«Il nuovo depuratore di Catanzaro è necessario ed urgente». È quanto
afferma il deputato M5S Paolo Parentela dopo aver visitato, questa mattina,
l’impianto di depurazione della città, nel quartiere lido. «Ho voluto
visitare l’impianto – aggiunge – per verificarne la funzionalità. Ho visto
con i miei occhi l’impegno costante di chi ci lavora, che spesso non riesce
a gestire la portata massiccia di un impianto decisamente sottodimensionato
rispetto alla necessità della città e che ad oggi non riesce a coprire
l’intero territorio comunale». Parentela continua: «Bisogna risolvere
urgentemente il problema delle due vasche che dovevano servire per la
sedimentazione primaria delle acque reflue e che oggi vengono utilizzate
per conservare i fanghi accumulati in passato ed a cui dobbiamo il cattivo
odore che si avverte nella zona. A quanto pare altri fanghi sarebbero
stipati all’interno del vecchio impianto di digestione anaerobica ormai da
decenni dismesso. Il che rappresenta un rischio ambientale notevole».
Il parlamentare continua: «Ho già interrogato il governo lo scorso anno,
sollecitandolo ad occuparsi della grave situazione della depurazione in
Calabria per tutto l’anno e non soltanto in prossimità della stagione
balneare. Una buona depurazione non vuol dire soltanto difendere
l’ecosistema marino, ma anche assicurare un importante ritorno di immagine
ad una regione che può sfruttare l’indotto del turismo lungo i suoi 800 km
di coste. La Calabria sarà costretta a pagare 38 milioni di euro per la
procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea a causa della mala
depurazione che è dovuta ad una grave carenza infrastrutturale con ben 130
agglomerati non a norma».
Parentela conclude: «Continuerò ad approfondire la vicenda ed a sollecitare
ancora il governo e la politica locale a prendere i giusti provvedimenti
per garantire una corretta gestione degli impianti di depurazione,
soprattutto per quanto concerne lo smaltimento dei fanghi residui. Il
governo regionale deve adoperarsi in fretta, anche perché è concreto il
rischio di un ennesimo commissariamento, che segna l’incapacità della
classe politica regionale di far fronte ai problemi dei cittadini».