Berlusconi: ‘Ho fatto cio’ che dovevo, ora tocca al Parlamento’
Manovra: parte settimana decisiva
Berlusconi: ‘Ho fatto cio’ che dovevo, ora tocca al Parlamento’
(ANSA) MILANO – “Le norme relative alla previdenza contenute nel decreto legge 138 sono idonee e non suscettibili di modifica vista l’intesa raggiunta a riguardo tra l’on.Umberto Bossi e l’on. Silvio Berlusconi”. E’ quanto si legge in una nota del ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, che ribadisce il ‘no’ della Lega ad un intervento sulle pensioni. “La segreteria politica della Lega Nord, presieduta dal segretario federale, on. Umberto Bossi, riunitasi in giornata odierna nella sede di via Bellerio, ha deliberato i seguenti correttivi che la Lega Nord intende presentare come proposte per la manovra”, si legge nella nota che sintetizza in tre punti le ‘decisioni’ del Carroccio. “1) Le norme relative alla previdenza contenute nel decreto legge 138 sono idonee e non suscettibili di modifica vista l’intesa raggiunta a riguardo tra l’on.Umberto Bossi e l’on. Silvio Berlusconi”, prosegue il comunicato “2) L’assoluta necessità di un ridimensionamento dell’intervento sulle autonomie locali – si legge ancora – 3) Una proposta incisiva ed equa per sconfiggere la grande evasione fiscale e conseguentemente reperire risorse per lo sviluppo del Paese”. Il decreto legge n. 138/2011 al quale fa riferimento il ministro Calderoli, varato dal governo, e da domani all’esame del Senato, in materia di pensione prevede lo slittamento di un anno delle pensioni degli insegnanti che matureranno il diritto pensionistico dal 1/mo gennaio 2012 e l’anticipazione all’anno 2016 dell’aumento graduale dell’età delle lavoratrici del settore privato quale requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia. In assenza di modifiche legislative, la decorrenza del pensionamento di anzianità con il requisito di 40 anni di contribuzione risulta fissata aggiungendo al periodo di 12 mesi l’ulteriore periodo di 3 mesi, previsto nella precedente manovra per l’anno 2014.
SACCONI: ‘DIETRO LE NORME C’E’ LA CARNE’ – “Un ulteriore ipotetico passo sulle pensioni deve tenere conto che la sostenibilità sociale: é fondamentale perché dietro le norme c’é la carne, ci sono le persone”. Lo ha detto il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi in una conferenza stampa al meeting di Rimini. Il sistema pensionistico italiano “nel medio-lungo periodo è il più sostenibile d’Europa”. Lo ha sottolineato il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, nel corso di una conferenza stampa al Meeting di Rimini, sottolineando che “il problema può esserci nel breve termine, dove però c’é anche un problema di sostenibilità sociale”. Per Sacconi “se ne deve parlare con il sindacato riformista”, qualora si ponesse l’esigenza di anticipare alcune delle misure previdenziali. “Il dibattito estivo, come tutti i dibattiti estivi, è stato eccessivo, c’é una discussione in seno alla maggioranza ma la sostenibilità sociale che può essere toccata dai tempi dell’entrata in vigore della riforma deve essere presa in considerazione. Ci sono le presone in carene ed ossa”.
PASSERA, VA MIGLIORATA ONESTI SONO STRANGOLATI – La manovra deve essere “fortemente migliorata”. Lo ha detto il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, a margine del Meeting di Rimini. “Occorre innanzitutto porci un obiettivo più ampio di quanto ci si è posti. Di fatto questa manovra – ha sottolineato Passera – si pone come unico obiettivo quello di ridurre il deficit entro due anni e questo è giusto, è un obiettivo importante. Ma noi dobbiamo porci obiettivi molto più ambiziosi, anche di affrontare il debito, non solo il deficit, ma soprattutto rimettere in moto l’economia. Dobbiamo costruire il futuro, investire perché le imprese siano più competitive e il sistema Paese funzioni di più”. “Più sviluppo, è questo il tema, e più coraggio nell’affrontare il tema del debito”, ha concluso Passera. Si possono chiedere sacrifici al Paese solo se si incide di più nella lotta all’evasione fiscale. Dobbiamo lavorare sull’evasione fiscale, sapendo che le persone e imprese oneste si sentono letteralmente strangolate”. Questo “forse può non bastare e forse saranno necessari sacrifici straordinari, una tantum, ma sono accettabili se vengono inquadrati in un progetto, in una prospettiva di sviluppo”, ha sottolineato riferendosi anche alle misure mese in campo dal governo con la manovra. Passera chiede anche una “revisione rigorosa di tutte le spese” e “tra queste certamente i costi diretti e indiretti della politica” e “una riforma fiscale a favore di lavoro, impresa e crescita”. Sulla crisi ha aggiunto: “Viene dall’estero, fortunatamente avevamo messo da parte risorse e questo ci garantisce solidità, affidabilità, disponibilità a impegnarci”. Sugli andamenti dei mercati ha messo in evidenza che “i valori di borsa non hanno più a che vedere con i fondamentali”.
