Tra le conseguenze dei nubifragi che nei giorni scorsi hanno colpito il
Reggino c’è anche, proprio nel capoluogo, l’allagamento dei tre saggi di
scavo che da un paio d’anni squarciano la superficie della piazza
antistante la stazione ferroviaria, intitolata a Garibaldi. Poiché Reggio,
come Crotone, è una fondazione greca sopravvissuta nello stesso sito fino
ad oggi, il parcheggio multipiano là previsto deve fare i conti con
l’affioramento di importanti testimonianze archeologiche. Nelle intenzioni
del Comune e della Soprintendenza, e per ora solo in quelle, i ruderi
dovrebbero poter convivere con la nuova infrastruttura. L’iniziativa ha del
coraggioso, se non del temerario, dal momento che per anni i Reggini hanno
conosciuto una difficilissima convivenza con gli scavi archeologici
cosiddetti di Piazza Italia, fino alla loro non del tutto risolta
musealizzazione. Pur di realizzare il parcheggio, il Sindaco Falcomata’ si
sottomette ora al rischio di una nuova Piazza Italia. E tornando al
nubifragio, nell’attesa che il Comune, dopo la recente messa in sicurezza
dei saggi, già ridotti ad immondezzai, trovi i 6 milioni necessari per
realizzare il progetto elaborato ad hoc e gratuitamente dalla
Soprintendenza, l’acqua piovana li ha trasformati in altrettante vasche. In
queste ore le relative immagini stanno facendo scalpore e un buontempone
rallegra i concittadini sul web facendosi filmare accanto ad una di esse
mentre maneggia una canna da pesca…
Non è difficile immaginare scene simili anche a Crotone, a breve. Il
progetto”Antica Kroton” ha infatti un difetto di fondo che ho denunciato e
non smetterò di denunciare: la mancanza di un obiettivo vero. Al suo posto
emerge la priorità, anzi l’urgenza, da parte dell’ente attuatore, di
spendere pur di spendere.
Nella frenesia progettuale che ne deriva, il Ministero identifica le
proprie aree di intervento tra Crotone (troppe) e Capo Colonna, dove
eseguire scavi e restauri x circa 21 milioni di euro, mentre il Comune,
che deve spenderne oltre 36 dei 61,7 a disposizione, ne individua altre
(troppe) dove fare lo stesso, dopo gli espropri che favoriranno i soliti
nomi… ll Ministero eserciterà la sorveglianza su tutti i siti oggetto di
intervento, avendo la tutela del patrimonio culturale quale prima e
principale responsabilità, ma la gestione di ciascuno sarà, alla fine,
comunale. Bene. Anzi male, vista l’incapacità senza attenuanti dimostrata
da Pugliese e soci con ArckeoUrbe, fiasco clamoroso quanto esemplare sul
quale, guarda caso, è calato il silenzio.
Non è difficile, ripeto, immaginare a Crotone ‘peschiere’ simili a quelle
di Reggio-Piazza Garibaldi, ma più numerose e capillarmente diffuse. Le
vedremo non appena il genio dei progettisti fantasma che fanno capo a
Piazza della Resistenza, senza che alcun documento ancora ne ufficializzi
compiti e responsabilità, scoperchiera’ anche la piazza medesima,
nonostante sia il solo spazio pubblico utilizzato per l’esercizio della
politica, o forse proprio per questo. L’architetto Patanè potrà vantare
ancora per poco l’esito tutto sommato felice della sua idea di sistemazione
della piazza, realizzata solo pochi anni or sono.
Lo stesso dicasi per l’indagine archeologica dello spazio retrostante le
Poste centrali, anch’essa promossa dal Comune nell’ambito di “Antica
Kroton”. Paradossalmente, infatti, mentre Reggio arranca per conciliare
archeologia e parcheggio multipiano pur di assicurarsi quest’ultimo,
Crotone, congestionata anch’essa dal traffico, decide di rinunciare ad uno
dei suoi pochissimi parcheggi in omaggio ad un concetto distorto di ‘museo
diffuso’ che vuole farci affacciare per dieci, quindici volte da passerelle
correnti sopra resti di Kroton privi di differenze sostanziali che ne
giustifichino la gemmazione. E pretende che questa opportunità, ammesso di
renderli davvero fruibili, porti in città frotte di turisti.
Nell’immediato, ben più certo è il disagio causato ai residenti dal via vai
di camion costretti a manovrare nei due cantieri citati e muoversi nel
cuore della città.
Idee vecchie e dunque superate vengono spacciate per opportunità da chi non
vuole ammettere di non avere idee ma essere mosso solo dalla fretta che
nasce dalla cupio expandendi. Facile previsione è che la Crotone post
“Antica Kroton”, cioè successiva all’impiego delle somme destinate a
ciascun intervento, sarà la città della peschiere archeologiche.
Tante nuove ‘piscine CONI’ punteggeranno il tessuto urbano, simili non al
glorioso impianto sportivo dei tempi andati ma alle odierna rovina sul
lungomare, perché destinate non agli appassionati di nuoto ma al
galleggiamento dei rifiuti e all’ammollo dei resti archeologici così, da
progetto, valorizzati. “E qualcuno dirà che c’è un modo migliore…”
Dovranno sostituire, quelle vasche, la più grande di tutte, addirittura
14,5 ettari, prevista (dal Comune) nell’area davanti alle fabbriche sotto
l’ambigua voce bonifica ma fortunatamente respinta dal Ministero. Ma non
tutto è perduto: laggiù, la recente scomparsa tra le fiamme della
piantagione di paulownia tomentosa si appresta a suscitare nuovi appetiti…*Margherita Corrado (M5S Senato)