Ance Reggio Calabria lancia l’allarme: «Investimenti per costruzioni in calo e all’orizzonte la mannaia del Trise»
Nov 02, 2013 - redazione
La Calabria è la regione più povera per reddito pro capite. La drammatica fotografia scattata da Svimez nel suo annuale rapporto è aggravata dalla prospettiva del nuovo tributo che colpisce anche la prima casa e disincentiva gli investimenti immobiliari
Ance Reggio Calabria lancia l’allarme: «Investimenti per costruzioni in calo e all’orizzonte la mannaia del Trise»
La Calabria è la regione più povera per reddito pro capite. La drammatica fotografia scattata da Svimez nel suo annuale rapporto è aggravata dalla prospettiva del nuovo tributo che colpisce anche la prima casa e disincentiva gli investimenti immobiliari
La vitale fase della ripresa economica potrebbe allontanarsi ulteriormente con l’approvazione della legge di Stabilità, oggi una bozza al vaglio delle Camere, contenente la riforma della fiscalità immobiliare e l’introduzione della cosiddetta Trise. Il nuovo Tributo rifiuti e servizi comunali produrrebbe inasprimenti della tassazione sulla prima casa e sulla seconda non locata, tali da segnare aumenti rispettivamente del 72% e del 19%. Tassi che questa normativa renderebbe ancora più gravosi, affondando ulteriormente un settore, quello edilizio, già fortemente compromesso dal calo degli investimenti.
Ance Reggio Calabria, da tempo in prima linea per denunciare le difficoltà del tessuto produttivo locale, invoca un’immediata inversione di tendenza che parta proprio dalla modifica della bozza della legge di Stabilità. Una necessità imposta, peraltro, dai recenti esiti della ricerca condotta anche nel settore edilizio da Svimez (Associazione per lo Sviluppo Industriale nel Mezzogiorno).
Nel comparto dei costruttori il valore aggiunto è sceso del 6,9% nel Mezzogiorno e del 6,1% nel Centro-Nord, a fronte di investimenti che continuano a diminuire. «In un contesto così provato dalla crisi – evidenzia Ance Reggio Calabria – piuttosto che introdurre tributi, servirebbe adottare nuove politiche di rilancio a sostegno del recupero e della valorizzazione del patrimonio, della riqualificazione energetica delle costruzioni e a supporto delle famiglie, oggi escluse dai mutui per la stretta creditizia»,
«Una situazione di estrema difficoltà – continuano i costruttori reggini sposando le conclusioni del rapporto Svimez 2012 – che richiede interventi tempestivi da parte del Governo per lo sviluppo di canali di finanziamento alle imprese alternativi al credito bancario. Parliamo del Fondo per la Crescita Sostenibile, ancora non operativo, ed del credito d’imposta sulle nuove assunzioni di personale altamente qualificato». In questo quadro non può e non deve restare esclusa la politica di prossimità. «Il ruolo della Regione – incalza Ance Reggio Calabria – è strategico per una riprogrammazione dei fondi comunitari che renda fruibili ed accessibili risorse finanziarie per il rilancio dell’industria e dell’edilizia. Occorrono meccanismi di fiscalità di vantaggio, incentivi per riqualificare e costruire secondo principi di sostenibilità ambientale ed energetica e misure di sostegno per le famiglie che intendano acquistare una casa».
Nel settore edilizio, altro elemento di analisi fornito dal rapporto Svimez, evidente è il ricorso crescente, data l’esiguità di risorse pubbliche, alla formula del Partenariato Pubblico Privato (PPP) che nel 2012 ha contrassegnato un quinto delle opere complessivamente poste a gara in Italia. Nel solo Mezzogiorno oltre 1.200 gare sono state registrate con il PPP per un valore di 2,2 miliardi di euro, a fronte di 1.900 gare e 6,4 miliardi di euro nel Centro-Nord. «Non sorprende – concludono gli imprenditori edili reggini – che risultino in caduta anche i mutui erogati per l’acquisto di abitazioni, specie al Sud dove resta ancora inferiore anche l’importo medio di opere pubbliche messe a bando».