Riceviamo e pubblichiamo:
Era il Natale scorso quando il Comune con la Tares decise di rovinare le “feste” a migliaia di famiglie reggine.
Proteste accese che nessuna rassicurazione riuscì a placare soprattutto nell’ostinata presa di posizione dei Commissari e di tutto Palazzo S.Giorgio che non volle riconoscere detrazioni neppure a disabili e persone sulla soglia di povertà .
Al contempo emersero alcuni dati fondamentali sulle ragioni di questa tassa mai come ora così pesante; primo fra tutti il fatto che questo regime tributario è stato possibile solo e soltanto perché Reggio deve rispettare dei parametri finanziari rigorosissimi da quando di fatto è sottoposto alla disciplina per gli “Enti deficitari”.
Nel 2007 il Comune, infatti, non rispettò 7 punti su 10 del “patto di stabilità” che ebbe come conseguenza diretta quella di sottoporci a questo tipo di disciplina finanziaria prevista dal TUEL.
Se è vero come è vero, dunque, che la Tares prima e la Tari adesso sono identiche, nella loro struttura di “tributo” in ogni città italiana, è vero anche che a Reggio è possibile applicare la stessa al massimo delle sue aliquote perché le passate Amministrazioni del Modello Reggio non hanno rispettato in materia finanziaria i parametri dovuti.
Quindi se è vero che i costi del Servizio ( ove questo sia espletato in modo corretto) e del conferimento in discarica regionale potevano e dovevano essere drasticamente ridotti praticando la “differenziata” come vuole la legge europea e nazionale è anche vero che stiamo pagando di fatto il disastro amministrativo degli ultimi 10 anni.
Il cittadino dunque paga per 2 volte errori non commessi da lui; prima quelli del Modello Reggio ed ora le omissioni gravi da parte di Palazzo S.Giorgio nell’applicazione della legge in materia di Rifiuti.
Non si è praticata la differenziata come vuole la legge; non si è adottato un sistema di tracciabilità e pesatura del rifiuto in modo da quantificare la produzione effettiva per famiglia e non quella relativa ai mq; non si è adottato mai un vero “piano rifiuti” complessivo e scientifico anche a fronte delle quotidiane emergenze di carattere sanitario certificate mettendo a rischio oggettivo la salute dei cittadini.
Va aggiunto l’affidamento diretto del Servizio , per oltre 10 mln di euro, ad una Azienda privata senza passare da alcun Bando pubblico giustificandolo con l’urgenza causata dall’emergenza ( il cane che si morde la coda).
Se è vero dunque che il Comune ha riconosciuto un’emergenza, proclamata anche a livello regionale con delibera del 10 maggio scorso dell’ex Governatore, perché non ha mai agito di conseguenza?
Al contempo la Regione , in quanto gestore del “sistema rifiuti” di tutta la Calabria, è colpevole almeno 5 volte in più e si è mossa fuori da ogni parametro di legge con deficit organizzativi, amministrativi e politici che hanno portato al collasso totale del settore oltre che a multe della Comunità Europea.
Il danno e la beffa: la stessa Regione annuncia in questi giorni l’aumento della TARI del 70% lavandosene le mani e facendo cadere gli effetti devastanti di tutta la sua mala-gestione sui cittadini!
I nostri emeriti amministratori non hanno capito che abbiamo già toccato il fondo e che migliaia di famiglie non sanno neppure come arrivare al giorno dopo con scadenze e urgenze ormai quotidiane .
Reggio non ce la fa più e di questa situazione devono rispondere solo e soltanto gli amministratori che l’hanno causata.
Sarebbe il caso che la magistratura intervenisse una volta per sempre anche a fronte di livelli insostenibili di esasperazione sociale.
Filippo Sorgonà
Candidato “per un’Altra Reggio”