazione parteciperanno, insieme al sindaco Gianni Speranza e alla giunta, il sindaco di Tiriolo, Giuseppe Lucente, Totò Montuoro, presidente dell’associazione che ha proposto l’intitolazione della strada al martire della Repubblica napoletana.
Vincenzo De Filippis, nacque a Tiriolo il 15 aprile del 1749 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Fu allievo del Real Collegio gesuita di Catanzaro. Nel 1769 si recò a Napoli dove fu allievo del grande economista Antonio Genovesi. Nella città partenopea ebbe modo di frequentare gli ambienti illuministici entrando in contatto fra gli altri con la poetessa Eleonora Pimentel Fonseca e il giurista Mario Pagano. Proseguì in seguito gli studi in matematica e filosofia presso il collegio Ancarano dell’Università di Bologna, dove fu discepolo del matematico Sebastiano Canterzani. Conseguito il dottorato, nel 1777 ritornò al paese natale dove si sposò, rimase in relazione epistolare con gli studiosi di Napoli e di Bologna, e scrisse importanti opere di filosofia e matematica. Nel 1787 ottenne la cattedra di matematica al Real Collegio di Catanzaro ed ebbe, fra i suoi discepoli, Giuseppe Poerio. Gli scritti di De Filippis sono andati tuttavia dispersi, tranne una relazione sui terremoti del 1783 e del 1789 inviata al Canterzani.
Le cattive condizioni di salute lo spinsero ad abbandonare l’insegnamento nel 1793.
Nel 1799 è fra i principali artefici della Repubblica Napoletana. Il 25 febbraio 1799, con la nomina di Ignazio Ciaia alla guida della Repubblica napoletana in sostituzione di Carlo Lauberg, Vincenzo De Filippis entrò nel governo come ministro degli Interni, succedendo a Francesco Conforti. Con la caduta della Repubblica, venne messo a morte per impiccagione in Piazza Mercato (28 novembre 1799) assieme ad altri sette patrioti.