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Stop rave party dopo morte 21enne

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Si susseguono sulla stampa le notizie di /rave/ non autorizzati bloccati dalle varie
forze di polizia su tutto il territorio nazionale e tutti uniti da un minimo comune
denominatore: sono raduni quasi sempre sprovvisti di qualsiasi autorizzazione da
parte delle autorità competenti che arrivano ad ospitare migliaia di giovani in
luoghi lontani dai centri abitati, tipo boschi e campagne, ricettacolo di droghe
e di musica elettronica a frequenze altissime, ma soprattutto sono quasi tutti auto-organizzati
attraverso un passaparola che utilizza il /web/ quale principale strumento di comunicazione
e d’incontro virtuale. Non più, quindi, solamente attraverso i tradizionali canali
di comunicazione, quali il cosiddetto “pierraggio”, ossia attraverso alcuni soggetti
che si sobbarcavano l’onere di contattare quanta più gente possibile anche attraverso
locandine sparse nei comuni contigui al luogo ov’era previsto l’evento. Oggi,
invece, l’utilizzo della rete consente di contattare in maniera rapida ed in forma
pressoché anonima migliaia di persone da ogni luogo ed anche dall’estero e per
tali ragioni, questi eventi diventano sempre più grandi e sempre più incontrollabili.
Tali nuove possibilità, sono purtroppo, troppo spesso, causa di conseguenze sulla
salute di chi li frequenta, tant’è che non sono rari i casi di gravi lesioni o
morti di giovanissimi, conseguenti alla frequentazioni di questi luoghi, per l’utilizzo
di sostanze stupefacenti che riescono a scorrere a fiumi proprio perché non sono
sottoposti ad alcun controllo. Proprio ieri sera è finito in tragedia un rave party
che ha visto un migliaio di giovani radunarsi in riva al Ticino a Vigevano, in zona
Ronchi, nei pressi della frazione Sforzesca. Intorno alle 19.30 un partecipante è
caduto o si è immerso volontariamente nel fiume ed è stato sopraffatto dalla corrente,
annegando. Il corpo senza vita è stato recuperato in seguito da un elicottero dei
vigili del fuoco. Secondo le prime informazioni sarebbe un 21.enne arrivato dalla
provincia di Bergamo. Di fronte alla disgrazia i partecipanti al rave, che avevano
iniziato ad affluire fin dalle 3 della notte scorsa, hanno deciso di interrompere
il rave e hanno iniziato il deflusso. Per tali ragioni, Giovanni D’Agata presidente
dello “Sportello dei Diritti”, affinché non si verifichino più fatti gravi
come quelli già accaduti anche ieri e trovandoci in un periodo /clou/ in relazione
ai /rave/ che d’estate si moltiplicano in ogni regione del Territorio nazionale,
chiede l’intervento delle Autorità, a partire dalla polizia postale che con il
suo prezioso lavoro può essere in grado in fase preventiva di verificare la sussistenza
di requisiti minimi di liceità relativi a questi/ party/ individuandone gli autori
ed in fase successiva può inviare segnalazioni alle autorità locali affinché provvedano
a fermare quelli già in corso se non provvisti delle regolari autorizzazioni.