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Viaggi, Lufthansa introduce “tassa” di prenotazione

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A partire dal 1 settembre, gli utenti che non hanno acquistato i biglietti attraverso
il sito Web del Gruppo Lufthansa, Lufthansa, Austrian Airlines, Brussels Airlines
e Swiss o presso le biglietterie degli aeroporti pagheranno un supplemento di 16
euro (circa $18). A causa di restrizioni legali, la tassa non si applica alle prenotazioni
in Brasile, Cina, Hong Kong, Iran, Libia, Nuova Zelanda o Yemen. Finora, il 70 per
cento di tutti i voli Lufthansa sono stati prenotati attraverso un sistema di distribuzione
globale (GDS), che collabora con siti di prenotazione e agenzie di viaggio. In tal
caso, Lufthansa ha richiesto il pagamento di un supplemento del costo di 18 euro.
Quando le prenotazioni sono effettuate attraverso il proprio sito o presso le biglietterie
di aeroporto, l’azienda fa pagare solo 2 euro a volo. La compagnia aerea ha dichiarato
di voler utilizzare il nuovo supplemento “attaccando” i Gds e i costi connessi
a tali canali di prenotazione, che intaccherebbero i ricavi dei vettori del gruppo.
Nel frattempo, la Travel Association (DRV) ha chiesto all’ufficio federale tedesco
di verificare se la nuova tassa discrimina le agenzie di viaggio. Anche gli agenti
di viaggio e i Tour Operators’ Association hanno presentato una denuncia alla Commissione
europea. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”,
il Gruppo Lufthansa ha scelto di andare in una direzione diversa, introducendo oneri
per i biglietti acquistati attraverso GDS che penalizzano le agenzie di viaggio e
conseguentemente anche gli utenti che scelgono di utilizzare il canale agenziale.
Inoltre, nel caso in cui le agenzie di viaggio dovessero modificare il modo in cui
accedono ai contenuti Lufthansa, si determinerebbero criticità operative generate
dalle diverse procedure di gestione delle prenotazioni, creando una situazione sfavorevole
non solo per gli agenti di viaggio ma anche per i consumatori finali: i viaggiatori
infatti, potrebbero trovarsi nella condizione di dover pagare di più per lo stesso
servizio di cui beneficiano attualmente. Questo nuovo modello renderà più complesse
le procedure di comparazione, penalizzando la trasparenza nel settore, che si tratti
di operatori professionali o di fruitori del servizio offerto dalle agenzie.