Bimbo positivo a cocaina
Marziale: “Dov’era la societa’?”
Bimbo positivo a cocaina
5 DICEMBRE 2011 – “Non è possibile che nessuno se ne sia accorto prima del tragico epilogo. O il bimbo ha vissuto in un limbo, o gli adulti di prossimità hanno fatto finta di non vedere”: è la dura presa di posizione del sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, in relazione al piccolo palermitano, che versa in gravi condizioni in ospedale per overdose da cocaina.
“Un bimbo di appena diciotto mesi, che giunge al nosocomio in maniera tale da impressionare finanche i sanitari, avrà pianto disperatamente chissà quante altre volte ed è incredibile che nessuno abbia udito niente. Bruciature, calci e pugni – a parere del sociologo – rendono un quadro di crudeltà difficilmente circoscrivibile all’ormai tradizionale incapacità momentanea di intendere e volere in fase di alterazione da sostanze stupefacenti, ma bastano a rendere intelligibile e difficilmente confutabile un percorso di sevizie delle quali è faticoso pensare nessuno abbia mai dubitato”.
Il presidente dell’Osservatorio continua: “E’ evidente che nei confronti dei responsabili diretti si chieda alla magistratura di applicare, senza perdonismi di sorta, le sanzioni previste dalle leggi. Nessun attenuante così come loro non hanno avuto nessuna pietà per il bambino. Ma, è sulla società che occorre riflettere e sull’indifferenza che ne caratterizza la quotidianità. Se il piccolino ha vissuto da solo con i genitori in mezzo al mare il silenzio ha una giustificazione, ma se il bimbo ha vissuto in città ciò vuol dire che questo silenzio è corresponsabile della sua sofferenza”.