di Caterina Sorbara
Ieri pomeriggio a Gioia Tauro, nella splendida location di Palazzo Baldari è stato presentato il libro di Magdi Cristiano Allam, ex vice direttore del Corriere della Sera, dal titolo “Il Corano”.
Ha presentato e moderato l’evento l’assessore alla cultura Francesco Toscano.
L’assessore Toscano nel dare il benvenuto ai presenti, ha sottolineato l’importanza dell’evento, precisando che è volontà dell’amministrazione far diventare Gioia Tauro faro di cultura per la Piana del Tauro.
Continuando il suo discorso, Toscano si è soffermato sul problema dei migranti e sull’importante tematica del libro di Magdi Cristiano Allam, tematica di estrema attualità, visto quello che sta succedendo in Europa e nel mondo.
A seguire il sindaco di Gioia Tauro , Giuseppe Pedà, ha precisato che con la presentazione del libro di Allam, scrittore di grande spessore,l’amministrazione inizia un percorso promesso in campagna elettorale: dare un taglio prettamente culturale alla città.
Una città che deve essere unita e solidale:”pace, apertura e amore”, dovranno regnare sovrani.
Pedà si è poi soffermato sull’annoso problema del porto;unico ad essere collegato con 200 porti in tutto il mondo, annunciando che a settembre incontrerà il Ministro Delrio e il Premier Renzi, in quanto lo sviluppo di Gioia Tauro e dell’intera Calabria può avvenire solo se lo scalo gioiese avrà il posto che merita nel Mediterraneo.
Subito dopo lo scrittore attraverso un brillante ed esaustivo intervento ha parlato del suo libro, spiegandone la sua genesi: “così come il Cristianesimo è la religione del Dio che si è fatto uomo e che si incarna in Gesù, l’Islam è la religione del Dio che si è fatto testo e che si “incarta” nel Corano. Per i Musulmani il Corano è Dio stesso, della stessa sostanza di Dio, opera increata al pari di Dio”.
“Il Corano ispira morte, la stessa storia dell’Islam è una storia di violenza: tutta la storia dei califfati è una storia di guerre intestine. All’opposto del Cristianesimo dove Gesù ha donato la sua vita”.
Lo scrittore ha ribadito la necessità che l’Europa difenda le sue radici cristiane, è fondamentale convergere su delle basi cognitive e valoriali, soprattutto sul valore della sacralità della vita di tutti gli esseri umani.
La catastrofe più grande è che oggi non crediamo alla vera verità e i nostri giovani non hanno più punti di riferimento.
Nel corso del suo intervento ,lo scrittore ha più volte ricordato la saggezza di Papa Benedetto XVI e,alla fine ha ricordato le parole di Paolo Borsellino:”E’ bello morire per una fede in cui si crede. Chi crede muore una volta sola, chi non crede muore tutti i giorni”.
Interessante è stato il dibattito con il numeroso pubblico presente in sala, tra cui il parroco don Antonio Scordo della parrocchia San Ippolito Martire.