Dura nota del presidente di Meridione in movimento
“La calabria affonda, la politica invece che fa?”
Dura nota del presidente di Meridione in movimento
Riceviamo e pubblichiamo:
Certo, lo sappiamo tutti, c’e’ la crisi, non c’è’ lavoro, le cose non vanno molto bene.
Ma un conto e’ parlarne, un altro e’ scoprire che la situazione e realmente drammatica, sopratutto nella ns. Regione.
È dei giorni scorsi, infatti, la pubblicazione del rapporto annuale della banca d’Italia, (sede Calabria) sulla situazione economica che ci riguarda; ed il quadro che ne emerge dipinge una situazione a tinte fosche; nel 2012 l’attività economica in Calabria ha subito un forte calo in tutti i principali settori. Il PIL regionale è diminuito del 3 per cento, in misura superiore al Mezzogiorno e all’Italia: la fase recessiva nel 2012 si è acuita e l’occupazione è diminuita più che nel resto d’Italia.
I dati presentati nel rapporto annuale hanno il sapore più amaro degli ultimi anni. I record sono tutti al negativo: calo consumi famiglie, calo investimenti, calo spesa PA, esportazioni ridotte, riduzione del 3 per cento del PIL regionale, calo considerevole dell’occupazione. Si sono persi 36mila posti di lavoro negli ultimi anni.
Vediamo in sintesi i dati principali del Rapporto.
In base alle indagini della Banca d’Italia su un campione di imprese calabresi dell’industria in senso stretto, si è avuto un calo del fatturato. Il calo della domanda e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento hanno determinato una riduzione degli investimenti da parte delle imprese.
Le esportazioni di merci della regione hanno ristagnato, dopo il recupero dell’anno precedente. Tra i principali comparti di specializzazione, hanno tenuto le vendite all’estero dell’agroalimentare, mentre si sono drasticamente ridotte quelle del settore chimico.
Si è accentuata la crisi del settore delle costruzioni in atto dal 2007, cui ha contribuito il forte calo delle compravendite nell’edilizia residenziale.
Il settore dei servizi ha risentito della diminuzione della domanda interna. E’ diminuita anche la spesa dei turisti provenienti dall’estero. Dopo la breve inversione di tendenza verificatasi nel 2011, l’occupazione in Calabria è tornata a contrarsi, con un calo sensibilmente più marcato di quello osservato nel Mezzogiorno e in Italia. La riduzione ha interessato nel 2012 anche la componente femminile, che era risultata in crescita nei precedenti due anni. Tra i settori, quello delle costruzioni ha perso dal 2008 oltre un quarto degli occupati.
Il tasso di disoccupazione in Calabria è aumentato più di quanto sia avvenuto nel Mezzogiorno e in Italia. Dal 12,7 per cento si è passati al 19,3 per cento, quasi il doppio della media italiana e superiore a quello medio del Mezzogiorno. L’aumento del tasso di disoccupazione ha riguardato sia gli uomini e sia le donne. La disoccupazione è aumentata soprattutto nelle fasce di età più giovani: il tasso di disoccupazione per i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni è aumentato dal 40,4 al 53,5 per cento, quello per la fascia di età 25-34 dal 19,8 al 28,1 per cento. Il tasso di disoccupazione è aumentato per tutti i livelli di istruzione in Calabria come in Italia.
Nel corso del 2012 il credito erogato dagli intermediari bancari alla clientela residente in Calabria, è diminuito rispetto all’anno precedente.
I prestiti bancari alle famiglie, si sono ridotti.
Una simile dinamica ha riguardato anche il settore produttivo, per effetto della diminuzione del credito concesso alle imprese di piccole dimensioni. La riduzione dei finanziamenti ha interessato tutti i settori di attività, in particolare quello delle costruzioni.
Fin qui, il rapporto di Banca d’Italia, che non può certo essere definito come organo politico di parte, di nessuna parte politica.
Se a tutto ciò si aggiunge, la riduzione dei servizi essenziali, a causa dei continui tagli imposti dal governo centrale, che penalizzano principalmente proprio i territori più deboli, l’incremento di tutte le imposte a carattere regionale (addizionali), la carenza di adeguate infrastrutture che aumentano il GAP con i territori del nord dell’Italia, la chiusura degli ospedali, prima che i nuovi vengano realizzati, la spazzatura che ormai ci sommerge, ben si capisce come la situazione in Calabria sia esplosiva, quindi, ben più grave che nel resto della nostra penisola.
A ben guardare si intuisce come non solo il divario con il resto del paese non si sia assottigliato, ma al contrario negli ultimi tempi la forbice sia aumentata.
La cosa che, tuttavia, maggiormente ci rattrista e osservare come tutto ciò avvenga nell’indifferenza totale, prima nostra e poi di chi ci rappresenta.
E’ come se il popolo calabrese, sapesse solo lamentarsi, immerso in una palude di sabbie mobili, incapace di comprendere, di decidere, di autodeterminarsi, ripetendo sistematicamente gli stessi errori. Primo tra tutti quello di non sapersi munire di una rappresentanza politica a cui stia effettivamente a cuore il bene comune e non il proprio tornaconto personale, o quello dei propri amici; una rappresentanza politica, che sappia difendere il proprio territorio ed il suo popolo, rivendicando rispetto a tutti i governi a trazione nord-centrica, attuali e degli ultimi venti anni, le giuste istanze dei propri cittadini, abbandonando, finalmente, una politica fatta solo di proclami e di spot e sistematicamente smentita da tutti i dati e da tutte le analisi macroeconomiche.
E giunto il momento che i calabresi aprano gli occhi e si rendano protagonisti del proprio destino, e’ giunto il momento che i calabresi si muovano.
Meridione in Movimento
Il Presidente
Saverio Goffrè