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Un passo indietro fatale e riparatorio

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«(…) in attesa che la giustizia faccia il proprio corso, si invitano i fedeli tutti a restare uniti nella preghiera per esprimere la vicinanza al sacerdote nel clima di quest’Anno della Misericordia», ma poi tutto si trasforma come dentro in una settimana enigmistica, in «(…) in attesa che la giustizia faccia luce sulla vicenda, si invitano i fedeli tutti a restare uniti nella preghiera nel clima di quest’Anno della Misericordia». Così la Diocesi di Palmi si esprime (e non si esprime) dopo l’arresto di un suo pastore della fede, fermato per un presunto caso di “prostituzione minorile” ed altri reati come “sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico ed adescamento di minorenni”. La situazione è che una notizia così grave va data e dovrà essere vagliata in maniera dura e senza riserve. Non si può giocare con i “refusi” e non si può giocare con la serietà, ossia quella che il Vescovo Milito dovrebbe immediatamente attuare, cioè la sospensione del sacerdote indagato per fatti che consegnano all’anima ed alla morale un sentimento orripilante.
Sicuramente ci saranno come capita in questi casi, la schiera dei negazionisti e dei giustizialisti, ma si cerca di stare in equilibrio con la pacatezza dei giudizi finché non si arrivi ad una sentenza finale. Ma nulla toglie che le accuse sono gravissime e pongono nuovamente in seria discussione, la morale (o la doppia morale) della Chiesa.

Il vescovo Milito dovrebbe rileggersi quello che Papa Francesco quando disse che «Il prete deve portare il bambino o la bambina alla santità. E questo si fida di lui. Invece di portarlo alla santità, lui lo abusa. È gravissimo, è come fare una messa nera. Invece di portarlo alla santità lo porti a un problema che avrà per tutta la vita», l’educazione e l’esempio ai fedeli sta nell’allontanare chi commette questi peccati definiti dal santo pontefice come “messe nere”.
La coscienza e la morale sono elementi fondamentali per una corretta condizione dell’amore e dell’amare quel Dio che gli stessi accompagnano in tutte le loro preghiere, nei loro discorsi, nelle loro benedizioni, ma sarebbe anche “cosa buona e giusta” far accompagnare tali parole ai fatti, e sospendere immediatamente il sacerdote arrestato in attesa che la verità (e non solo la loro ma anche quella della Giustizia faccia il suo corso).

(gl)