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“La Vita è preghiera”

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Nuova pubblicazione di Domenico Caruso

“La Vita è preghiera”

Nuova pubblicazione di Domenico Caruso

 

La preghiera è un’attitudine umana, il dialogo col vero Dio, fonte di sorpresa quando scopriamo che è Lui a chiederci da bere.
Per la vita spirituale il credente ha bisogno della preghiera come il corpo ha bisogno dell’aria e dell’acqua.
E’ quanto sostiene il nostro collaboratore Domenico Caruso nella sua nuova opera “La Vita è preghiera”, da poco pubblicata dal Gruppo Editoriale L’Espresso
( http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1089520 ).
Nelle sue 126 pagine l’autore commenta il “Padre nostro” (in parte già noto ai lettori de “La Piana” di Palmi), nonché la trattazione delle “Virtù teologali”, del “Processo di Gesù” e – in via del tutto eccezionale – di alcuni argomenti sui fenomeni paranormali (“Oltre la Vita”).
L’accostamento non è del tutto casuale. Infatti, come lo stesso Caruso riporta in un altro suo saggio del 1987 (“Nel Mondo del Mistero”), all’undicesimo Convegno nazionale di Camerino su tale materia, mons. Corrado Balducci aveva sostenuto che: «E’ facile vedere come la parapsicologia appaia la scienza che più di ogni altra “interessa la teologia”.
Pertanto, specie il teologo non può non formulare, sinceramente e gioiosamente, i migliori voti per il progresso di questa nuova scienza nel suo pur difficile cammino umano, sociale e scientifico; essa gli serve per poter sempre meglio mettere in luce – fra i tantissimi casi che non lo sono – quegli eccezionalissimi episodi di interventi preternaturali, che la Divinità nei suoi imperscrutabili disegni permette, se demoniaci, o vuole, se mistici».
Anche il noto archeologo e scrittore Mario Pincherle (scopritore dello Zed, la torre di Osiride) che aveva espresso la sua gratitudine al Caruso (“per la sua opera di studioso dei costumi, degli ambienti, della gente, della Vita”), nel suo libro “Il Gesù proibito” condivide una versione del “Padre Nostro” che corregge quella greca inesatta.
Detta versione fu consegnata a lui da Padre Giovanni Vannucci, della Confraternita dei Servi di Maria.
Per quanto concerne il complotto, conclusosi con la morte di Cristo, che fa apparire gli Ebrei autori della condanna, si rileva che i veri colpevoli furono i Romani: i primi provocarono soltanto la comparizione di Gesù davanti al Sinedrio.
Nell’esporre la Via Crucis il Caruso ha dato risalto anche alle tradizioni dei nostri avi che, per la “Passione di Cristo”, hanno composto i loro canti più suggestivi.
All’eterna domanda: «Chi sono io? Donde provengo? Quale sarà il mio destino?», l’autore risponde con “La Fede”, che l’enciclica “Lumen fidei” del 2013 Papa Francesco ha emanato per contrastare l’idea di Nietzsche.
L’illustre filosofo tedesco aveva dichiarato che «nell’epoca moderna la fede sarebbe come un’illusione di luce che impedisce il nostro cammino di uomini liberi verso il domani».
Le virtù teologali, ricorda il Caruso, come tre sorelle affettuose, non vengono mai sole e in tempi diversi, ma crescono in armonia compensandosi a vicenda.
Così, la Speranza è posta in mezzo, tra la verità di fede e la bontà divina, mentre la Carità è la “forma delle virtù” alle quali dà un significato e un valore, costituendo l’autentico segno di riconoscimento del cristiano.
Giunga al nostro collaboratore il nostro sincero augurio “ad maiòra”.