Omicidio Sow Mohamed: assolti i taurianovesi Domenico Rettura e Rocco Fedele
Lug 09, 2014 - redazione
Dopo 13 anni 6 gradi di giudizio sembra giunta a conclusione la vicenda giudiziaria che ha visto imputati di omicidio due imprenditori calabresi
Omicidio Sow Mohamed: assolti i taurianovesi Domenico Rettura e Rocco Fedele
Dopo 13 anni 6 gradi di giudizio sembra giunta a conclusione la vicenda giudiziaria che ha visto imputati di omicidio due imprenditori calabresi
Con la sentenza della prima sezione della Corte di Assise di Appello,
presieduta dal dott. Fabrizio Pasi ed a latere il consigliere dott.ssa
Isabella Diani, si è conclusa – con molta probabilità, salvo l¹ennesimo
ricorso in Cassazione, questa volta del Procuratore Generale quella che
sembrava una storia giudiziaria senza fine durata 13 anni con 3 giudizi
davanti la Corte di Assise di Appello di Torino e due annullamenti con
rinvio da parte della Corte di Cassazione.
Domenico Rettura e Rocco Fedele, calabresi di Taurianova in provincia di
Reggio Calabria e titolari di una ditta che si occupava della lucidatura
dell¹ottone grezzo utilizzato per la realizzazione dei rubinetti – la
³Pulimetal² di Paruzzaro (Novara) sono stati assolti dai reati di omicidio
ed occultamento di cadavere di un loro operaio, il senegalese Mohammed Sow,
scomparso il 16 Maggio 2001 dalla provincia di Novara.
Della scomparsa e dell¹ipotesi di omicidio ed occultamento di cadavere,
formulata dal Pubblico Ministero del Tribunale di Verbania, si erano
occupati con interesse la stampa locale e nazionale tanto che la nota
trasmissione di Rai Tre ³Chi l¹ha visto?², condotta da Federica Sciarelli,
oltre ad aver dedicato al caso numerose puntate è stata presente con le
proprie telecamere durante tutte le udienze del processo di primo grado.
I due giovani calabresi, difesi dagli avvocati Antonino Napoli del foro di
Palmi ed Alessandro Gamberini del foro di Bologna, dopo essere stati assolti
dalla Corte di Assise di Novara, nonostante il pubblico ministero avesse
chiesto per entrambi la condanna all¹ergastolo, sono stati successivamente
ritenuti colpevoli, del reato di omicidio preterintenzionale, dalla Corte di
Assise di Appello di Torino.
La Corte di Assise di Appello, in accoglimento delle richieste della procura
generale, aveva disposto la rinnovazione dell¹istruttoria dibattimentale con
la nomina, quale perito della Corte, del generale Luciano Garofano,
all¹epoca comandante dei RIS di Parma, mentre la difesa aveva nominato quale
proprio consulente il professore Enrico Marinelli dell¹Università degli
studi di Roma ³La Sapienza².
Oltre alle indagini sulla scena del crimine e sul DNA, la Corte di Assise di
Appello di Torino aveva ritenuto indispensabile una perizia grafologica
sulla firma apposta sull¹ultima busta paga ricevuta da Sow.
Avverso la condanna degli imputati, gli avvocati Antonino Napoli e
Alessandro Gamberini avevano proposto ricorso in Cassazione.
La Corte, in accoglimento delle tesi difensive e disattendendo la richiesta
di conferma della sentenza impugnata avanzata dal procuratore generale,
aveva disposto l¹annullamento con rinvio davanti ad altra sezione della
Corte di Assise di Appello di Torino.
Il nuovo processo, celebrato davanti alla seconda sezione della Corte di
Assise di Appello di Torino, aveva confermato il giudizio di colpevolezza di
Rettura e Fedele condannandoli a 14 anni di reclusione per omicidio
preterintenzionale.
I giudici dell¹appello avevano nuovamente rinnovato l¹istruttoria
dibattimentale conferendo l¹incarico di trascrivere e ripulire alcune tracce
audio delle intercettazioni ambientali con software più moderni a due
periti, mentre la difesa si era avvalsa della consulenza dei professori
Luciano Romito e Giampiero Benedetti, due dei maggiori esperti nazionali di
fonetica forense.
Anche avverso la sentenza resa dalla seconda sezione della Corte di Assise
di Appello di Torino la difesa aveva proposto ricorso alla Suprema Corte.
La prima sezione della Corte di Cassazione, nonostante la richiesta di
conferma della sentenza impugnata da parte del procuratore generale dottor
Francesco Iacoviello, ha accolto il ricorso degli avvocati Napoli e
Gamberini disponendo un nuovo giudizio davanti ad altra sezione della Corte
di Assise di Appello
Nel nuovo giudizio di appello, il Procuratore Generale dott. Vittorio Nessi,
con la sua lunga requisitoria aveva richiesto la condanna di Rocco Fedele di
Domenico Rettura rispettivamente alla pena di 24 e 20 anni di reclusione.
Gli avvocati Gamberini e Napoli, hanno contestato gli indizi evidenziati dal
procuratore generale, le prove scientifiche che si sono avvalse del moderno
sistema del ³Bloodstain Pattern Analysis² e le indagini della polizia
giudiziaria che si sono concentrate solamente sui due imprenditori
tralasciando ogni altra indagine.
Ascoltate le repliche del procuratore generale e dei difensori, la Corte di
Assise di Appello di Torino, dopo quasi quattro ore di camera di consiglio,
ha assolto entrambi gli imputati confermando la sentenza di assoluzione di
primo grado.
L¹avvocato Antonino Napoli, seppur soddisfatto dell¹esito del giudizio, non
ha mancato di rilevare che: ³fa riflettere il tempo necessario al nostro
sistema giudiziario, oltre 13 anni, per giungere ad una sentenza che
rispetti il principio dell¹oltre ogni ragionevole dubbio quando gli indizi
raccolti durante le indagini appaiono fin dall¹inizio inconsistenti².