di Jessica Malagreca
Si è svolto il giorno 9 Agosto, dalle ore 19.00 presso la splendida Scalinata di via Toselli a Palmi, accanto l’incantevole Villa Comunale Mazzini, il primo di una serie di incontri riguardanti l’interessante mondo della bellezza vista da diversi punti di vista, non solo come si intende ai giorni nostri.
“Una notte d’estate dedicata al dialogo, una riflessione sulla bellezza in relazione al mito e all’architettura.”
Al Convegno, organizzato dall’Associazione Caleidoscopio soprattutto nella persona di Giuseppe Crea , moderatore e inventore della scenografia della serata, affiancato da Francesco stilo. Hanno partecipato Il Maestro Saro Alati che ha allietato e accolto i presenti con delle melodie jazz suonate al pianoforte, il Professore Domenico Rosaci del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, delle Infrastrutture e dell’Energia Sostenibile dell’Università di Reggio Calabria, che si è occupato della parte riguardante il mito della bellezza, partendo dalle origini, dalla Dea Venere, attraversando arte e letteratura (soprattutto Dostoevskij) per arrivare ai giorni nostri con la bellezza distorta del Cinema di Sorrentino; il Professore Ottavio Amato, Direttore Generale della medesima struttura che invece ha parlato della bellezza che si mostra tramite le diverse forme dell’architettura. Presente anche l’Assessore alla Cultura ed Architetto Wladimiro Maisano del Comune di Palmi che con emozione ha voluto salutare e intervenire con dei suoi pensieri sull’argomento trattato. Ad occuparsi degli intermezzi musicali che hanno aiutato il pubblico ad entrare nell’atmosfera, presente anche il Maestro Rocco Cannizzaro. A conclusione della serata un interessante dibattito si è svolto con l’intervento di molti ragazzi e adulti di grande cultura che hanno reso il tutto ancora più interessante.
Questo è ciò che ha dichiarato Peppe Crea, durante l’intervista: “Ciò che mi ha stupito di questa serata è stato l’entusiasmo dei relatori, faccio questa esperienza da anni tra Roma, Pavia, Reggio Calabria. Il messaggio importante che ho voluto comunicare, insistendo con forza nel voler fare lì questa serata, è quello che la Scalinata deve diventare un Piccolo Teatro, ho proposto anche al nostro Assessore di definire così questo posto cambiandone il nome cercando di valorizzandolo. Troppe iniziative ormai si fanno decentrate o troppo centrali, quel posto invece abbraccia sia chi si trova in centro che chi deve avviarsi verso il centro.
Farlo lontano dal centro invece sarebbe stato come riservare l’evento solo ad un pubblico di elite abituato ai grandi spettacoli teatrali, non per tutti, per questo ho scelto la scalinata, per renderlo alle persone un posto facile da cercare ma non troppo. Anche la scenografia da me creata voleva trasmettere un forte messaggio; ci ho lavorato per diversi giorni, era una struttura in ferro e cemento armato, contrastante con i tappeti persiani accostati alla bruttura dei pilastri che in architettura sono l’interrotto, il non finito. Il messaggio che volevo mandare era quello di lasciare il pubblico in questa visione confusa tra i relatori, noi e la scenografia stessa. Rappresentavamo due Calabrie, quella dell’architettura interrotta e quella bella che eravamo noi moderatori, organizzatori, pubblico e relatori.
Era il pubblico, messo a conoscenza di queste due realtà contrastanti a dover scegliere a quale appartenere. I relatori erano molto soddisfatti al punto che abbiamo deciso di fare un’altra serata simile, che sarà ancor meno pubblicizzata essendo il nostro un modo di fare diverso dai quotidiani, puntiamo sul passaparola, non tra i soliti noti. La cosa a cui tengo di più è che venga cambiato il nome a questa Scalinata in Piccolo Teatro di Palmi, è il momento che la creatività dei giovani che ancora lottano per restare e far crescere la propria città inizi anche qui ad essere riconosciuta”.