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All’ITIS di Polistena, la presentazione del libro “Non sono nessuno” del Sindaco di Polistena, Michele Tripodi, e dibattito socio-politico-culturale

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Non una canonica presentazione di un libro, ma una discussione, senza rete, sulla globalizzazione e sulle sfide future e tecnologiche. Michele Tripodi, sindaco di Polistena, ha incontrato le studentesse e gli studenti dell’ITIS “Michele Maria Milano” per confrontarsi sulla visione di mondo che emerge dal libro “Non sono nessuno”. L’ultima fatica letteraria del primo cittadino polistenese è un’ampia riflessione sul nostro mondo, tra post capitalismo, l’ingombrante ombra dell’intelligenza artificiale generativa, i sistemi politici complessi, la filosofia. Tripodi ha sottoposto alla nutrita platea di studenti una lettura tra distopia e speranza. «Ho scritto questo libro pensando ai giovani – ha ammesso il sindaco – perché sono loro la vera speranza. Perché questo mondo vada realmente nella direzione dell’equità e della giustizia sociale è necessario mobilitare le migliori energie». La prima parte dell’intervento è stato un ampio monologo, mediato da immagini e video, nelle quali si è decostruito il mondo liberale, si è messo alla berlina l’élite guerrafondaia, si sono aperti squarci sulla fisica e sulla necessità di applicare l’etica e la responsabilità ad una tecnologia che potrebbe surrogare interamente l’umanità e marginalizzarla. Un incubo da “Matrix”, che può essere scongiurato attraverso la capacità di discutere e analizzare in maniera critica i problemi e governare il cambiamento. Un ragionamento rilanciato dalla Dirigente scolastica, Simona Prochilo, persuasa dal fatto che «la tecnologia non va fermata, il progresso non va demonizzato. Ma c’è bisogno di competenza, di responsabilità, di capacità di governare questo enorme cambiamento. Il libro ci pone delle domande che noi non possiamo eludere, ma ci impone di riflettere sulla direzione che l’umanità vuole intraprendere». Il dibattito, moderato dal docente Domenico Mammola, si è arricchito degli interventi numerosi delle studentesse e degli studenti. Grazie ad un lavoro portato avanti dai docenti nelle classi, le ragazze ed i ragazzi hanno analizzato il libro e posto domande chiave all’autore. Il sindaco non ha indietreggiato, cogliendo il senso degli interrogativi, rilanciando, inoltre, sull’aspetto della partecipazione. La chiosa finale di Michele Tripodi e della dirigente Prochilo ha riguardato la necessità di non girarsi dall’altra parte, ma di essere parte pensante di un mondo che cambia. È stato formalizzato, a tutta la platea, un appello affinché ci si svegli dal torpore causato dai social e dalla bolla telematica. Una chiamata che, non casualmente, si concretizza in una scuola tecnica, che sta facendo della fusione tra l’anima tecnologica e quella umanistica la cifra del suo successo.