Il progetto promosso da una rete di istituti dell’alto Ionio Cosentino e che
vede come capofila l’Erodoto di Corigliano in provincia di Cosenza, oltre a
promuovere e far conoscere le produzioni di eccellenza regionali come il
pane appunto, offre lo spunto per una serie di riflessioni proprio sui
grani, le farine il pane e la pasta. L’argomento è di stretta attualità e
coinvolge direttamente i giovani ed i giovanissimi, la sempre maggiore
diffusione di snack o merende per non parlare poi della crescita
esponenziale dei fast food all’americana, pone delle serie problematiche
salutistiche alle quali c’è la necessità di dare adeguate risposte. La
presenza di grassi dannosi alla salute, di conservanti e coloranti sono solo
alcuni dei pericoli ai quali sono esposti i bambini, gli adolescenti e
ovviamente anche gli adulti. Ma ci siamo posti la domanda che grani vengono
usati per realizzare merendine e panini? e questi sono trattati in modo
adeguato? Negli anni settanta l’industria alimentare ha iniziato a
sostituire i grani tradizionali, tra i quali si annoverano il Senatore
Cappelli, il Timilia, il Saragolla e numerosi altri con alcune varietà più
produttive e resistenti come il Creso, frutto però di manipolazioni dovute
all’esposizione a raggi gamma, proprio queste tipologie di grani oggi sono
la materia prima per le farine adoperate normalmente dall’industria
alimentare. L’incremento delle cosiddette intolleranze alimentari nelle
nuove generazioni probabilmente ha origine da queste mutazioni che il grano
ha subito. Come se non bastasse questo grano nel tempo è stato sempre più
finemente lavorato, fino a realizzare farine doppio 00 non facilmente
assimilabili dal corpo umano, se a ciò aggiungiamo che per aumentare la
produzione e far raggiungere prima a maturazione il grano, l’industria
agraria utilizza il glisofato prodotto di sintesi chimica imputato di essere
all’origine di molte patologie, il quadro che ne viene fuori non è molto
edificante. Il progetto, Pane Amore e made in Italy si fa portatore nei
diversi incontri ed eventi di informazioni volte a sensibilizzare genitori e
ragazzi su questi temi. L’iniziativa pensato dalla dirigente Susanna Capalbo
e dal Prof. Alessio Fabiano vede partner diverse associazioni tra le quali
anche L’Accademia delle tradizioni enogastronomiche di Calabria, ente che
lavora per il recupero e la valorizzare le produzioni tipiche e tra queste i
grani antichi, che danno sicuramente prodotti di alto valore salutistico
oltre che organolettico. Maggiori informazioni sono presenti sul sito web
paneamore.org e sui social.