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Cirò, Caruso: «Chi dovrebbe dimettersi é Siciliani»

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CIRÒ (Kr) – A dover dimettersi, probabilmente, dovrebbe essere il consigliere comunale di minoranza Giuseppe SICILIANI per i danni che indirettamente o per interposta persona in questi anni ha procurato alla comunità di Cirò. – Vicenda Contea del Cirò, vi è stato unico bando ad evidenza pubblica per manifestazione di interesse, la cui procedura é stata ispirata alla massima trasparenza e rispetto delle norme. Principi ai quali l’Esecutivo si è sempre scrupolosamente attenuto prima e dopo la fase di commissariamento dell’ente, fino alla verifica dello stato della struttura disposto nelle scorse settimane, alla successiva intimazione di rilascio dell’immobile da parte della Società BCS ed all’incarico legale affidato per il risarcimento danni, recupero crediti ed eventuali azioni penali che dovessero rendersi necessarie nel prosieguo dei procedimenti in corso.

È quanto ribadisce il Sindaco Mario CARUSO replicando alle diverse accuse mosse stamani sulla stampa dal consigliere di minoranza SICILIANI, le presunte ricostruzioni del quale – spiega il Primo Cittadino – non corrispondono al vero. Queste forme di vera e propria demagogia – dice CARUSO – hanno il solo obiettivo di disinformare, continuando ad alimentare un odioso clima di inutile sospetto.

La Contea del Cirò – ricorda il Sindaco – nasce soltanto dopo il notorio fallimento della società GIARA, fatti e circostanze del quale dovrebbero essere abbastanza e direttamente noti al consigliere SICILIANI. Probabilmente se un errore l’Amministrazione Comunale ha commesso ciò è accaduto quando si è deciso di acquistare al patrimonio comunale, a mezzo di asta giudiziaria, la struttura industriale dell’ex GIARA in località S.Andrea, previa ricerca ed ottenimento di adeguate risorse regionali e con l’obiettivo di trasformare quel sito in cantina vitivinicola, contribuendo così a risolvere l’annoso problema delle uve invendute nel territorio del Cirò Doc.

Non essendo pervenuta ai comuni di Cirò Marina, Crucoli e Cirò alcuna istanza di autogestione da parte dei viticoltori associati, si è concordemente deciso di predisporre un bando pubblico per manifestazione di interesse, affidato alla Stazione Unica Appaltante (SUA) di Crotone. In esso, attraverso la procedura del project financing, veniva richiesta anche la realizzazione e l’installazione di opere ed attrezzature complementari nonché un canone annuale di locazione. Il business plan presentato dall’unica società partecipante – continua CARUSO – assicurava tra l’altro ai tre comuni: 1) il completamento delle attrezzature mancanti; 2) l’acquisto delle uve nel cirotano con modalità di pagamenti rapidi; 3) la produzione anche di extravergine e 4) la trasformazione dai derivati delle uve. A garanzia del rischio imprenditoriale, Cirò, comune capofila, in fase di assegnazione della gestione della Contea ha inoltre preteso ed ottenuto dalla società affidataria una polizza fideiussoria di oltre 1 milione di euro.
Purtroppo – va avanti il Sindaco – in un anno e 4 mesi di commissariamento dell’Ente, nessuno (incluso il consigliere SICILIANI, impegnato forse a preparare la propria ricandidatura alle comunali, nella convinzione di un esito negativo del nostro ricorso al Tar) ha avvertito l’esigenza di monitorare o chiedere controlli e rendicontazioni alla società affidataria. Cosa che, al contrario – continua – abbiamo fatto noi come primo atto successivo al reintegro nelle nostre funzioni di governo, nei mesi scorsi. Dalla verifica effettuata dagli uffici preposti é emerso: 1) che non era stato registrato il contratto firmato dalla BCS con i commissari straordinari; 2) che vi erano somme a credito vantate dall’Ente per forniture di energia elettrica; 3) che i viticoltori lamentavano mancati pagamenti. Alla luce di tanto – prosegue – ho intimato alla BCS che in difetto dell’adempimento degli obblighi contrattuali si sarebbe dovuto procedere al rilascio dell’immobile. Circostanza che si è infine verificata il 27 maggio scorso, con comunicazione dell’amministratore unico della società fatta pervenire al Comune. Verificato in contraddittorio con l’amministratore della BCS lo stato dei luoghi e la consistenza delle attrezzature in dotazione, sono emerse – conclude CARUSO – delle discordanze per le quali l’Ente, a tutela del bene pubblico, ha affidato incarico legale per risarcimento danni, recupero crediti ed eventuali azioni penali conseguenti.