Teatro, la compagnia reggina CarMa trionfa all’Augusteo


di Giuseppe Campisi

Napoli – Ennesimo riconoscimento per la compagnia teatrale reggina CarMa. Al teatro Augusteo di Napoli infatti la compagnia guidata dall’attore e regista Michele Carilli ha sbancato la VIII Edizione della Rassegna di Teatro Amatoriale con la piece “1861, La Brutale Verità” tratto dall’omonimo pluripremiato romanzo dello stesso Carilli. Primo premio speciale della giuria ed inserimento “di diritto” nel cartellone del prestigioso teatro per la prossima stagione. E’ stato questo il traguardo raggiunto da una compagine tutto sommato giovane ma con una grade preparazione di base individuale alle spalle unanimemente riconosciuta. Sul palcoscenico Marinella Rodà, Gabriele Profazio, Alessandro Calcaramo e Mario Lo Cascio con le musiche dei Mattanza e Carilli e con la regia di Lorenzo Praticò e dello stesso autore hanno incantato spettatori e giudici sbaragliando le 57 compagnie concorrenti e le 9 finaliste con la formula, ormai divenuta magica, del teatro/canzone che ha accompagnato nei meandri della “brutale verità” spettatori attoniti a volte disincantati rispetto al racconto ufficiale di una storia realmente accaduta ma scritta secondo le regole dei vincitori. Un successo che passa certamente attraverso “A genti calabrisi” e “Vitti nacrozza” ma anche “Angelina” e “Nui”, nelle magistrati interpretazioni di Marinella Rodà, nei fraseggi scenici impegnati di Gabriele Profazio e, non ultime, alle pregevoli esecuzioni musicali del duo Calcaramo-Lo Cascio. Ne ha fatta, dunque, di strada questo spettacolo che – messo in scena la prima volta a Cinquefrondi nell’agosto 2013 con la partecipazione del grande compianto cantautore Mimmo Martino – ha avuto un crescendo di consensi e brillanti affermazioni un po’ ovunque in Italia.«Abbiamo visto che lo spettacolo la sera dell’esibizione ha avuto un grandissimo riscontro – ha dichiarato un felicissimo Carilli – tanto più che arrivato a Napoli e da un pubblico competente come quello dell’Augusteo, per noi è stata una conferma. Poteva essere già un successo essere tra i nove finalisti ma questo importante premio ci riempie di gioia perché è anche un riconoscimento alla professionalità degli attori e dei musicisti». Una rappresentazione solida, ben strutturatanella sua voluta essenzialità, appassionante come il racconto che narra rivissuto in chiave assolutamente non critica ma storico-antropologica che immerge lo spettatore nei torbidi – e molto spesso sconosciuti – anni della “presunta” liberazione in favore dell’unità d’Italia. Una unificazione pagata a caro prezzo dai soli abitanti del meridione, soggiogati e non affrancati, umiliati e non emancipati, vincolati e non già riscattati dalle angherie di un esercito invasore in prospettiva. Una sinossi, diventata un vero e proprio marchio di fabbrica, che non è sfuggita alla giuria dell’Augusteo che ha voluto così riconoscere il giusto merito ad un’opera e ad una compagnia che, fin dal primo minuto di racconto, fa vibrare agli spettatori le corde del cuore.