Trame, un successo di pubblico e di dibattiti. Tra gli ospiti la vedova di Manganelli
Giu 21, 2013 - redazione
Adriana Piancastelli ha presentato il libro che il marito scrisse poco prima di morire “Il sangue non sbaglia”. Ospite anche Giuseppe Gullotta, l’uomo che ha scontato 21 anni di carcere da innocente perchè accusato della strage di Alcamo. Domenica si chiude ma la terza edizione è già un grande evento
Trame, un successo di pubblico e di dibattiti. Tra gli ospiti la vedova di Manganelli
Adriana Piancastelli ha presentato il libro che il marito scrisse poco prima di morire “Il sangue non sbaglia”. Ospite anche Giuseppe Gullotta, l’uomo che ha scontato 21 anni di carcere da innocente perchè accusato della strage di Alcamo. Domenica si chiude ma la terza edizione è già un grande evento
LAMEZIA TERME (CATANZARO) – A metà del guado della terza edizione Trame 3 conferma quanto di buono si era già visto e regala un successo incredibile di partecipazione, con una Lamezia boccheggiante per il gran caldo presa letteralmente d’assalto in queste sere per le presentazioni dei libri, la proiezione di film e i concerti che si susseguono per tutta la giornata. Per le strade di Nicastro è assai curioso vedere sciamare una folla di persone, giovani e meno giovani, che si sposta da un luogo all’altro delle decine di iniziative, con le magliette e le borsette rosse con il logo di Trame. Per cercare, magari, di non perdere nulla di quanto dice Gaetano Saffioti (l’imprenditore-coraggio di Palmi) o la vedova di Antonio Manganelli, o partecipare al laboratorio cinematografico con Mimmo Calopresti. Lamezia torna così ad essere, per il terzo anno consecutivo, sede di un festival che poco ha da invidiare ai grandi eventi dei festival nazionali su altri grandi temi, come quelli di Perugia o di Mantova: grande partecipazione locale, ospiti di assoluto livello in un’operazione ardita e complessa, come non si nasconde Gaetano Savatteri, direttore artistico del Festival. “Noi – dice – vogliamo cogliere i segnali di speranza e di cambiamento che, a volte sottotraccia, si muovono in Italia e in Calabria. Abbiamo scelto l’impegno delle donne per questo, perché con la loro esperienza stanno determinando vere rivoluzioni sociali”. Nei palazzi storici del centro di Nicastro e nelle piazze si consuma, in realtà, non solo un festival. “Trame in effetti – dice Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana editori – è una cosa diversa perché ha una cifra di autenticità. Probabilmente è proprio la sua sede a dare profondo spessore civile a questo festival di libri sulla mafia. E’ una festa della mente, della cultura, dell’impegno, dei libri e dell’editoria”. Oggi e domani altri dibattiti, poi domenica la conclusione col ministro Massimo Bray. “Siamo contenti perché – dice il padrone di casa, il sindaco Gianni Speranza – abbiamo fortemente voluto Trame 3 nonostante i tagli cui sono sottoposti tutti gli enti locali. Vogliamo continuare ad investire sulla cultura perché crediamo sia qui il senso vero di una lotta per la legalità e contro le mafie”.
VEDOVA MANGANELLI: LIBRO MIO MARITO E’ UN TESTAMENTO
Nel corso della terza edizione di Trame festival dei libri sulle mafie diretto da Gaetano Savatteri, Adriana Piancastelli -Manganelli ha raccontato il libro “Il sangue non sbaglia” edito da Rizzoli e scritto da suo marito Antonio Manganelli poco prima di morire. “”Il sangue non sbaglia” – dice la Piancastelli Manganelli – è un libro nato nelle giornate di Houston dove Antonio si è riempito di ricordi ed ha cominciato una terapia. Questo libro inizialmente doveva essere una autobiografia ed è finito col diventare un ottimo testamento pieno di esperienze, di sorrisi, di dolori e di vita in cui non c’è mai stato un spazio per un profumo di morte. Il protagonista del libro, l’ispettore Galasso, non è mio marito ma è un puzzle dei vari poliziotti conosciuti nel corso della sua vita. “Il sangue non sbaglia è un vero giallo vissuto da chi la strada l’ha fatta, in cui Antonio ha saputo coniugare l’esperienza ad una raffinatissima preparazione giuridica. Sono convinta che Antonio sapesse dal primo momento che questo romanzo servisse ad accendere una luce e ad indicare un percorso nella maniera più semplice possibile. L’attentato che subisce l’ispettore Galasso fa parte della quotidianità di ciascun poliziotto. Il mestiere del poliziotti è un mestiere diverso da qualsiasi altro chi sceglie di indossare la divisa accetta tutti i rischi che ne conseguono”.
GIUSEPPE GULOTTA, ASSOLTO DOPO VENTUNO ANNI DI CARCERE, AL FESTIVAL TRAME.3
Giuseppe Gulotta, accusato insieme ad altri due giovani di aver commesso la strage di Alcamo, partecipa alla terza edizione del festival Trame diretto quest’anno da Gaetano Savatteri, in occasione della presentazione del suo libro, “Alkamar”. Gulotta si era sempre proclamato innocente. Ma sono passati 36 anni, ben 21 dei quali trascorsi in carcere, tre sentenze definitive e un lungo processo di revisione, prima che la giustizia gli desse ragione. Gullotta ora ha 55 anni, e per la prima volta tornerà di nuovo a quella vita che avrebbe voluto fino al 27 gennaio del 1976, quando i binari tranquilli di un’esistenza siciliana deragliarono all’improvviso. Alla domanda su cosa ne pensa del Festival Trame e su quali sono le sue aspettative future su eventi come questo, Gulotta risponde che sarà anche troppo difficile e rischioso, ma tenere alta l’attenzione sulle mafie è e deve rimanere un aspetto importantissimo e mai trascurabile, senza avere paura di denunciare la realtà dei fatti. Nel suo personalissimo e in merito alla sua esperienza in carcere da innocente dichiara: “Il carcere non mi ha cambiato, mi ha reso solo più ragionevole. Negli anni di prigionia mi isolavo spesso nella mia cella rifiutandomi di partecipare alla classica ora
d’aria. Da innocente ho accettato comunque una sentenza indiscutibile, con la speranza che un giorno la verità potesse venire a galla. Dopo tanti anni finalmente una richiesta di revisione e l’assoluzione piena per non aver commesso il fatto, proprio in questa regione, a Reggio Calabria”. Infine, alla domanda se abbia o meno ricevuto messaggi di solidarietà dall’arma dei Carabinieri e dallo Stato Italiano, risponde che ciò non è ancora avvenuto e le loro scuse non se le aspetta ormai più; scuse che a suo parere sarebbero dovute arrivare prima che a lui, alle famiglie dei due carabinieri morti.