CITTANOVA – Il commissariamento straordinario della Banca di Credito Cooperativo di Cittanova assume un connotato sempre più nazionale. Ad interessarsi all’intricata questione è l’autorevole quotidiano economico-finanziario “Il Sole 24Ore”. E da Montecitorio arriva anche un’interrogazione parlamentare con il deputato Pd Demetrio Battaglia. Ma è l’articolo a firma del giornalista Davide Colombo “Bankitalia commissaria Bcc Cittanova” che definisce il quadro della scelta drastica operata da Banca d’Italia nei confronti della Bcc-cittanovese.
L’articolista scrive di «gravi irregolarità e ripetute violazione delle norme antiriciclaggio», motivazioni alla base del commissariamento della Banca di Credito Cooperativo di Cittanova. «Il provvedimento – spiega – è scattato dopo un’intesa azione della Vigilanza partita nel 2014 con le prime ispezioni che avevano fatto emergere irregolarità presso una filiale e alcuni episodi di infedeltà da parte di alcuni dipendenti».
In particolare, la banca era stata sollecitata a sostituire il direttore generale, a potenziare i controlli sul credito e sull’antiriciclaggio. «Ma la Bcc – scrive ancora nell’articolo il giornalista de “Il Sole24” – che conta su otto filiali e 59 dipendenti nella provincia Reggina, nel 2015 aveva dapprima licenziato il direttore generale per poi riassumerlo presso la rete territoriale».
Una seconda azione ispettiva è così ripartita in gennaio e ha portato nuove, significative risultanze. Sono emerse, infatti, gravi violazioni della normativa antiriciclaggio e un elevato numero di relazioni intrattenute dalla Bcc con controparti interessate da indagini o provvedimenti della Direzione Distrettuale Antimafia o con soggetti a loro collegati. «Numerosi – scrive il cronista economico – i finanziamenti concessi a soggetti sotto indagine ed è stata accertata persino una movimentazione anomala e per importi significativi (circa 25 milioni nell’ultimo triennio, importi inusuali per una Bcc) nonostante il rischio di riciclaggio».
Nella fattispecie è emerso che la banca non aveva attivato alcuno degli interventi chiesti dalla vigilanza. Da qui la scelta di far scattare l’amministrazione straordinaria, nonostante la Bcc abbia una situazione patrimoniale più che adeguata. Parametri finanziari e patrimoniali più che positivi. «Via Nazionale – conclude Colombo – su questa vicenda ha preso contati con l’autorità giudiziaria nell’ambito della consueta e proficua collaborazione.
Nel frattempo, da Roma, arriva dal deputato “dem” Demetrio Battaglia un’interrogazione a risposta in Commissione finanze al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sulla vicenda della banca cittanovese. «Quali iniziative – scrive nell’interrogazione – nell’ambito delle proprie competenze, intenda assumere il Ministro dell’Economia Padoan al fine di monitorare la situazione della Banca di Credito Cooperativo di Cittanova a garanzia di quanti, soci e correntisti, hanno sempre agito correttamente e ora sono fortemente preoccupati sul futuro di tale istituto di credito»
E a questo punto ci si chiede perché la Bcc di Cittanova nello scorso autunno era stata individuata dalla Banca d’Italia come: «Polo bancario aggregante nel contesto della regione calabrese?». Un progetto di fusione per incorporazione della Bcc con la consorella Montepaone. Progetto che lo scorso 27 novembre è stato respinto dall’assemblea dei soci della filiale catanzarese. Quindi disegno naufragato e archiviato. Ma l’interrogativo sorge spontaneo. Se la Bcc di Cittanova era sotto la lente d’ingrandimento, con un ruolo ispettivo e d’indagine della Banca d’Italia, iniziato già nel 2014, perché Via Nazionale aveva concesso di aggregarsi con la filiale catanzarese considerando l’istituto cittanovese «polo bancario aggregante?». Un controsenso?