Il governatore della Calabria Mario Oliverio tira dritto per la sua strada senza ripensamenti sulle nomine nelle Aziende sanitarie ed ospedaliere, nonostante l’appello del ministro della salute Giulia Grillo a fermarsi. E così la Giunta regionale, nella riunione di ieri pomeriggio – alla quale Oliverio non ha potuto partecipare per l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore impostogli nell’ambito di un’inchiesta della Dda catanzarese – ha deliberato, portando lo scontro Regione-Ministro al massimo livello. “Un grave atto di arroganza istituzionale che traccia una linea netta nei nostri rapporti”, è stato il commento del ministro Grillo in diretta su Facebook, si era detta arrabbiata per le nomine decise senza coordinamento con la struttura commissariale governativa insediatasi nei giorni scorsi fatte nella Regione con la sanità “più disastrata d’Italia”. “Farò ogni cosa in mio potere per oppormi al perpetuarsi della malagestione e quindi a queste nomine non trasparenti” ha aggiunto.
Federica Dieni, portavoce alla Camera del Movimento 5 Stelle
«Il governatore Oliverio ha dimostrato di non possedere alcun senso delle istituzioni e di considerare la Calabria come un regno ereditario, di cui si sente il sovrano assoluto. Adesso il re è nudo, e farebbe bene a dimettersi per evitare altri danni». Così la portavoce alla Camera del Movimento 5 Stelle Federica Dieni in seguito alle nomine dei commissari delle aziende sanitarie deliberate dalla giunta regionale. «Con la scelta di procedere senza alcun confronto alla nomina dei nuovi commissari delle aziende sanitarie – aggiunge la deputata 5 stelle –, il presidente della Regione ha deliberatamente provocato uno strappo istituzionale che compromette da subito i rapporti con i commissari incaricati dal governo. Quello di Oliverio è stato un atto di protervia che suona come una vera e propria sfida nei confronti del ministro Giulia Grillo, che pure aveva teso la mano al presidente della Regione nel tentativo di avviare una nuova stagione di collaborazione in materia sanitaria». «Oliverio, invece – conclude Dieni –, non pago dei disastri di cui è stato uno dei principali responsabili in questi anni, ha voluto provocare una crisi istituzionale di cui la Calabria non ha certo bisogno. Quel che è certo è che il governo del cambiamento farà tutto il possibile per limitare i danni derivanti dagli editti del presidente calabrese, il quale, se davvero ha a cuore la regione, dovrebbe seriamente valutare l’ipotesi di rassegnare le dimissioni anzitempo».
Marco Siclari, senatore di Forza Italia
“Il ministro Grillo è in piena contraddizione nel rispetto della tendenza del M5S. Dal 5 giugno a oggi non ho fatto altro che portare dati e chiedere al Governo di intervenire per mettere fine al commissariamento della salute in Calabria per risolvere il problema l’ingiustizia sociale che sono costretti a vivere i calabresi. Da sette mesi mi batto per chiedere che venga rispettato il sacrosanto diritto alla salute mettendo in evidenza lacune pericolose nel sistema sanitario in Calabria e ponendo l’accento sul fallimento del commissariamento. Nonostante tutto dal Ministro Grillo abbiamo ottenuto il nulla se non vederla sghignazzare di fronte alle mie richieste. Ma se da un lato oggi il ministro ammette lo stato di emergenza dall’altro chiede al Governatore Oliverio, che è complice dell’emergenza sanitaria in quanto ha lasciato il dipartimento regionale per la Salute senza una guida per 2 anni, di scegliere i direttori sanitari in modo congiunto con il commissario da lei nominato. Il vero problema, riconosciuto anche da Grillo, non sono i direttori, ma è proprio lo strumento commissariale”. Il senatore Forzista Capogruppo in Commissione Igiene e Sanità Marco Siclari richiama il ministro Grillo alle sue responsabilità.
“I dati allarmanti che avevo già denunciato mesi addietro, vedono la Calabria ultima, fanalino di coda dell’intero paese soprattutto per i Lea. Il Ministro sa che non può fare investimenti per l’assistenza sanitaria calabrese perché lo impedisce il commissariamento e preferisce, però, in piena contraddizione, trovare le risorse per pagare le altre regioni dove i calabresi si curano, come il Lazio, l’Emilia Romagna ecc, per un importo pari a 349 milioni l’anno (record nazionale). Essendo la sanità commissariata, il Governo, non investe ne nel potenziamento della rete ospedaliera, né nel tourn over sanitario con nuovi concorsi, né in nuove strutture private da accreditate, né aprono nuovi ospedali (come promesso dopo che hanno fatto chiudere decine di ospedali). È chiaro che la soluzione non è la nomina dei direttori che non potranno cambiare le sorti dei malati calabresi, e che sono costretti dalla gestione commissariale a fare soltanto l’ordinario cioè mantenere una gestione assistenziale fallimentare così come accaduto in questi 12 anni, con gravi danni economici e di salute ai cittadini e all’assistenza sanitaria calabrese”, ha concluso il senatore azzurro. “Quanto sta accadendo in Calabria è gravissimo. Il Ministro Grillo ammette che esiste l’emergenza in Calabria, che ho sempre denunciato, dall’altra parte Oliverio che si è dimostrato inadeguato in questi 4 anni propone soluzioni già sperimentate e che non hanno migliorato per niente la sanità calabrese. Tutti oggi aprono gli occhi e ammettono la situazione catastrofica ma nessuno propone soluzioni. Si sono limitati a litigare mediaticamente senza rendersi conto del danno enorme che fanno ai cittadini”.
