La verità di Domenico Zito sulle “pressioni” ricevute per rifiutare la panchina della Palmese
di CARMELO NICOTERA
– Minacciato di morte il mister Domenico Zito. “Se guidi la Palmese calcio ti strappiamo la testa”
“Abbassiamo i toni”
La verità di Domenico Zito sulle “pressioni” ricevute per rifiutare la panchina della Palmese
di Carmelo Nicotera
La vicenda di Mister Zito sta oggi spopolando sui principali organi d’informazione calabresi. A lanciare la bomba mediatica è stato direttamente il Presidente della Palmese Carbone, dirigente della squadra che partecipa al campionato di Eccellenza calabrese, il quale, durante una conferenza stampa, ha portato alla ribalta torbide rivelazioni che avrebbero spinto Domenico Zito, vittima di una telefonata minatoria, a rifiutare la panchina della squadra di Palmi. Una notizia questa che ha lasciato sgomenti tutti gli appassionati di calcio. Risale a circa tre settimane fa l’ultima chiacchierata “pallonara” col tecnico taurianovese. Discutevamo amabilmente dell’inconsistenza tattica di Balotelli, della linea difensiva della Costarica, dei problemi strutturali che stanno facendo regredire l’intero sistema calcistico nostrano. La vicenda di “Genny ‘a carogna”, le intimidazioni al Presidente della Taurianovese calcistica, la telefonata vessatoria ai danni di Mimmo Zito: le ultime vicende confermano come si stia avvelenando l’essenza, l’anima dello sport più bello del mondo. Il clamore mediatico dell’affaire Zito viene però prontamente ridimensionato dal diretto interessato. Contattato di corsa telefonicamente, visto che è stato interpellato dagli inquirenti come persona informata sui fatti dopo la denuncia del patron della squadra della Piana, ha ribadito con forza un concetto: << Abbassiamo i toni>>. L’allenatore ha voluto “sgonfiare” sul nascere il caso riguardante l’intimidazione ricevuta: << Confermo di aver ricevuto la telefonata, ma la ritengo una bambinata, uno scherzo di pessimo gusto. Durante la conversazione nessuno ha mai fatto riferimento ad eventuali ritorsioni nei miei confronti. L’episodio di una presunta testa mozzata non è mai uscito fuori nel dialogo col presidente Carbone. La decisione di rifiutare la panchina della Palmese è frutto esclusivamente di una scelta di natura tecnica: voglio portare avanti il progetto di crescita con i ragazzi delle giovanili della Reggina Calcio>>. Prima che il colloquio telefonico volgesse al termine, Domenico Zito ha rimarcato il fatto che lo spiacevole episodio di cui è stato protagonista non ha influito sulla scelta di rifiutare l’incarico, dal momento che in cuor suo aveva già deciso di declinare l’offerta di Carbone. Il clima esasperato che si respira in queste zone di Calabria non facilita comunque le scelte di professionisti del settore il cui unico intento è quello di far rotolare un pallone di calcio. Poche ore dopo il primo contatto, il trainer Zito ha deciso di affidare le proprie verità in esclusiva ai lettori di Approdonews per fare ulteriore chiarezza sulla storia che turbato una tranquilla mattinata del calcio dilettantistico calabrese.
Mister Zito, buon pomeriggio.La scelta di rifiutare la Palmese è figlia della voglia di proseguire un percorso con le giovanili della Reggina, data la bontà del lavoro svolto in questi anni. Qual è stato il motivo principale che l’ha spinta a rifiutare la panchina dei “grandi”?
Ritengo che le motivazioni principali che mi hanno indotto a declinare l’invito di guidare la Palmese sono certamente di natura tecnica, in quanto mi ritengo più abile nel formare il giovane calciatore. Rimanere alla Reggina è stata da sempre la mia priorità. Il calcio dei grandi necessità di una forma mentis particolare che non mi stimola particolarmente.
L’aver ridimensionato la portata di quella telefonata le fa sicuramente onore. L’episodio, di cui però non si può ignorare la grave natura, è diretta conseguenza dello stato di degrado morale e civile della società italiana?
La telefonata non mi ha affatto condizionato nella scelta in quanto l’ho subito considerata di natura goliardica. Certamente il degrado attuale dell’intera società italiana non va ignorato, ma ritengo che sia una questione molto complessa che va al di là del gioco del calcio.
Che messaggio si sente di mandare a tutti coloro che, come noi, amano in maniera viscerale questo sport?
Bisogna continuare a vivere il calcio con passione, rispettando l’avversario, le diversità, il pensiero altrui. E’ questa la vera sfida degli sportivi.
La Juventus rimane la favorita per la prossima Serie A, il Brasile è diretto verso il sesto mondiale. Quali sono le speranze e gli obiettivi professionali di Domenico Zito?
Il mio futuro è a Reggio Calabria, con i giovani della “cantera” reggina. La speranza è che la società possa riuscire a risolvere le problematiche economiche per garantire un futuro radioso alla città e ai molti sostenitori. In questo ambito è sempre necessario un unico filo conduttore: la passione, vera linfa vitale per questo sport.
Domenico Zito ha avuto il merito di aver fatto luce sugli aspetti più inquietanti di questa triste vicenda. Ha voluto mandare un messaggio forte alla Regione intera, cercando di sminuire l’operato di chi abusa del nostro territorio, di chi tenta di insediarsi nei vari settori della società instaurando il male secolare: “il virus del dominio”. Il calcio deve mantenere la sua essenza storica fatta di gesti tecnici, di sudore, di condivisione di valori sani, di gioia, divertimento. Quando la sopraffazione, la violenza, il dispotismo diventano parte integrante di schemi tattici, tecnica, di successi o sconfitte, si arriva all’annullamento della stessa ragione dello sport. Domenico Zito continuerà ad allenare sui campetti di calcio con l’obiettivo di continuare a formare calciatori e uomini del domani. La Calabria, invece, dovrà continuare “l’allenamento” verso l’emancipazione culturale e sociale.