“Lotta alla ‘ndrangheta: perché vincere si può”. Su questo tema si è aperta ieri, nell’incantevole scenario dell’Arena dello Stretto di Reggio Calabria, la settima edizione di Tabularasa, la rassegna di incontri dedicati al dialogo e alla cultura, organizzata da Giusva Branca e Raffaele Mortelliti. Ospite della serata il procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, intervistato dalla giornalista de Il Sole24Ore Raffaella Calandra. Diversi i temi trattati: dal narcotraffico alla zona grigia; dalle amministrazioni locali, alla carenza di organico negli apparati giudiziari; dai testimoni di giustizia, alle serie tv. Tutti scenari trasversalmente interessati dal fenomeno criminale. L’apertura del confronto si è incentrata sulla recente operazione “Due mari”, sull’asse Colombia-Italia, che ha portato al sequestro di 11 tonnellate di cocaina e che ha visto come promotori esponenti della cosca di Platì.
“Si tratta di persone dotate di un’intelligenza criminale superiore a quella economica – commenta il procuratore Cafiero De Raho -, e arrivano a trattare con imprenditori di altissimo livello”. Una rete capillare sul territorio, quella della ‘ndrangheta, che finisce per assumere diverse forme e colori sfumati.
“Nel tessuto socio-economico ci sono professionisti, imprenditori e politici che si muovono nella stessa direzione della ‘ndrangheta, favorendone gli interessi”. Alla domanda se il commissariamento del Comune di Reggio abbia potuto risolvere qualcosa, Cafiero De Raho risponde: “La nuova amministrazione è formata da giovani preparati, ma opera su una base burocratica del passato. Qualcosa è stato fatto, ma bisogna andare oltre. E’ necessaria una legge che consenta di mettere mano in tempi brevi ed efficaci alla riforma della macchina burocratica, in particolare sulla sostituzione o trasferimento dei dirigenti”.
Da qui il commento sul recente attentato intimidatorio ai danni dell’assessore ai Lavori pubblici Angela Marcianò: “E’ un fatto grave che richiede la massima attenzione investigativa. Del resto il settore guidato dall’assessore è particolarmente delicato e la sua presenza costante nei cantieri probabilmente è scomoda”. Sul fronte giudiziario Reggio aggiunge: “Esiste una netta sproporzione tra le forze dell’ordine e gli organici degli uffici giudiziari. Le prime sono rapportate alla criminalità; i secondi sono stati adeguati alla popolazione, senza contare l’indebolimento dovuto alla “fuga” dei magistrati. Di fronte a questo scenario diventa insostenibile un’azione giudiziaria efficace. Il Csm ha già bandito i concorsi cercando di ottenere dal ministero di incentivi di carriera per chi sceglie Reggio”. Su quale antidoto sia necessario per sconfiggere la ‘ndrangheta Cafiero De Raho non ha dubbi: “C’è un miglioramento rispetto al passato, perché la gente ha iniziato a collaborare. Abbiamo finora cinque testimoni che hanno denunciato e fatto arrestare esponenti della cosca De Stefano. La ‘ndrangheta la possiamo battere se tutti condividiamo l’esigenza di essere liberi. Ma il cittadino deve essere più vicino allo Stato”.