Taurianova. Processo Spes Contra Spem: “Pasquale Zagari non è un affiliato alla ‘ndrangheta”
Feb 05, 2025 - redazione
Il Tribunale di Palmi (Francesco Jacinto, presidente, e Jassica Dimartino e Michela Scullari, giudici al latere) nell’ambito del processo Spes Contra Spem ha assolto Pasquale Zagari, difeso dagli avvocati Antonino Napoli, Nazzareno Macheda e Maria Teresa Pintus, dal reato di associazione a delinquere di stampo mafioso ed una estorsione mentre è stato condannato, per una estorsione ed una tentata estorsione, in continuazione anche con il reato accertato dalla sentenza emessa dalla Corte di Appello di Reggio Calabria il 16 novembre 2023, irrevocabile il 25 settembre 2024, alla pena di anni otto di reclusione ed € 3.500 di multa.
La Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, rappresentata dal dott. Andrea Sodani aveva chiesto, invece, la condanna alla pena massima temporanea di trenta anni di reclusione.
Pasquale Zagari era stato condannato all’ergastolo nel processo Taurus, per omicidio ed associazione a delinquere di stampo mafioso quale capo promotore della cosca Zagari-Viola-Fazzalari in faida tra gli anni ottanta e novanta con quella degli Asciutto-Grimaldi, pena ridotta a trenta anni in seguito alla concessione dei benefici previsti dalla nota sentenza “Scoppola” della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Dopo aver espiato la pena di quasi trent’anni di reclusione per gravissimi reati, veniva scarcerato il 24.03.2015. A seguito della sua scarcerazione, Pasquale Zagari, intraprendeva un percorso di inclusione sociale, rendendosi altresì relatore in numerosi convegni presso Scuole ed Istituti Penitenziari, sia a Padova e Como, ed in seguito anche a Taurianova. Questo approccio con finalità di reinserimento sociale veniva reso pubblico anche grazie ad apparizioni televisive alla RAI nonché attraverso la condivisione sui vari social network di tali eventi, fra tutti Facebook, ove lo Zagari creava una pagina blog denominata “Pasquale ZAGARI Riflessioni su Carcere ed Ergastolo di un ex ergastolano”. All’interno di tale blog scriveva: <<Vorrei e voglio trovare modo di essere utile nella lotta per una giustizia degna di questo nome affinché almeno possa dire: “Pasquale, la tua vita bruciata almeno un senso l’ha avuto: imparando dalla tua vita bruciata si preserveranno altri dal tuo stesso destino”>>. In diversi post pubblicati affermava di voler essere socialmente utile e non socialmente pericoloso e che il suo è stato un percorso rieducativo che lo ha portato ad essere una persona nuova, diversa da quella di un tempo.
Il 17 settembre 2020 a Taurianova, il paese dove è nato e che è stato teatro di una cruenta faida, in occasione della presentazione del libro “Il viaggio della speranza” dell’associazione “Nessuno Tocchi Caino”, nel suo intervento, Pasquale Zagari ha affermato di avere speranza per il futuro e di aver scontato la sua pena non solo con la Giustizia ma anche con il suo “tribunale interiore”, nel momento in cui ha avuto il coraggio di guardarsi in faccia, menzionando, a tal proposito, proprio Taurianova, ed affermando che nessuno prima d’ora avrebbe mai pensato che “in un territorio come Taurianova dove si dice ci sia solo la ‘ndrangheta” “dopo le faide e le teste mozzate” si potesse svolgere un tale evento pubblico.
Nonostante ciò la Distrettuale Antimafia, dopo l’arresto in seguito alla tentata estorsione Caccamo, gli ha contesto, nel processo Spes Contra Spem il reato associativo con il “ruolo di attuale reggente della consorteria mafiosa, quindi capo, promotore ed organizzatore della cosca Zagari-Fazzalari, imperante in Taurianova e Genova, all’interno della gerarchia ndranghetista referente di ogni azione delittuosa compiuta nell’interesse del sodalizio mafioso, col potere di impartire direttive di ogni genere individuava le vittime dell’estorsione e la tangente da corrispondere”.
Secondo gli inquirenti lo Zagari era la figura centrale dell’intero procedimento e che era, ancora, dopo quasi trent’anni di detenzione, un uomo della ‘ndrangheta e che, appena libero, era tornato ad esercitare il suo potere mafioso con maggiore efficacia rispetto al passato caratterizzato dal sangue della faida di Taurianova. Egli avrebbe riorganizzato una ‘ndrina e la avrebbe guidata alla commissione di delitti diretti ad accaparrarsi il controllo esclusivo delle attività imprenditoriali di parte del territorio di Taurianova.
I difensori Napoli, Macheda e Pintus, di contro, hanno dimostrato, grazie anche all’esame di numerosi testimoni della difesa, che “Il presente di Zagari non può essere figlio del suo passato remoto perché tra il suo presente ed il suo passato remoto esiste un passato prossimo in cui, mettendo in pericolo la sua incolumità, ha avuto una condotta del tutto incompatibile con l’essere un affiliato“.Il Tribunale con la lettura del dispositivo della sentenza ha anche ordinato l’immediata scarcerazione di Pasquale Zagari se non detenuto per altra causa.