Due Popoli, due genocidi
È ancora possibile parlare di soluzione diplomatica e condivisa?
Anzi, lo è stato mai?
Qui, giunge il ragionamento, fondato su di una spietata ‘real politik’, la quale allorquando diviene aconcettualita` non di pertinenza a Statisti, bensì a “Masnadieri” (termine usato, con calzante e giistificato disprezzo, avverso i plurimi ‘non avveduti’, dal mio ‘Grande Flaminio Piccoli’), la tal categoria (cioè dei mannadieri), produce, solamente disastri, al pari di quello raffigurato da James Ivory, nel suo celeberrimo film ‘Quel che resta del giorno’.
Ordunque la situazione cogente, nel frangente mediorientale, non lascia spazio all’ottimismo e fa prendere sempre più piede circa l’implacabile scoramento, a cui lo si ritrova in ‘discutibile compagnia’ di una neoficita` elevata a sistema, ovviamente deprecabile.
Ero stato ‘profeta inascoltato’, proprio il 28 Ottobre e prima delle manifestazioni pubbliche previste in favore dei Palestinesi, sulle ricadute di alcuni Paesi di specie, in primis la Turchia -si badi bene, parliamo di uno Stato aderente alla Nato- con lo stesso Presidente (e aspirante Sultano?), Erdogan ad arringare la sua folla.
Non esprimo giudizi, poiché bisogna attenersi alle giuste forme di cautela, semmai analizzo i fatti, poiché io sono la politica, quindi elaboro proposte e strategie.
Modestia a parte, lo dimostro ogni giorno -al punto che ‘insolenti fioritumi dei tre colli’ (sarà una sottospecie di un un sottoprodotto, tipico del politicume? Si!), non solo non lo accettano, ma essendo, dal punto di vista dell’ ‘ideologicume’ una sorta di ‘vespasianita` ambulante’, non lo ammetteranno mai- epperò devo analizzare una realtà esistente ed in essere, senza farmi prendere dalle emozioni, semmai cercando di indicare una strada, la quale ha insita la visione e l’attuazione.
In più, soprattutto il sottoscritto, proprio per conosciute forme di ‘implicazione familiar-coniugale’, mai e men che mai, potrebbe dare adito a precostituite, inopportune e non dovute ‘parigianerie’, eppure è il mio animo cristiano -di sinceramente, coerentemente e sentitamente credente- ad essere afflitto: in corso vi è uno scontro non solo tra due popoli, bensì tra due ragioni che si combattono a furor di due torti.
E, comunque, una soluzione, non solo diplomatica e di carattere (para)antibellico, bensì politica ed essenzialmente ‘etnicosociale’, bisognerà pure trovarla, in luogo a chi può ‘gestire’ la complessità del tutto, però essendo, principalmente, ‘riconosciuto ed accettato’, dalle parti in causa, alla stregua di un ‘Arbitro Superpartes’.
Soprattutto tenendo ben presente come ogni cosa negativa ha un origine nel ‘vizio del male’, poiché è proprio in ciò che si annida la cancrena del problema.
Difatti, proprio per meglio spiegare il mio ragionamento, dopo secoli di -abbastanza!- malcelato antisionismo, sparso un po’ ovunque nell’Europa Continentale -e qui non dirò se persino nella Roma Papale, tra Medioevo, Rinascimento e persino a ridosso dell’epoca Napoleonica- proprio con l’intento di ‘lavarsi un’anima’ e a seguito della Shoah, la quale fu l’acme della persecuzione -probabilmente per una sorta di ulteriore (nonché giustificatissima!) ‘damnatio memoriae’ nei confronti degli ignobili sconfitti del nazismo (una nefandezza pari al comunismo militante e ideologico)- le Nazioni vincitrici, ‘spedirono’ gli ebrei in Palestina.
La decisione, fu presa ed accelerata, anche in virtù della forma a fronte di ‘riparazione’ dell’Olocausto, giustificandone l’allocamento in quel fazzoletto di terra -ancora oggi conteso- degli ebrei, poiché era la loro terra di origine (ovvero prima dell’esodo errante).
Ma, se il diavolo fa le pentole e non i coperchi, anche gli stolti in politica diplomatica, compiono assurdi errori, perché nessuno pensò che da quei territori, non si poteva impiantare una ‘gens’ a scapito di un’altra, insomma ‘scacciare gli arabi’ (che non sono tutti musulmani, poiché esistono persino quelli di religione cristiana) e, senza colpo ferire o in assenza di reattività logica, si suppose di riconoscere solamente il Popolo Giudeo, quale unico titolare, ed unico titolato.
Sempre, a qualsiasi azione esiste una reazione, quindi si aprì il ‘ vulnus’, a cui non si è mai posto limite e freno, non tanto e non solo per mancanza di volontà, ma persino a fronte di impotente indifferenza.
Insomma, abbiamo lasciato scorrere così tanto sangue e tempo, fino a giungere alla carneficina in atto, senza ammettere che di ciò, chiunque si impossessa e se ne intesta una forma di ‘tutelum superioris’ -chiaramente nel campo di reciproca influenza- eo fa per misererrima propaganda.
A chi, nel mondo delle Nazioni Arabo/Islamiche, importa davvero della causa palestinese? A nessuno, poiché le parole dei satrapi sono spese per fini di ‘chiamata a raccolta del proprio popolo’, con il solo scopo di agitare o arringare gli stessi ultimi che si vuol soggiogare e giammai , democraticamente governare (ovviamente, senza aggiungere, di governarli persino bene!).
Così come furono i Britannici -nonostante la dichiarazione di un loro ex Ministro degli Esteri, nel 1917, cioè Lord Balfour, il quale prefigurava la creazione di uno Stato ebraico, proprio in Palestina, la quale era sotto il Mandato di Sua Maestà del Regno Unito- dicevo furono proprio gli ‘Albionesi’ (termine arcaico che indica gli inglesi) a frenare, dopo la fine della seconda guerra mondiale, tale progetto di loro primigenita`.
Di conseguenza si mise di traverso l’Amministrazione Americana dell’epoca, a cui capo, come Presidente era Henry Truman, il quale fu promotore di tale soluzione, per la verità chiedendo ausilio ed aiuto all’Italia Repubblicana e Democristiana di De Gasperi, che a sua volta delegò nella praticità attustiva il suo giovane Sottosegretario Giulio Andreotti, che così gesti, sul territorio del nostro Paese, nel 1947 -e precisamente in quel di Puglia- l’operazione denominata ‘Exodus’.
Cosa sta la suddetta operazione? Favorire il passaggio dei profughi ebrei, alfine di fargli raggiungere la ‘Terra Promessa’.
E comunque, per tornare ai giorni nostri, siamo innazi a due popoli, i quali dovrebbero convivere, ma che pur se dovessero riconoscersi a vicenda, avrebbero sempre il recondito terrore di non vedersi al sicuro, nel mentre, incessantemente, continua un genocidio reciproco, laddove tutta quella gente soffre (cioè gli Ebrei, Musulmani e Cristiani) e le armi, le maledettamente armi, con il sottofondo di odio, pregiudizio e sospetto, sono sempre di più…a farla da padrone.
Pater Noster, ora pro nobis!
Vincenzo Speziali