Fare sport è bellissimo, ed il gioco del calcio fa bene fino
a che….non incontri un capotreno che ti fa scendere dal treno. Una brava
scrittrice ed educatrice statunitense disse una volta che “Il più grande risultato
dell’educazione è la tolleranza”, quella che non hanno avuto tre minorenni
malcapitati tra le grinfie di un rigido capotreno che incurante anche della
loro età, li ha fatti scendere dal treno perché sprovvisti non del biglietto,
ma della vidimazione che deve essere fatta per regolamento prima di salire su
un treno. Una rigidità mentale che sa molto di trogloditismo sociale. Capisco che
i regolamenti vanno rispettati, ma arrivare a far scendere in una stazione, in
questo caso quella di Bagnara, e soprattutto dei minorenni dove lo stesso Stato
italiano per costituzione regola la loro tutela, non è stata un’azione degna di
merito né di onore. Al di là dei regolamenti che devono essere rispettati, però
ci sono delle leggerezze sociali specie se non si tratta di furbi conclamati,
conviene applicarle, a maggior ragione se a farne le spese sono dei ragazzini.
La cosa che più lascia basiti, ma soprattutto fa pensare,
per amor di Dio il capotreno ha applicato sicuramente il regolamento, la non
curanza di lasciare dei ragazzini in preda allo sbaraglio e magari al
disorientamento in una stazione e magari non farli arrivare a destinazione e
poi identificarli con dei documenti e notificare un’eventuale multa e spedirla
ai loro genitori. E non disorientarli fino al punto a far chiamare i loro
genitori per venirli a prenderli in una stazione che non era quella di arrivo.
Non so chi sia il capotreno né mi interessa saperlo, quello
che conta è l’azione ed è il gesto che è partito, sicuramente è acclarato che
in questo paese, è sempre più difficile capire che la tolleranza è un dono
della mente. Il grande Voltaire si chiedeva cosa fosse la tolleranza e la
risposta è stata che tale è “la prerogativa dell’umanità. Siamo tutti impastati
di debolezze e di errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze:
questa è la prima legge di natura”. Essa richiede al cervello lo stesso sforzo
necessario per stare in equilibrio su una bicicletta. Ecco, vorrei dire al
capotreno, lei in bicicletta ci sa andare o rischia di cadere?
(GL)