Ecco la nota esplicativa del movimento politico-culturale
Legge anticorruzione, Cittadinanza Mediterranea spiega di cosa si tratta
Ecco la nota esplicativa del movimento politico-culturale
La Legge anticorruzione 6.12.2012, n° 190 ed il relativo Decreto Legislativo 8.4.2013, n° 39, anche se con ritardo, sono state meritoriamente adottate dal Parlamento e dal Governo italiani, in armonia con la Convenzione dell’ONU 31.10.2003 e con la Convenzione penale sulla corruzione sottoscritta a Strasburgo il 27.1.1999.
Sono Leggi già vigenti ma ci appaiono ancora semisommerse e che stentano ad essere attuate ed osservate nella loro contestualità, certamente ancora poco note ai cittadini nel senso che, a nostro parere, se ne sta “parlando” poco.
Non è questa la sede per un ampio approfondimento sulla materia, che rinviamo ad un prossimo convegno su iniziativa del nostro Movimento, ma, torna certamente opportuno , intanto, un intervento divulgativo e di stimolo.
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In estrema sintesi, la prima delle due Leggi, inasprisce i provvedimenti contro la corruzione, detta interessanti norme sia sull’Autorità competente che in materia di piano nazionale anticorruzione, interviene sul collocamento fuori ruolo dei magistrati e delega il Governo alla emanazione di norme in materia di trasparenza amministrativa, incompatibilità sugli incarichi dirigenziali e incandidabilità per sentenze di condanna.
L’Autorità nazionale anticorruzione viene individuata nella Commissione per la trasparenza e l’integrità delle Amministrazioni Pubbliche già prevista da precedente disposizione di Legge. Essa, tra altre competenze, opera in maniera coordinata con le Organizzazioni internazionali competenti sulla stessa materia, approva il Piano nazionale anticorruzione, esercita la vigilanza ed il controllo sulla applicazione e sull’efficacia delle misure adottate dalle pubbliche amministrazioni e previste da questa stessa Legge, riferisce annualmente, al Parlamento, sia sull’attività anticorruzione effettivamente svolta che sull’efficacia delle disposizioni. Il Piano Nazionale anticorruzione sarà predisposto dal Dipartimento della funzione pubblica.
A quest’ultimo fa capo l’attività operativa che, attraverso il Piano, deve assicurare il coordinamento nell’attuazione delle strategie di prevenzione e contrasto della corruzione e dell’illegalità.
In questa attività sono coinvolti anche i Prefetti che, ove richiesti, forniscono, agli Enti locali, il necessario supporto tecnico ed informativo. Nell’Amministrazione statale, sono previsti Dirigenti amministrativi di ruolo quali “Responsabili” incaricati all’attività di prevenzione della corruzione; negli Enti locali, di norma, tale Responsabile è il Segretario ma sono previste anche diverse determinazioni purché motivate.
La Legge, inoltre, disciplina, molto analiticamente, le competenze ed i doveri dei Responsabili ed i contenuti dei Piani settoriali che devono essere definiti dalle pubbliche amministrazioni centrali e trasmessi al Dipartimento della funzione pubblica.
Un ruolo fondamentale, per il perseguimento dei fini anticorruzione, è affidato, dalla Legge, alla “trasparenza dell’attività amministrativa” per cui, questa, costituisce livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili voluti dalla Costituzione. A tale fine, viene resa obbligatoria la chiara pubblicazione, in rete, delle informazioni relative ai provvedimenti ed ai procedimenti amministrativi, allo stato delle procedure ed allo specifico Ufficio competente.
La Legge prevede una serie di deleghe al Governo, tra cui, la emanazione di Decreti legislativi in materia di disciplina degli illeciti collegati al superamento dei termini di definizione dei procedimenti e relative sanzioni ed in materia di inconferibilità ed incompatibilità degli incarichi. Queste deleghe sono espresse attraverso la fissazione di precisi e circostanziati principi e criteri cui, il Governo, deve attenersi.
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Su tale stimolo è stato anche già emanato il Decreto Legislativo 39/2013 che si caratterizza, intanto, per le precisazioni che, il legislatore, ha voluto fornirci sulla terminologia in seno al testo di Legge; cosicché, è fornito un chiaro quadro di cosa deve intendersi, ad esempio, per “enti pubblici” o per “enti di diritto privato regolati o finanziati” o per “componenti di organi di indirizzo politico” o, infine, per “inconferibilità” o “incompatibilità”.
E’ un apprezzabile sforzo per le trasparenza, particolarmente adatto ad un testo che la propugna.
Non è questa, la sede per ulteriormente dilungarci ma ci limitiamo ad evidenziare il ruolo consequenziale dato alla “condanna non definitiva”; ruolo che, anche se non molto garantista, ben si attaglia alla delicatezza ed alla limpidezza che dovrebbero essere garantite dagli incarichi e dalle funzioni pubbliche rientranti in questa fattispecie: incarichi amministrativi di vertice in amministrazioni pubbliche e simili.
Innovative, certamente, appaiono le disposizioni che prevedono il collocamento temporaneo fuori ruolo dei Magistrati di ogni ordine (ordinari, contabili, militari) e degli avvocati e procuratori dello Stato. Tali disposizioni producono effetti anche sugli incarichi in corso alla data di entrata in vigore della Legge (novembre 2012). Per questi periodi di collocamento fuori ruolo è previsto anche un limite: sono consentiti fino ad un massimo di dieci anni nel corso di tutto il periodo lavorativo dell’interessato.
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Abbiamo solo voluto fungere da promemoria con la velleità anche di essere provocatori della diffusione di informazioni molto utili per il cittadino. E’ nei compiti statutari del nostro Movimento, la diffusione della cultura del rispetto delle regole e, tale compito, assume maggiore validità di fronte a queste regole di civilizzazione e miglioramento del sistema pubblico e di fronte alla lamentata indifferenza del sistema verso la piena osservanza di queste regole per cui, saremo grati se sarà data diffusione alla presente nota attraverso codesto Organo.
Grazie.
CITTADINANZA MEDITERRANEA
Movimento politico-culturale
Avv. Elena Ines Latella
Portavoce cittadino