Il consiglio comunale di Nardodipace, nel Vibonese, è stato sciolto su iniziativa del Consiglio dei Ministri. La decisione è stata presa «al fine di consentire il risanamento delle istituzioni locali dove sono state accertate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata». Lo scioglimento è diretta conseguenza dell’inchiesta “Uniti per la Truffa” che ha portato all’arresto del sindaco Romano Loielo, nonché del vicesindaco Romolo Tassone, figlio di Rocco Tassone, considerato il boss del “Locale di Cassari” (già condannato a 13 anni in primo grado nel processo “Il crimine”), e di altre due persone. Da quell’indagine sarebbero emerse una serie di anomalie riguardante la presenza di associazioni, ritenute dal pm Michele Sirgiovanni, fittizie sorte con lo scopo di intercettare i finanziamenti del Por Calabria.