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Klaus Davi aggredito a Gioia Tauro sotto casa Piromalli

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Sabato mattina, il massmediologo e giornalista Klaus Davi è stato
ripetutamente spintonato e insultato a Gioia Tauro, sotto la villa
dell’avvocato Gioacchino Piromalli (classe 1969), accusato di appartenere
all’omonima cosca e ora è libero, a seguito della sentenza di assoluzione
nel processo “Cent’anni di storia” ,del maggio 2008.

Il giornalista era a Gioia Tauro per realizzare un servizio sull’omicidio di
Ferdinando Caristena, assassinato nel 1990 dalla ‘ndrangheta, per mano del
clan Molè – Mazzitelli, a causa della sua presunta omosessualità. Dopo aver
intervistato, con il suo co-autore Alberto Micelotta, il sindaco della città
Giuseppe Pedà, si è recato sotto l’imponente residenza dell’avvocato per
chiedere se si trovasse in casa. Un signore di circa 60 anni, ha iniziato a
spintonarlo e insultarlo ripetutamente: “Sei un pezzo di merda, dai fastidio
a questi ragazzi (riferito a Piromalli e ai parenti ndr) , adesso ha rotto,
lei a questi ragazzi li deve lasciare stare…sta rompendo i coglioni lei,
chi ti ha dato il permesso di parlare male della mia Calabria?”. Alle offese
Klaus Davi ha controbattuto: “Scusi ma a chi sto dando fastidio, mi faccia i
nomi?” e per tutta risposta il signore lo ha spintonato e minacciato più
volte. Dato che la situazione rischiava di degenerare,sono intervenuti
tempestivamente gli agenti della Digos che hanno identificato il
sessantenne. La presenza della polizia però non è servita a mitigare il
clima surriscaldato tant’è che ad un certo punto il signore si è rivolto a
Davi dicendo:” Ma vuoi vedere che ti gonfio la faccia davanti alla
Polizia?”. Il giornalista ha pubblicato il video dell’aggressione visibile
al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=FUQMvBLM334
<https://www.youtube.com/watch?v=FUQMvBLM334&feature=youtu.be>
&feature=youtu.be e lo ha consegnato questa mattina alla Procura di Reggio
Calabria. Nonostante l’intimidazione, Klaus Davi è andato comunque a
citofonare alla villa di Gioacchino Piromalli. A rispondergli è stata la
moglie la quale, senza aprire la porta, lo ha informato che non era
possibile incontrare il marito nonostante la promessa che lei stessa aveva
fatto a Davi a telecamere accese in un precedente servizio.

“Questo ennesimo episodio dimostra come molte famiglie si sentano e di fatto
siano padrone assolute del territorio. Fanno il bello e il cattivo tempo e
mandano avanti anche persone incensurate per ribadire il loro potere
assoluto” commenta il massmediologo. “Quando vedo queste cose mi domando:
Dov’è lo Stato? Dov’è la politica? Come si può consentire che la ‘ndrangheta
arrivi al punto di creare un clima che aizza cittadini comuni e incensurati
contro i giornalisti? Perché questa situazione inaccettabile di totale
controllo del territorio, più volte denunciata dal Procuratore Federico
Cafiero de Raho, non determina un intervento netto e deciso della politica?
Perché non se ne occupa la commissione parlamentare antimafia?”.