Il senatore forzista capogruppo in commissione Igiene e Sanità Marco Siclari prova una manovra di confronto per ridare dignità ai cittadini che non possono più aspettare. “Un ministro e un governatore non possono litigare su un’emergenza, per questo Forza Italia si propone come interlocutore tra le parti affinché tutto insieme, perseguendo il medesimo obiettivo che è quello di garantire il sacrosanto diritto alla salute ai calabresi, per trovare una soluzione condivisa. Questi litigi esasperano la situazione già di per se catastrofica di un sistema sanitario già al collasso e, inoltre, bloccano qualsiasi procedura possibile per risolvere il problema. Sulla salute non si può perdere tempo apriamo questo confronto mettendo da parte l’appartenenza politica perche i calabresi non possono attendere e continuare a morire nella speranza che qualcuno intervenga”, ha concluso il senatore azzurro.
Francesco Sapia e Dalila Nesci, deputati M5s
«È atto di prepotenza ed arroganza sconfinate la nomina, da parte della giunta Oliverio, dei commissari di 7 aziende del Servizio sanitario calabrese, in quanto avvenuta senza alcun confronto di leale cooperazione istituzionale con i commissari del governo italiano, appena insediati». Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Francesco Sapia e Dalila Nesci, della commissione Sanità, che aggiungono: «Il governatore della Calabria e i “suoi” assessori hanno ignorato l’invito alla ragionevolezza rivolto loro dal ministro Giulia Grillo. Un invito in favore dei calabresi che subiscono disservizi e carenze molto gravi per colpa di un sistema politico-affaristico che privilegia interessi elettorali ed economici di comitati di potere, così aumentando l’emigrazione sanitaria e mortificando i tanti medici, infermieri e altri operatori che lavorano in trincea per garantire buone cure e adeguata assistenza». «La conferma – continuano i parlamentari 5stelle – di Raffaele Mauro alla guida dell’Asp di Cosenza è la riprova che gli accordi elettorali di Oliverio con la coppia Adamo-Bruno Bossio contano più dei fatti e dell’interesse pubblico. Il manager, già messo a capo dell’Asp di Cosenza contro cui aveva vinto una causa per depressione da servizio, non ha raggiunto – ricordano i 5stelle – l’equilibrio di bilancio, ha proceduto a reclutamenti di personale in violazione delle norme e ha tentato di designare 14 primari senza l’autorizzazione commissariale. Se non bastasse, da ultimo Mauro ha conferito, a pochi giorni dalla scadenza del mandato, un incarico dirigenziale alla moglie del politico Franco Pacenza, episodio su cui stiamo svolgendo i dovuti controlli». «Angela Caligiuri, che come Mauro – proseguono i 5stelle – ha prodotto disavanzi di bilancio, è stata invece riconfermata all’Asp di Vibo Valentia, nonostante gli anomali concorsi dei mesi scorsi, su cui vi sono specifiche indagini. Collocata al timone dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Catanzaro, Caterina De Filippo è come Giuseppe Fico, piazzato all’Asp di Catanzaro, responsabile di disavanzi di bilancio: la prima al policlinico universitario, il secondo all’Asp di Crotone». «Le nomine in questione – concludono Sapia e Nesci – sono inaccettabili sia per il metodo che per il merito. Per questo abbiamo già chiesto al ministro della Salute di valutare la sostituzione, per il tramite dei commissari Cotticelli e Schael, di questi manager con soggetti attuatori, oppure l’esplicita attribuzione, ai delegati del governo, del potere di nomina dei vertici delle aziende del Servizio sanitario regionale».
Comitato spontaneo cittadini in difesa per il diritto per la salute di Cassano allo Ionio
La montagna ha partorito il topolino. La Giunta Regionale ha nominato i direttori generali delle aziende sanitarie. Lo sostiene in una nota Francesco Garofalo, Portavoce del Comitato Spontaneo di Cittadini per la Difesa per il Diritto per la Salute di Cassano All’Ionio. Per quello che riguarda più da vicino la provincia di Cosenza nulla di nuovo sotto il cielo. Ma come si fa a non a rendersi conto, che oramai la sanità in gran parte della provincia è al collasso. Un esempio per tutti – evidenzia Garofalo -, il caso emblematico del Poliambulatorio ubicato presso la struttura ospedaliera di Cassano. Il nuovo ufficio del Cup risulta senza un impianto di riscaldamento adeguato. Dicasi stessa cosa per le sale di attesa e corridoi. Servizi igienici lasciati nell’incuria totale. Ho dovuto constatare con profondo rammarico, vedere persone anziane, soprattutto, in questi giorni di condizioni climatiche avverse, in fila nelle gelide sale di attesa. Persiste, nonostante le nostre continue sollecitazioni, a dover guardare inermi il reparto di odontoiatria con tanto di attrezzature all’avanguardia, ad oggi, mai utilizzato, a danno dell’intera collettività. Anziché, – continua la nota di Garofalo -, registrare il miglioramento dei servizi con l’apertura dei nuovi reparti, si assiste al continuo depauperamento di quelli già esistenti. Ad oggi, non comprendiamo le motivazioni per le quali è stato sospeso il laboratorio di endocrinologia. Se Atene piange, Sparta non ride, in quanto da più tempo non si è provveduto alla nomina del nuovo responsabile del laboratorio d’analisi.
Atteso, il perdurare dello stato delle cose, le manifestazioni di protesta e le varie comunicazioni inviate alla Direzione Generale dell’Azienda Sanitario Provinciale di Cosenza, non possiamo rimanere impotenti dinanzi ad una vicenda di primaria importanza per la salute dei cittadini, che si trascina da oltre quarant’anni. Da qui, la decisione di sollecitare l’attenzione della magistratura competente.