di Giovanni Alvaro
Si è sempre detto, perché così appariva, che i grillini in larghissima misura erano da catalogare tra gli incompetenti. Ma dopo le ultime notizie, messe in circolo dalla radicale Emma Bonino e dall’ex Ministro Mario Mauro, ci si accorge che la schiera dei politici, da iscrivere d’ufficio nella categoria degli incompetenti, si arricchisce di un personaggio ‘prestigioso’ come poteva essere fino a poco tempo fa il ragazzo di Rignano sull’Arno, che già faceva parte della schiera degli imbonitori di piazza conquistando il titolo del Vanna Marchi della politica.
Ma se i grillini non creano danni perché le loro sono solo parole in libertà che è difficile possano provocare disastri, salvo nei Comuni amministrati (si fa per dire) da loro (vedi Roma e Torino per esempio), il nostro ‘incompetente’ ha provocato enormi danni all’intero Paese per aver sottoscritto un accordo capestro per il salvataggio dei migranti ed il loro scaricamento nei vari porti italiani. In pratica si è legalizzata l’invasione continua e perpetua del Paese che ha dovuto accogliere nei primi 6 mesi del 2017, oltre 85.000 unità.
Solo un incompetente o un superficiale, però, poteva sottoscrivere un accordo simile, nel quale sembra mancare qualcosa che però potrebbe essere la chiave dell’accordo stesso. C’è, chiaramente, nell’accordo l’affidamento del Coordinamento delle operazioni alla Guardia Costiera a Roma, che ha fatto gridare al successo il piccolo imbonitore di Rignano sull’Arno mentre, invece, sorvolava sulla cosa più dannosa, per il nostro Paese, che è stata quella di permettere che i migranti fossero depositati nei porti italiani anche se soccorsi e imbarcati da navi battenti bandiera di altri stati.
Andare, quindi, oggi a Tallinn a mendicare aiuti ha significato far la figura dei pirla, perché tutti gli altri Paesi (che si rifiutano di aprire i loro porti) sapevano non solo dell’accordo ‘sopra il tavolo’ ma anche di quello ‘sotto il tavolo’ (come diceva spesso Gianni De Michelis a commento degli accordi internazionali). E sotto il tavolo si trova la vera posta in gioco reclamata da. Renzi: e cioè l’eterno problema della flessibilità sui conti pubblici. A molti non sarà sfuggito che, dopo questo accordo, si è smesso, da parte dell’UE, di pressare sull’Italia per far rientrare il Paese dal disavanzo prodotto con le mancette e coi bonus elargiti a piene mani.
A Renzi, infatti, non interessano né i migranti e nemmeno la nostra Italia, a lui interessa solo il potere personale quello che il popolo italiano non gli ha fatto raggiungere il 4 dicembre scorso ma che lo stesso è convinto di poter ‘acciuffare’, senza alleanze, nelle prossime scadenze elettorali ma solo se riesce ad avere le mani libere per ripetere l’exploit degli 80 euro che hanno segnato il suo ingresso in politica. Non ha altre chance dato che sconosce le regole della politica, quelle del governare, ma conosce benissimo quelle di ottenere il consenso comprandoselo.
La vicenda dei migranti, che sicuramente Renzi ha sottovalutato pensando che, alla fine, poteva fare il gradasso in Europa sbandierando il ‘sacrificio’ dell’Italia se le cifre dei migranti fossero state compatibili col nostro Paese, è diventata per Renzi la probabile tomba politica definitiva. Un conto è fare il gradasso con 20/30 mila disperati da ospitare (che tra l’altro sono un business per le coop), altra cosa è trovarsi a registrare che a fine anno avremo superato le 200.000 unità. Ne è convinto anche lui se da qualche giorno ha cambiato linea. Capisce che il Paese non perdona e il web, ch’è lo specchio della pancia del Paese, lo sbeffeggia senza alcun freno.