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Audizioni antimafia in merito alle canzoni inneggianti la malavita

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Il 28 gennaio scorso anticipavo ai media che la Commissione “Antimafia”, attenta anche a tutto ciò che riguarda l’immaginario e l’autocelebrazione della criminalità organizzata, stava monitorando la polemica montata sulla stampa calabrese circa il videoclip di una canzone che sembrava ammiccare al quel mondo e citava espressamente Cirò Marina, cantata da un ragazzo del luogo. Sollecitata anche da me, la Commissione, con il favore del presidente Morra, ha fissato per mercoledì 9 marzo, nella seduta plenaria n. 166, le prime audizioni di esperti del fenomeno generale in cui s’inquadra quell’episodio e di conoscitori dell’ambiente socio-culturale dove le canzoni di malavita (e i relativi video) nascono e prosperano, soprattutto fra i giovanissimi. Il Crotonese non è nuovo a simili pratiche, alle quali assicura da tempo un’utenza importante e in passato ha offerto anche contributi originali. Per questo motivo, l’episodio d’inizio 2022, con il suo corollario di reazioni scomposte, sui social, nei confronti del Sindaco di Cirò Marina, che a nome della comunità si era subito dissociato dal videoclip e dal film che si prevedeva di girare successivamente, non può passare inosservato. Posto che un disegno di legge a mia firma mira all’introduzione, nel codice penale, del delitto di istigazione e apologia della criminalità (A.S. 1839), ma depositato già da due anni è fermo da giugno 2020 in Commissione Giustizia, è indubbio che la forza evocativa e il senso di appartenenza che la musica e il canto alimentano nei ragazzi in formazione sono uno strumento formidabile per forgiare il loro sistema valoriale. Lo Stato, perciò, deve offrire loro modelli sani di riferimento e al contempo aiutarli a prendere le distanze da tutto ciò che potrebbe, affascinandoli, indurli ad abbandonare la strada della legalità e della convivenza civile basata sui valori fondanti del rispetto reciproco e della solidarietà.