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Suor Enza, la prima missionaria entrata nell’isola di Igbedor

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L’associazione Emmanuel, da lei fondata, ha un progetto basilare di educazione e salute, cioè vuole portare nelle riverine areas: acqua potabile e scuole. Per eventuali donazioni: c/c postale intestato a: Ass. Emmanuel family Italia  n.ccp 5929463; specificare a quale progetto (acqua o scuola), si vuole contribuire

di MIRELLA MARIA MICHIENZI

Suor Enza, la prima missionaria entrata nell’isola di Igbedor

L’associazione Emmanuel, da lei fondata, ha un progetto basilare di educazione e salute, cioè vuole portare nelle riverine areas: acqua potabile e scuole. Per eventuali donazioni: c/c postale intestato a: Ass. Emmanuel family Italia  n.ccp 5929463; specificare a quale progetto (acqua o scuola), si vuole contribuire

 

Gentile Direttore,

oggi riassumo una lettera che mi è pervenuta da una suora missionaria in Africa.

Suor Enza, nel 1996 ,all’età di 35 anni, venne inviata in Nigeria, precisamente ad Onitsha per occuparsi della formazione umana di quella popolazione. Con grande sensibilità ed intelligenza capì che non avrebbe dovuto imporre o insegnare modelli culturali senza aver prima studiato e compreso “ la cultura “ locale. E al riguardo Suor Enza dice con umiltà: “ Fu una crescita principalmente per me. Cominciai a capire i tanti drammi di un popolo colonizzato, sfruttato e privato della propria identità”.

Tra le tante scoperte di Suor Enza ci sono le riverine areas che la maggior parte del mondo civilizzato non sa cosa siano. Le riverine areas sono isole nel fiume Niger. Le popolazioni che vi abitano sono abbandonate a se stesse dallo stesso Governo locale; non sono neanche conosciute; per arrivarvi bisogna fare circa un’ora di macchina dal paese più vicino alla riva e poi un’ora con la barca a motore, sempre quando le acque del Niger sono calme; l’ospedale più vicino è a 5 ore di barca a motore…spessissimo le donne che devono partorire muoiono in barca.

Suor Enza, di sua spontanea volontà, nel 2004 volle recarsi ad Igbedor che è appunto una riverine area. E’ stata la prima missionaria europea ad entrarvi! Infatti anche “i sacerdoti e i religiosi“  della diocesi di Onitsha non si adattano ad andare in questi posti e, se vengono inviati, pensano di essere stati puniti!

E’ inutile dire che Suor Enza trovò una popolazione che viveva in capanne di fango e paglia; che coltivava solo cassava e yam; che viveva tra escrementi umani, di galline e capre (gli unici animali presenti nel posto); che riusciva a volte a pescare qualche pesce; che naturalmente non sapeva né leggere e né scrivere. E’ inutile dire che non c’è  acqua potabile ma soltanto quella del fiume, piena di detriti e di sporcizie. Questa è la causa principale delle malattie intestinali e del colera che imperversano in quei luoghi.

Ma il punto che colpisce di più in questo racconto è quando la suora venne accolta da una marea di bambini nudi ma festanti e sorridenti. Via via il numero dei bambini, che la seguiva,  cresceva e ne veniva fuori un rumore gioioso. Il parallelo con la nostra civiltà occidentale sorge spontaneo…, perché viviamo tra lussi e sprechi ma non riusciamo ad avere uno stato d’animo sereno, soddisfatto, appagato  e felice. Nei giorni scorsi Vasco Rossi ha precisato che la sua non è depressione ma è “ il male di vivere”. Non ho capito la differenza…comunque di fatto abbiamo uno stato di disagio generale dovuto ad un’insaziabilità sempre più eccessiva.

Suor Enza chiese ai superiori il permesso di potersi recare tutti i fine settimana nell’isola di Igbedor e l’ottenne. Il sacrificio era enorme ma ricco di esperienze positive.

Nel 2008 i superiori di Suor Enza cambiano idea e le viene imposto di ritornare in Italia, malgrado lei insista per formare una comunità stabile ad Igbedor.

Il cuore di Suor Enza è a pezzi. Per fortuna la sostiene il Vescovo di Onitsha ed  insieme a due giovani volontarie indigene decidono di andare a vivere a Igbedor.

Nacque così  l’ Emmanuel Family Association, approvata e riconosciuta dal Vescovo di Onitsha come Associazione  a favore delle popolazioni  delle riverine areas.

Nel maggio 2009 le missionarie erano 3; nel settembre dello stesso anno divennero 5  e riuscirono anche a tirare su una piccola casa dove tuttora abitano.

Capirono che era basilare dare vita ad una scuola primaria…nacque, così, la Emmanuel Childrenland Nursery & Primary School.

Il primo giorno c’erano centinaia di bambini che non riuscivano a capire nemmeno l’igbo…si può immaginare la situazione caotica!

Oggi la scuola è frequentata da 300 bambini suddivisi in 6 classi con 5 insegnanti indigeni e 2 consorelle.

Le lezioni si svolgono all’aperto, perché non c’è una struttura in muratura. Di conseguenza, durante la stagione delle piogge ( aprile – novembre ), non ci possono essere lezioni. Il tutto si ripercuote negativamente sui bambini.

L’Associazione Emmanuel ha un progetto basilare Educazione e Salute, cioè vuole portare nelle riverine areas: acqua potabile e scuole, due aspetti importanti e vitali soprattutto per i bambini.

Per eventuali donazioni: conto corr. postale intestato a: Ass. Emmanuel family Italia  n.ccp 5929463 ; specificare a quale progetto (acqua o scuola) si vuole contribuire.

Suor Enza ringrazia tutti per l’attenzione e naturalmente ringrazio anch’io.

Mirella Maria Michienzi

 

-Per avere maggiori notizie su le riverine areas, visitare il blog Progettoigbedor.myblog.it

-Sito della missione:www. emmanuelfamilyitalia.jimbo.com

-Direzione: info@emmanuel-family-italia.org

-Segreteria: efamily09@gmail.com

redazione@approdonews.it