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Premio Sila ’49, Colagrande presenta “Senti le rane”

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Senti le rane (Nottetempo)

Al tavolino di un bar, Gerasim racconta a Sogliani la storia di un terzo amico seduto poco piú in là, ed è una storia molto avventurosa. Ebreo convertito al cattolicesimo per chiamata divina, Zuckermann prende i voti e diventa “il prete bello” di Zobolo Santaurelio Riviera, località balneare di “fascia bassa”: agli occhi dei fedeli passa per un santo, illuminato, alacre e innocente. Ma un pomeriggio di fine estate, mentre intorno al suo nome diventano sempre piú insistenti le voci di miracoli, a
Zuckermann si offre la visione della Romana, la figlia diciassettenne di due
devoti parrocchiani. Da lí in poi, fra pallidi tentativi di espiazione,
passioni e gelosie, cui fanno da contrappunto le vaneggianti digressioni di
Gerasim e Sogliani – dall’Uomo vitruviano agli etologi fiamminghi, dagli asceti
di Costantinopoli all’Ikea, da Rossella O’Hara all’olio di nespolo babilonese lentamente si consuma una tragedia sentimentale che travolge l’intera comunità e trova il suo epilogo in riva a un fosso… Con una scrittura comica e pastosa, Colagrande ci racconta una storia e, insieme, il racconto che ne fa una coppia di inattendibili biografi.

Paolo Colagrande (Piacenza, 1960) ha vinto nel 2007 il Premio Campiello Opera Prima con Fídeg, suo romanzo di esordio. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo, Kammerspiel (2008) e Dioblú (2010). Per
nottetempo ha pubblicato Senti le rane nel 2015 (Finalisti Premio Campiello 2015).