BERLUSCONI, HO FATTO CIO’ CHE DOVEVO – “Io ho fatto ciò che dovevo per evitare una grande crisi dei nostri titoli, ora tocca al Parlamento”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ieri sera, prima di lasciare lo stadio Meazza di Milano dove ha assistito alla partita Milan-Juventus. Per il premier si apre infatti una settimana di fuoco con la manovra che approda all’esame del parlamento e l’incognita Bossi sulle pensioni ancora da sciogliere. E i tempi stringono. “Per ottenere l’intervento sui mercati della Banca Centrale Europea – racconta il premier ai cronisti – mi è stato detto che entro venerdì sera dovevo fare un decreto che spostasse dal 2014 al 2013 il pareggio del bilancio , siamo riusciti in quattro giorni a trovare l’accordo tra i partiti della maggioranza. Il mio grande torto – ha detto il premier – è stato di non riuscire a farmi dare il 51% dagli italiani quindi devo compromettere tutte le decisioni con i componenti della maggioranza”. Il decreto “doveva arrivare venerdì sera – dice – perché la Bce ha chiesto sabato e domenica per raccordarsi con tutte le banche di stato europee” e lunedì “la Bce è intervenuta sul mercato delle nuove emissioni e sul mercato secondario dove abbiamo 1750 miliardi di euro. Quindi, quello che dovevo fare l’ho fatto, ora il decreto è in Parlamento e il Parlamento deciderà”. Ad esercitare pressioni sul governo oggi è giunto il richiamo di Giorgio Napolitano e il premier non ne commenta ufficialmente l’intervento e neanche quel passaggio in cui il presidente della Repubblica ha rimarcato le “esitazioni” della maggioranza nel “riconoscere la criticità della nostra situazione”. Ma non è certo questo il momento di polemizzare: si deve ‘trattare’ con la Lega sul nodo pensioni e tenere sotto controllo le tensioni interne al Pdl tra chi chiede il ritiro del contributo di solidarietà e chi, come Roberto Formigoni, spinge per le primarie per “legare il partito al territorio”. D’altro canto, non è immune dalle critiche di Napolitano neanche l’opposizione “che riconduce tutto ad omissioni e colpe del governo”: una lamentela che proprio Berlusconi ripete spesso ai suoi per spiegare le difficoltà che incontra nel dialogare con “chi sa soltanto attaccarmi”. Nella villa di Arcore il Cavaliere ha passato tutta la giornata al lavoro, in stretto contatto con ministri e collaboratori per valutare proposte e suggerimenti. In realtà, Berlusconi attende con ansia l’esito del summit di domani della Lega Nord in via Bellerio dal quale, è l’auspicio, potrebbero arrivare aperture sul ritocco dell’età pensionabile. Su questo punta anche Angelino Alfano, il segretario politico del Pdl che dalle pagine di un quotidiano ‘propone’ all’alleato uno scambio: mettere mano alle pensioni per recuperare risorse utili ad evitare tagli drastici agli enti locali e a rivedere il contributo di solidarietà oltre i 90mila euro di reddito annuo. Alfano, martedì o al massimo mercoledì, incontrerà la pattuglia dei ‘frondisti’ del Pdl che chiedono l’abolizione del contributo di solidarietà; successivamente toccherà ad una rappresentanza degli enti locali. Una soluzione di compromesso viene vista nella vendita degli immobili statali – che non è però una misura strutturale – o dall’aumento dell’Iva. Quest’ultima ipotesi non piace però al ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Il nodo, insomma, resta la disponibilità della Lega a trattare sulle pensioni e Bossi non ha mancato di gelare le aspettative di un suo ammorbidimento (ad Alfano ha indirizzato una pernacchia). Berlusconi sentirà il Senatur subito dopo il summit di via Bellerio; in seguito non è da escludere un vertice di maggioranza per valutare le proposte di Lega e Pdl.
