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“Terramara-Closed”, Antonio Romeo conferma le accuse a Francesco Sposato

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Antonio Romeo, fratello dell’ex sindaco Domenico Romeo, conferma le accuse nei confronti di Francesco Sposato, già assessore comunale, che ha scelto il rito immediato ed è in carcere per associazione mafiosa a seguito dell’imponente operazione della Dda denominata “Terramara Closed” del 12 dicembre dello scorso anno. Nei fatti Antonio Romeo, assistito dall’avvocato Giuseppe Martino Romeo, accusatore di Sposato nella sua deposizione fatta alla Questura nel febbraio del 2012, inerenti alle numerose intimidazioni subìte sia nel primo mandato (2007-2009) che nel secondo (2011-2013), entrambi finiti anzitempo perché sciolti dall’art. 143 del TU, per infiltrazioni mafiose.

Da evidenziare che il primo mandato era concluso prima dello scioglimento perché alcuni consiglieri di maggioranza avevano sfiduciato il sindaco e lo scioglimento avvenne con il sindaco Romeo già decaduto. Le intimidazioni hanno riguardato l’uccisione di due cavalli, colpi di pistola sull’automobile del fratello Domenico oltre al taglio doloso di vaste piantagioni di kiwi. Secondo l’accusa, a seguito delle indagini condotte dalla Polizia di Stato, “avevano appurato che la famiglia Sposato, attraverso l’opera di mediazione dell’ex assessore Sposato Francesco (…), aveva influito sull’iter di aggiudicazione dei lavori alle ditte ad essa collegate; a seguito del rifiuto opposto dalla Giunta Romeo iniziò una serie di pressioni sul sindaco con minacce ed atti di danneggiamento”, così c’era scritto nell’ordinanza di arresto del 2017. L’interesse delle intimidazioni era per l’appalto pubblico in project financing per la “gestione pluridecennale” del cimitero di Jatrinoli.

La questione del cimitero di Jatrinoli era stata presa in considerazione dall’allora commissario prefettizio Luisa Latella con un atto di indirizzo del 22 maggio 2007, n. 49, in cui la stessa aveva annullato in autotutela l’appalto pubblico perché non rispettava alcuni parametri di trasparenza e quindi “viziato dalla mancanza delle necessarie garanzie di pubblicità e concorrenza” previste dall’ex legge Merloni vigente all’epoca dei fatti. Francesco Sposato, difeso dagli avvocati Luca Cianferoni e Maria Rosa Crucitti, ha ribadito in una sua dichiarazione spontanea la propria estraneità ad alcuna associazione mafiosa.

Lo stesso aveva fatto in una dura lettera pubblicata in esclusiva da questo giornale il 10 luglio scorso in cui asseriva, tra le altre cose, con parole durissime nei riguardi di Antonio Romeo: “Mi ritrovo da innocente con l’accusa di associazione mafiosa con custodia cautelare in carcere, per aver fatto parte come assessore nell’amministrazione (…), dal mese di giugno 2007 al mese di gennaio 2009, precisamente fino al 2 gennaio. Mi ritrovo in carcere per le accuse fatte non tanto dal sindaco allora in carica ma per le menzogne e le calunnie senza nessun riscontro fatte dal fratello, che di sua spontanea volontà si è recato alla questura di Reggio Calabria il giorno 21.02.2012 dicendo un sacco di falsità (…)”. Il processo riprenderà l’otto gennaio prossimo ed è prevista la deposizione dell’ex sindaco Domenico Romeo dove lo stesso sarà chiamato a testimoniare per confermare le accuse rilasciate alla Questura sempre nel febbraio del 2012.