In un mondo di pressapochismo geostrategico e geopolitico, chi uscirà vincitore dalla Conferenza di pace Ginevrà 2 sarà il presidente siriano Bashar al Assad e il presidente iraniano Hassan Rouhani
Gen 22, 2014 - redazione
Editoriale di Maurizio Compagnone
In un mondo di pressapochismo geostrategico e geopolitico, chi uscirà vincitore dalla Conferenza di pace Ginevrà 2 sarà il presidente siriano Bashar al Assad e il presidente iraniano Hassan Rouhani
Editoriale di Maurizio Compagnone
In queste ore scoppieranno le polemiche per il ritiro dell’invito all’Iran, da parte del Segretario Generale ONU Ban Ki–moon, alla partecipazione a Ginevra-2.
La Stampa e gli analisti politici cercheranno di capire la motivazione del cambio di rotta a poche ore dalla Conferenza di Pace, ma in realtà all’Iran questo va bene, gli permette di dare sostegno al Presidente siriano mentre a Ginevra-2 è aperto il tavolo sulla Pace.
In queste ore pochi analisti geopolitici affrontano il vero problema, quanto sarà veramente determinante ai fini della risoluzione del problema Siria, la posizione espressa da una Opposizione creata ad arte dall’Occidente?
Se partiamo da questo principio, intorno all’opposizione litigiosa e attenta solo ai posti che potrà ottenere c’è il vuoto, e l’occidente non si rende conto del pericolo di affidare uno stato complesso come la Siria, a forze disomogenee, così facendo nel brevissimo tempo si ritroverà nelle condizioni attuali.
A questo punto la partecipazione dell’Iran alla Conferenza di Ginevra-2
è ininfluente visto che anche l’opposizione divisa al suo interno non ha un piano per il dopo Assad.
L’intervento dell’inviato speciale dell’ONU Brahimi e del Segretario Generale dell’ONU Ban Ki – moon, è stato prodomo affinché la stessa Conferenza di Pace si tenesse.
Ore febbrili, telefonate di pressione hanno fatto cambiare parere all’opposizione.
Quando si era certi che la Conferenza si sarebbe tenuta, il Segretario Generale ha invitato l’Iran, pur sapendo che avrebbe declinato l’invito per la poca attenzione mostrata dall’ONU verso il popolo iraniano.
L’informazione che verrà veicolata verso i media su quanto accaduto sul Palcoscenico del Teatro di Ginevra, che si appresta a mettere in scena il melodramma “Conferenza di Pace” con gli attori principali USA, Israele e Opposizione siriana sarà: “L’Opposizione avendo appreso la notizia della partecipazione dell’Iran alla Conferenza hanno espresso la loro contrarietà. Questa è l’informazione che verrà fatta trapelare senza citare lo sgarbo diplomatico dell’ONU all’Iran… “invito all’ultimo minuto”.
L’ONU ha attuato tale pressione psicologica per dar tempo alle diplomazie contrarie alla presenza dell’Iran a Ginevra di uscire davanti ai loro governi parzialmente vincitrici.
Ban Ki moon appena ricevuto dall’Iran il suo rifiuto alla partecipazione alla
Conferenza di Ginevra per l’impostazione della Conferenza stessa, ha messo in atto la sceneggiata diplomatica, “il ritiro dell’Invito all’Iran”.
Vorremmo vedere se la stampa oggi ha il coraggio di dire la verità sulla Conferenza di Ginevra-2. Certamente il Segretario Generale dell’ONU con la farsa diplomatica che ha messo in atto, far vedere che l’ONU da un lato vuole invitare tutti gli attori interessati, compreso l’Iran pur sapendo che non avrebbe partecipato, ha mostrato superficialità su temi di portata planetaria.
Se Ban Ki – moon aveva bisogno di un pretesto per accontentare USA, Israele e Francia avrebbe dovuto usare più materia grigia. Ban Ki – moon non ha capito che tutti gli sforzi di Ginevra-2 non indeboliscono il Presidente Assad, al contrario lo rafforzano.
Assad può contare su un Governo saldo, a differenza l’Opposizione è
debole, divisa, interessata solo alle poltrone e a propri interessi di tribù.
Ecco spiegata la pressione dell’ONU sulla presenza dell’Opposizione alla
Conferenza, tutto è stato preorganizzato, qualcuno dell’Opposizione al tavolo doveva esserci per dare tempo ad Assad, (10 giorni tempi presumibili della Conferenza) di continuare indisturbato a ripulire il paese dai ribelli appoggiati dagli Stati Uniti e Arabia Saudita.
Le immagini cruente degli atti commessi dai ribelli di questi ultimi tempi hanno rivalutato il Presidente Bashar al Assad agli occhi degli Stati Uniti, mal digerita dai reali del Regno Saudita rimasti soli a sostenere finanziariamente le operazioni dei ribelli in Siria.
Nella farsa di Ginevra si analizzerà anche la possibilità di come insediare un governo di transizione di cui coesistere membri moderati del Regime e dell’Opposizione.
Per capire la complessa società siriana bisogna entrare nella cultura e nei culti religiosi che compongono le variegate tribù che la conformano. Gli Alawiti da cui discende il Presidente siriano rappresentano la minoranza del Paese ma controllano l’esecutivo e l’intera economia del
Paese.
Se da Ginevra si deciderà che Assad rimanga Presidente di un governo di Unità Nazionale che conduca a libere elezioni, la domanda è d’uopo a cosa serve il periodo di transizione con una Opposizione inesistente e non rappresentativa delle variegate tribù del Paese?
Non dobbiamo sottovalutare il rischio a cui si va incontro.
L’Occidente come pensa di insediare l’Opposizione, bombardando la popolazione mentre si reca ai seggi, oppure pensa di impedire ad un libero cittadino amato dal suo Paese di ritirare la sua candidatura?
A Ginevra dimenticano o fanno finta di non sapere che il Presidente di cultura anglosassone, Bashar al Assad è osannato dalla maggioranza del suo popolo, l’unica
sua vera colpa è aver fatto della Siria un paese laico, dove le donne hanno gli stessi diritti degli uomini, guidano le autovetture occupano posti di rilievo nella società tutto ciò che spaventa la famiglia del Regno Saudita el Saud a rischio di sopravvivenza.
La formula della Conferenza di Ginevra-2 così come magistralmente
architettata dal potente Ministro degli esteri russo Lavrov posiziona il Presidente Assad su un piatto d’Oro su cui i consiglieri di Obama, Netanyahu e Hollande dovrebbero fare mea culpa, quest’ultimo possiamo anche capirlo preso da problemi familiari che stanno inquinando l’Eliseo, sopratutto se uscirà il libro della sua compagna Trierweiler che racconta dei suoi viaggi nel mondo con il Presidente Hollande. Chissà se nel suo libro citerà i vantaggi ottenuti dalla vendita di armi per 3 Mld di Euro all’Arabia Saudita?
Per concludere la presenza a Ginevra dell’Iran non è più così influente, l’Iran continuerà a sostenere Assad a livello politico, militare e diplomatico, Obama dirà diplomaticamente: “Abbiamo percorso tutte le strade possibili”.
Alla fine i veri perdenti saranno i Sauditi che per salvare il loro Regno hanno cercato di imporre ad uno stato laico le forme peggiori dell’islamismo estremo.
Maurizio Compagnone
(Opinionista della Gazzetta italo brasiliana)