BONANNI, SI’ A MOBILITAZIONE, NO SCIOPERI GENERALI – La Cisl non pare propensa ad aderire a progetti di scioperi generali contro la manovra. Lo conferma il segretario generale, Raffaele Bonanni, in un’intervista al ilsussidiario.net. “Noi – puntualizza – continueremo a mobilitarci su temi che ho appena detto (misure sui patrimoni immobiliari e Iva sui beni di lusso, ndr) nelle prossime settimane, ma senza mischiarci con chi vuole fare scioperi generali di natura politica per risolvere i propri problemi interni”.
CROSETTO, CALDEROLI MI LASCIA MOLTO PERPLESSO – “Questa settimana fondamentale per la manovra sta iniziando con il piede sbagliato. La posizione di Calderoli sulle pensioni mi lascia molto perplesso”: lo dice il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto (Pdl). “Nessuno – sostiene – ha mai pensato di toccare gli importi delle pensioni. Stiamo parlando, infatti, delle pensioni future e dell’età in cui la gente potrà andarci. Nessuno può fingere di non vedere che ci sono lavoratori che godranno dei benefici del sistema retributivo mentre la maggioranza degli altri dovrà vedersela con un sistema contributivo. In soldoni, c’é una parte ancora privilegiata che avrà pensioni alte e simili all’ultimo stipendi ed un altra invece, se pensione la prende, la avrà del 30, 40 o 50% dell’ultimo stipendio”. “Qui – puntualizza Crosetto – non centra la politica. Siamo davanti ad un discorso generazionale in cui non si capisce un’atteggiamento che pare quello dell’egoismo dei nonni rispetto ai figli e ai nipoti. Quello che si chiede oggi è di poter riflettere su un sistema equilibrato che ripartisca i sacrifici su tutti i lavoratori e consenta oggi di lanciare ai mercati, e alla Ue e alla parte più giovane del Paese un messaggio di serieta”, conclude il sottosegretario.
CALDEROLI AD ALFANO, LA PREVIDENZA NON SI TOCCA – Quello di Angelino Alfano sulle pensioni “é un tentativo inutile. Il segretario del Pdl dica quel che vuole. E’ stata siglata un’intesa tra Berlusconi e Bossi. Il capitolo è chiuso”. Il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli, intervistato dalla Stampa, ribadisce che “le pensioni non si toccano”. “E’ incredibile che non ci sia nessuno a sinistra che come noi difenda le pensioni della povera gente. Non ho sentito alzarsi una sola voce”, sottolinea Calderoli. “Detto questo, con il Pdl siamo già giunti a un compromesso. Per esempio abbiamo permesso che il progressivo innalzamento dell’età pensionabile delle donne che lavorano nel settore privato sia anticipato dal 2020 al 2016. E’ un punto di equilibrio”. Il ministro leghista dice no allo scudo bis, che è “un’invenzione dei giornalisti”, e all’aumento dell’Iva, con cui “crescerebbe l’inflazione e colpirebbe i consumi, quindi le persone”. Negativo il parere anche sulle privatizzazioni. “Oggi, a questi prezzi, sarebbe una svendita”, afferma. “Non vorrei che dietro il tifo per la vendita dell’argenteria di famiglia ci fosse un piano per fare un favore a qualcuno a prezzo di saldo”. In merito agli enti locali, “ascolterò i sindaci con attenzione e sarò pronto ad accogliere le loro proposte”, assicura Calderoli. “L’ultimo taglio ai comuni risale al 2010. Ora sono solo strette sul patto che riguardano i comuni non virtuosi”. I piccoli comuni, aggiunge, “accorpandosi risparmieranno sul costo del personale e della macchina organizzativa”. Nell’intervista l’esponente del Carroccio interviene anche sulla polemica con il presidente della fondazione Italia Futura. “Montezemolo si occupi della Ferrari, non mi sembra che faccia politica”, dice. “A meno che non lo faccia sotto mentite spoglie”.
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