In uno dei più grandi romanzi della letteratura mondiale, “I miserabili” di Victor Hugo, vi è pronunciata una frase, «La prima prova della carità, nel prete, è la povertà».
Perché inizio questo pezzo così? Circa un paio di anni fa, tra le pagine di questa (umile) rubrica, cercai di dare voce ai tanti “fedeli” che, silenziosi, recandosi nelle varie parrocchie per i sacramenti, messe e quant’altro è nelle funzioni della Chiesa (con la “C” maiuscola), dovevano far fronte ad un “prezziario (esente iva, ma non esente “ticket” sacerdotale)”. Io stesso conoscendo poco questa realtà, finché non mi ritrovai in questa “selva oscura” per motivi personali, capì che c’era un mercimonio vergognoso. Oggi, Papa Francesco definisce, anzi, ammonisce senza mezzi termini questi (chiamiamoli pure) sacerdoti, come dei “Mercati del Tempio”.
All’epoca si aprì un temporale di insulti, di false solidarietà e alcuni parroci che per difendersi del loro operato, come il non presentare i bilanci della raccolta dei fondi per le feste patronali, chiesero l’acclamazione del popolo, come facevano i sultanati di una volta, contro questa rubrica. Parlai di “preti in Hogan”, di “profumi Boss” e di frasi del genere per testimonianza diretta come, “Senza uno spruzzo del mio Hugo Boss non riesco ad uscire (…)”. Poi di “mutande pazze” che uscivano dai pantaloni a vita bassa (anche perizomate) come da moda giovanile attuale, nonché di “capelli mesciati” e tante altre cose ancora. Questi erano (e sono) sacerdoti del terzo millennio (sic!).
Nella sua omelia a Santa Marta, Papa Francesco dopo l’indignazione per i preti che hanno le automobili di lusso (si faccia un giro nella Piana di Gioia Tauro), se la prende con i cosiddetti “mercanti del Tempio” ed i “prezziari” nelle chiese (con la “c” minuscola), dicendo, “Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi?”, e racconta un episodio che spesso capita quando una coppia si dovrebbe sposare: «Ero con un gruppo di universitari e voleva sposarsi una coppia di fidanzati. Erano andati in una parrocchia, ma volevano farlo con la messa. E lì, il segretario parrocchiale ha detto: “No, no: non si può”. ‘Ma perché non si può con la messa, se il Concilio raccomanda di farlo sempre con la messa?”. “No, non si può, perché più di 20 minuti non si può. Ci sono altri turni”. E per sposarsi con la messa hanno dovuto pagare due turni».
Papa Francesco continua, “Questo è peccato di scandalo”, e poi, «Ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente». E ricorda che Gesù «prende la frusta in mano per purificare il Tempio dagli affaristi».
Gli scandali che questa rubrica aveva denunciato, adesso trova forza e affinità nelle parole di Francesco, che dice pure, guai alle chiese che fanno affari, «la redenzione è gratuita!».
Certo, spero che non saranno “buttati a mare”, ma quantomeno si trovi una soluzione affinché questi “Mercanti” facciano buon uso della tonaca che indossano; non si possono servire due padroni. E tutti, «anche i laici», sono responsabili, tutti devono vigilare perché non accada mai: «Se io vedo che nella mia parrocchia si fa questo, devo avere il coraggio di dirlo in faccia al parroco. La gente soffre questo scandalo. È curioso: il popolo di Dio sa perdonare i suoi preti, quando hanno una debolezza, scivolano su un peccato. Ma ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente».
E siccome Papa Francesco ha chiuso la sua omelia raccomandando ai tanti che lo ascoltavano di denunciare, ecco, io l’ho fatto ed invito tutti i fedeli a farlo, appena un prete di qualsiasi parrocchia, vi chiederà dei soldi per svolgere le sue funzioni sacerdotali….perchè il tempio “va mantenuto pulito”.
PS. Ora Signore Gesù, è da duemila anni che hai insegnato a tutti il distacco dalle ricchezze per essere tuoi degni testimoni. Ti pregherei, ma non ti incavolare troppo, di donare ai tuoi discepoli ad avere il coraggio di andare contro corrente, e di costruire un’economia fondata sulla solidarietà e non sul profitto. Solo questo. Amen!