La querela di qualche boss della ‘Ndrangheta non ferma la volontà di informare i cittadini da parte del nostro quotidiano
Giu 25, 2022 - redazione
Di Luigi Longo
Ricevere una lettera per raccomandata, dopo ore di attesa nell’ufficio postale, da un legale per nome e per conto di uno dei più importanti boss della Ndrangheta calabrese di una richiesta di risarcimento e denuncia penale , per aver raccontato la storia criminale di quel boss, considerato il Pablo Escobar della Ndrangheta calabrese. Non è molto piaciuta al boss, anzi al presunto boss…Nulla contro il diritto di querelare se qualcuno si sente diffamato da un giornalista . Ma la storia raccontata è passata al vaglio da inchieste giudiziarie da varie procure italiane. In ogni caso, gli avvocati , conoscono molto bene la nostra opinione , se un loro cliente viene assolto, non devono fare altro che inviarci le carte del Tribunale che attesta l’assoluzione del proprio cliente. Noi li pubblichiamo integralmente , senza nessuna censura. Tutti conoscono la nostra linea editoriale, accusa e difesa per noi devono avere pari diritti.
Senza l’invio delle carte processuali, noi non cancelliamo nessun articolo, sia ben chiaro a tutti.
Il mestiere del giornalista, sta diventando sempre più complicato, ma la passione di informare, in tanti di noi, sta nel DNA. Tutti devono sapere, noi, non abbiamo timore di mafiosi o ndranghetisti che possono intimidirci, non abbiamo paura di nulla, quando raccontiamo la verità. Senza questa passione morbosa, in tanti avrebbero gettato la spugna.