Questa estate è stata per i reggini un vero incubo: da un lato, accerchiati da imponenti incendi e dall’altro, attanagliati da una crisi idrica di dimensioni impensabili. Interi e popolosi quartieri – Arghillà, Villa San Giuseppe, Ravagnese, Eremo, Centro Storico – sono rimasti senza rifornimento idrico per giorni e giorni. E’ una situazione che va denunciata con forza! L’acqua è un bene pubblico ed i cittadini hanno il diritto di poter usufruirne; contemporaneamente, l’Amministrazione ha il dovere di garantire un’erogazione adeguata di acqua potabile, anche perchè a Reggio, i cittadini pagano un canone idrico elevatissimo…sproporzionato; ed è qui che agli abitanti non tornano i conti! Se è vero che a Reggio si paga un canone altissimo, come mai non si riesce a garantire nemmeno l’erogazione minimale? Tra i punti prioritari del programma proposto all’allora candidato a Sindaco, avevamo espresso la necessità di chiudere la REGES (con riassorbimento del servizio e dei dipendenti all’interno dell’Amministrazione) perchè ritenevamo -a ragion di causa- che quel sistema inventato da Scopelliti “facesse acqua da tutte le parti”-il detto appare appropriato al caso.
Invece sappiamo tutti come è andata a finire e ci troviamo dopo tre anni, con le tasse più alte e senza acqua nelle abitazioni. Ma non vogliamo limitarci a protestare. Per risolvere la crisi idrica, bisogna investire risorse; bisogna avere un piano; bisogna sapere cosa fare! Fin dagli incontri elettorali, avevamo provato a lanciare un insieme di proposte al Comune. Al candidato Sindaco avevamo proposto di rafforzare il settore idrico. Sapevamo che era una struttura debole! Purtroppo è avvenuto il contrario: di fatto, la struttura tecnica non c’è più e l’unità operativa è stata azzerata. Siamo partiti con un Dirigente e tre Tecnici qualificatissimi; di questi oggi, ne è rimasto uno solo, che andrà in quiescenza il mese prossimo! All’erogazione concreta- gestione serbatoi, manovre, ect..- sono rimasti 7 manovratori, per tutta la città! Queste figure essenziali, oggi non sanno nemmeno da chi dipendono, essendo stati all’epoca esternalizzati ed oggi facenti parte, di una società in crisi, se non già sciolta, sono sottopagati. Eppure con grande dignità, ogni mattina alle cinque, si presentano ai vari serbatoi, recandosi -si badi- con le proprie auto. Senza di loro, rimarremmo senza acqua!
Ma il Sindaco, queste criticità le conosce? Avevamo infine presentato un piano scritto da tecnici qualificati, che prevedeva prima di tutto, una rivoluzione nelle reti ed una generale sostituzione delle condotte – iniziata, ad onor del vero, ai tempi di Italo Falcomatà, con fondi POR -. Le condotte sono fradice e vanno sostituite, se si vuole veramente affrontare la problematica idrica. Tutti sanno, che lungo le reti, si perde il 30-40% dell’acqua che esce dai serbatoi. Bisogna rifare gli impianti dentro i pozzi e dentro i serbatoi, tanto vecchi, da non consentire spesso le manovre necessarie. Tutti lo sanno e allora, perchè non si interviene? Purtroppo, la sensazione diffusa è che l’Amministrazione in carica, non sia riuscita a comprendere le vere priorità, tant’è che dopo tre anni, non si vede attenzione, non si investe in progetti che possono realmente risolvere temi delicati come questo.
Attenzione: quello che lamentiamo non è un deficit del Settore Lavori pubblici ma una miopia nelle scelte strategiche; una cecità nell’investire risorse; in questi tre anni l’Amministrazione non ha investito alcuna somma importante nel comparto idrico; né entrate comunali né fondi POR. Nei Piani Triennali delle Opere Pubbliche (laddove si può leggere in quale senso va la volontà dell’Amministrazione) non si trovano investimenti atti a cambiare il senso delle cose; a rivoluzionare un comparto in crisi; nella Pianta Organica del Comune non si vedono spostamenti di risorse umane verso questo settore. Ma se non si pensano e si adottano investimenti mirati e lungimiranti perché ci si meraviglia se d’estate manca l’acqua nelle abitazioni? La domanda ha un destinatario: il Sindaco (e la sua maggioranza) al quale chiediamo con forza che spieghi la – ormai accertata – miopia istituzionale in questo delicato settore della vita della comunità.
Sappiamo che le deficienze idriche non sono da attribuire solo all’Amministrazione Comunale ma investono anche altri enti (Città Metropolitana, Regione). Solo ieri i giornali hanno dato notizia di una indagine che la Regione sta portando avanti per scoprire eventuali abusi nell’erogazione idrica. Ma leggendo l’articolo si evince pure che questa indagine ha dei costi elevatissimi (appalto milionario). Ci domandiamo: ma non sarebbe stato più utile spendere questi soldi per completare i lavori sul bacino idrico della diga del Menta, in modo da poter garantire da subito acqua buona e sufficiente ai reggini? Ed invece sempre ieri il Presidente Oliverio ci ha informato che la “fine lavori sulla Diga del menta” slitta ancora! Davvero la vicenda della Diga del Menta sembra somigliare molto alla “tela di Penelope”.
Partito Comunista Italiano – Federazione di Reggio Calabria
Lorenzo Fascì