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“La fame negli occhi”

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La Seconda Guerra mondiale vista dalla
prospettiva di chi quel conflitto l’ha vissuta, combattendo con le
scarpe rotte, rinunciando alla libertà ma non alla dignità. Nel giorno
in cui si celebra il 70esimo anniversario della Liberazione dal
nazifascismo, il Comune di Sellia Marina ha scelto di festeggiare la
ricorrenza richiamando alla memoria le storie di 24 soldati della
Presila catanzarese, proprio in virtù del principio che il 25 Aprile non
deve essere vissuto come un rito ma come una occasione per trasmetterne
la lezione alle future generazioni. Un’occasione rileggere pagine
intense di una Guerra che ha cambiato le vite di quanti sono stati
coinvolti, esaminare sentimenti di dolore e di speranza nei racconti di
vita di soldati nella Presila Catanzarese nelle pagine del libro “La
fame negli occhi” di Michela Scalise di Sersale. Al tavolo dei relatori,
la giornalista Maria Rita Galati che ha voluto mettere in evidenza la
valenza delle interviste come documenti da consegnare alla memoria
collettiva. Un dovere civico quello di ricordare quanti hanno dato la
vita per la libertà e la democrazia del Paese richiamato dal sindaco di
Sellia Marina, il consigliere provinciale Francesco Mauro, che con
commozione ha ricordato alcune figure che hanno contribuito alla stesura
del libro con le proprie storie. Mauro ha approfittato dell’occasione
per ribadire la propria solidarietà al collega Domenico Gallelli,
sindaco di Zagarise, presente all’incontro prima della manifestazione
del Partito democratico organizzata nel comune della Presila alla
presenza del presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio. Il
sindaco Mauro ha portato anche i saluti del presidente della Provincia
di Catanzaro, Enzo Bruno. La presentazione del libro è stata introdotta
da Pietro Mauro, presidente dell’Associazione culturale Trischene.
Particolarmente apprezzato l’intervento dell’autrice, che ha
efficacemente illustrato la strutturazione del volume, con una prima
parte dedicata agli aspetti metodologici e a una personale lettura delle
24 testimonianze raccolte tra Sersale, Cerva, Petronà, Cropani, Sellia
Marina, Pentone e Zagarise e una seconda parte in cui sono stati
fedelmente riportati i racconti del periodo al fronte dei reduci della
Presila intervistati.
La dottoressa Scalise ha spiegato che con il suo lavoro ha voluto
raccontare “la Seconda Guerra mondiale da un’altra prospettiva, quella
del soldato semplice”. Sul rigore metodologico nella ricerca e nella
trascrizione delle testimonianze ha incentrato la sua relazione il
dottor Antonio Garcea, direttore dell’Archivio di Stato di Catanzaro.
Una lettura ulteriormente approfondita dal sociologo Franco Santopolo.