Candido (Radicali): “Bene il Consiglio di Lamezia Terme che approva registro testamento biologico”
Apr 02, 2014 - redazione
“Esilaranti le dichiarazioni circolate sulla stampa”
Candido (Radicali): “Bene il Consiglio di Lamezia Terme che approva registro testamento biologico”
“Esilaranti le dichiarazioni circolate sulla stampa”
“Con la soddisfazione di chi questa battaglia di libertà ha cominciato a
sostenerla, in Calabria, dal 2006 sin dalla vicenda nazionale, di
Piergiorgio Welby, apprendo dalla stampa che il Consesso Civico lametino
guidato dal Sindaco Speranza, ha inteso adottare all’unanimità il registro
dei testamenti biologici”. E’ quanto si legge in una nota di Giuseppe
Candido, militante del Partito Radicale e dell’Associazione Luca Coscioni
che, in Calabria, da anni porta avanti la battaglia sui registri dei
testamenti biologici assieme all’associazione di cui Mina Welby è
coo-presidente onoraria.
“Trovo davvero esilaranti”, afferma senza mezzi termini Giuseppe Candido,
“alcune dichiarazioni circolate sulla stampa del coordinatore regionale
dell’associazione “Alleanza Cattolica Calabria”, Dr. Elia Sgromo, secondo
il quale tale sacro santa decisione del Consiglio di Lamezia Terme, tra
l’altro non la prima in Italia e nemmeno per la Calabria essendo stato
istituito persino nel piccolo comune di Botricello, sarebbe stata presa
“senza alcuna necessità e urgenza sociale” e che i registri dei testamenti
biologici rappresenterebbero, addirittura, una sorta di “cedimenti ad una
mentalità radicale, libertaria e ideologica”. Per il dott. Sgromo, –
prosegue Candido nella sua nota – un registro che consente di annotare le
proprie volontà di fine vita, servirebbero solo a pubblicizzare una
prospettiva anti-vita. Contrariamente a quanto dice il dott. Elia, però,
esiste un forte fondamento costituzionale che ci da’ il diritto di
rifiutare i trattamenti sanitari per malattie inguaribili, unicamente
finalizzati al proseguimento del mantenimento in vita”. L’articolo 32 della
nostra costituzione, che il dott. Elia, forse appositamente, dimentica nel
suo ragionamento per dire che non c’è niente che giustifichi il registro,
c’è eccome, ed è in esso che è contenuto quel principio inviolabile che ha
visto far garantire dalla magistratura il diritto di porre fine alle
sofferenze e alle cure inutili di Piegiorgio Welby che ha potuto farsi
staccare il suo ventilatore che lo teneva invita artificiale venendo
contemporaneamente sedato da un medico che, per quel gesto, però, proprio
perché una legge non c’è, dovette subire un processo uscendone
completamente scagionato da tutte le accuse.
Lo stesso principio costituzionale che Elia forse finge di dimenticare, ha
consentito al sig. Beppino Englaro, dopo anni, anni e quattro gradi di
giudizio, di poter vedere rispettate le volontà della figlia Eluana in coma
vegetativo permanete. Volontà che, non essendo state registrate da nessun
notaio né da nessun altra “registro”, furono difficili da dimostrare. Se vi
fosse stato un registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento, i
casi possibili potevano essere due: Eluana poteva aver fatto registrare il
proprio testamento biologico oppure no.
Ecco a che servono i registri dei testamenti biologici. Ad evitare che a
scegliere sia qualcun altro.
Da laici credenti cui ci sentiamo appartenere, ci sentiamo vicini ad una
chiesa cattolica dell’accoglienza e della misericordia che questo Papa
Francesco sta dimostrando poter essere rappresentata anche dai suoi massimi
vertici; ci sentiamo vicini ad una chiesa vicina alle persone, agli umili,
vicina ai bisognosi di misericordia, ma siamo assai distanti ad una chiesa
degli integralismi, che vuol imporre l’attesa di un miracolo anche a chi
nel miracolo non ci vuole credere e, come Piergiorgio Welby cerca una
“morte opportuna”. Ecco perché ribadiamo, invece, il nostro fermo SI ai
registri sul testamento biologico e a una legge che regolamenti l’eutanasia
legale contro quella di massa e clandestina. In parlamento c’è già una
proposta di legge depositata dall’associazione Luca Coscioni e sottoscritta
anche da migliaia di cittadini calabresi, tra cui sindaci e amministratori
locali. Oggi in Italia esiste l’eutanasia clandestina e la rinuncia alle
cure viene effettuata nel silenzio e nella solitudine di mura domestiche,
quando “non c’è più niente da fare”. Per il suicidio assistito bisogna
andare in Svizzera o in Belgio.
Il nostro Si all’eutanasia legale contro quella clandestina, il Sì ai
registri dei testamenti biologici, come fu per l’aborto che legalizzato da
una legge, cui tra l’altro i Radicali si opposero, consentì la drastica
riduzione del fenomeno e delle morti per prezzemolo o sotto i ferri della
cucina, anche in questo caso, sia ben inteso, è un Si alla vita, che è
amore e libertà. Un “Sì” deciso, forte, alla tutela della vita e delle
libertà proprio quando si è nelle condizioni di massima fragilità.