Acqua pubblica, Parentela (M5s) difende referendum 2011

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«In Commissione Ambiente alla Camera gli emendamenti del Pd calpestano la volontà
popolare espressa da 27 milioni di italiani nel 2011 attraverso il referendum sull’acqua
pubblica». È quanto sostiene il deputato M5s Paolo Parentela, che aggiunge: «Gli
italiani hanno espresso con forza la volontà di un servizio idrico integrato che
sia pubblico. La gestione del bene per eccellenza, ovvero l’acqua, non può essere
gestita da aziende che perseguono le finalità dell’utile di bilancio. La Calabria
e la Sorical ne sono il più chiaro esempio, visto che nel pacchetto azionario dell’azienda
che gestisce la nostra acqua vi è una multinazionale del settore e i disagi del
servizio sono sotto gli occhi di tutti i calabresi».
«In Italia – continua l’esponente M5s – gli investimenti in infrastrutture
è calato del 19% nelle zone in cui la gestione è affidata ad un privato. Questo
perché l’unica finalità delle aziende private non è quella di offrire un servizio
efficiente al cittadino, ma quella di ottenere utili. Utilizzano le bollette dell’acqua
come un bancomat mettendo sotto ricatto i comuni e i cittadini sull’erogazione».
Il parlamentare continua: «Gli italiani devono sapere che Renzi ed i suoi sodali
utilizzano la volontà popolare come carta straccia. Avevamo portato in parlamento
la proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta dal forum dell’acqua, ma i
parlamentari del PD se ne infischiano della democrazia. Il fine unico di questo governo
è continuare a garantire utili alle lobby di potere che gestendo l’acqua possono
gestire la vita dei cittadini».
«A questo punto – conclude Parentela – insieme al gruppo parlamentare del M5s,
abbiamo deciso di ritirare le nostre firme dalla proposta di legge. L’acqua è un
diritto universale, non una merce su cui continuare a speculare».