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Sculaccia una bambina, uomo portato in cella

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Per aver rimproverato troppo duramente una bambina di 3 anni dando due sculacciate
è stato fermato dalla Polizia, condotto nelle celle di sicurezza del Palazzo di
Giustizia di Lugano, tenuto sotto chiave, interrogato, spogliato e poi rilasciato
solo dopo diverse ore. È accaduto domenica scorsa a un uomo di Chiasso. L’uomo,
ha accompagnato la figlia di un suo conoscente a fare una passeggiata domenicale
nel bosco del Penz. A un certo punto, racconta, la piccola ha iniziato a fare i capricci,
dicendo di non voler proseguire. Lui, dopo vari tentativi di convincimento, le ha
allora dato due sculacciate. Un gesto cui hanno assistito tre donne che erano nelle
vicinanze, le quali hanno chiamato la Polizia. Gli agenti, sia della Cantonale che
della Comunale di Chiasso, sono quindi giunti in loco ed hanno caricato in auto l’uomo,
mentre la piccola è stata portata all’Ospedale Civico di Lugano per accertamenti.
Né questi accertamenti, né l’interrogatorio dell’uomo avrebbero fatto emergere
abusi o irregolarità. Mentre una delle testimoni sembra abbia sporto denuncia: sarà
quindi la Polizia a fare definitiva luce sul caso. Per Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti” in Italia la classica sculacciata leggera è
considerata una forma di punizione ‘ragionevole’, utile per correggere un comportamento
sbagliato del bambino e veloce nel dare il risultato, cioè il bambino smette. Sono
sempre più però le voci di prestigiose associazioni di pediatri, esperti e studi
scientifici a livello internazionale che mettono in discussione questa pratica come
metodo efficace per educare il bambino, nel breve e soprattutto nel lungo termine.
Sembra che sberle e scapellotti renderebbero i bambini più aggressivi, insicuri
e da adulti più ansiosi e perennemente timorosi di non essere all’altezza.