“La richiesta di rinvio a giudizio per corruzione elettorale del segretario questore del consiglio regionale Giovanni Nucera non è che l’ennesima prova di una classe politica indegna di rappresentare la Calabria e i calabresi. A prescindere da quanto in futuro sarà ritenuto penalmente rilevante, le circostanze emerse a carico di Nucera sono lo specchio fedele delle pratiche che hanno portato la nostra regione sull’orlo del baratro”. Lo ha detto il candidato pentastellato al consiglio regionale Daniele Morabito, nel commentare l’istanza di rinvio a giudizio avanzata dal pm Stefano Musolino per Nucera, messo nei guai dalle dichiarazione di Giuseppe Condemi, padre di due degli imputati del procedimento Alta Tensione 2, che in aula aveva rivelato l’esistenza di un accordo fra la sua famiglia e Nucera in occasione delle elezioni del 2000. Stando a quanto emerso in dibattimento, Nucera avrebbe promesso a Condemi, una “sistemazione” per i figli, oggi imputati per reati di mafia e ritenuti uomini del clan Caridi. “Saranno i giudici a decidere se i Condemi sono o non sono dei mafiosi, ma in ogni caso non possiamo che condannare duramente chi cerca consensi elettorali sfruttando l’enorme fame di lavoro presente in Calabria, se non – peggio – il regime di terrore e schiavitù imposto dalla ndrangheta ai nostri territori”.