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Paciuga la tartaruga

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Paciuga la tartaruga

di GABRIELLA CAPPELLI

Paciuga la tartaruga

Paciuga la tartaruga

 

di Gabriella Cappelli

 

 

C’era …….oggi in un paese vicino vicino

Una bella casa con un grande giardino.

In quella casa , felici e contenti,

vivon due nonni ed han tanti parenti.

E nel giardino, diversi animali, trascorron

Giornate che non hanno uguali.

Puoi vederli anche tu, parola mia,

con sguardo attento e……

tanta, tanta fantasia!

PACIUGA LA TARTARUGA

Il giardino non era immenso ma abbastanza grande; Paciuga la tartaruga si trovava lì ormai da molti anni . Non sapeva come ci era arrivata né si sapeva se era maschio o femmina dal momento che non aveva un compagno, ma per tutti gli animaletti del giardino era “Paciuga la tartaruga” ed a lei stava bene così. I proprietari del giardino avevano per lei molte attenzioni; non avendo altri animali l’accudivano quasi fosse un cane o un gatto. Le davano delle belle fette di pane bagnato che erano un vero ristoro nei giorni di gran caldo; e che dire dei succulenti spicchi di mela o di pesca? Erano una vera delizia! Se Paciuga non si avvicinava da sola al cibo, molte volte la imboccavano, parlavano con lei e lei li ricambiava camminando loro appresso quando si trovavano in giardino. Molte volte quando ne avvertiva la presenza sembrava correre nella loro direzione, tant’è vero che la chiamavano la tartaruga da corsa….. Insomma per farla breve Paciuga stava proprio bene in quel giardino e non avrebbe mai voluto cambiare casa.

Una primavera, risvegliandosi dal letargo; di solito passava l’inverno vicino alle radici di un bel cedro giapponese; si accorse che qualcosa era cambiato nel giardino. C’era molto più movimento e sparse qua e là c’erano delle strane costruzioni di plastica che non aveva mai visto prima. Con grande stupore vide che gli animali a due zampe, questo erano per lei gli esseri umani, non erano più due ma erano diventati tre: il nuovo arrivato non era grande come loro ma molto più piccolo, poco più di un cucciolo di cane. Si guardò intorno con apprensione e vide sul ramo dell’olivo Romero il corvo nero che viveva su di un cipresso ai confini del giardino. “Ma cosa succede qui?” – chiese Paciuga, e Romero che non andava mai in letargo e quindi era sempre al corrente di tutto le rispose: “Il piccolo animale a due zampe è il nipotino dei proprietari del giardino e passa molto tempo con loro. Tutte quelle cose che vedi sparse sono i giocattoli e servono a far divertire il cucciolo di uomo. A queste parole Paciuga la tartaruga provò come una fitta di gelosia per il nuovo arrivato; chissà se avrebbe avuto ancora tante attenzioni, le belle e fresche fette di pane e la frutta deliziosa….. Immersa in questi tristi pensieri riprese il solito giro del giardino costeggiando i muri di cinta, fra le radici dell’edera e dei gelsomini. Diceva fra sè e sè: “Forse è giunto il momento di esplorare qualche altro giardino, ho paura di non essere più gradita qui!” Era così assorta che non si era accorta del piccolo e strano animaletto che svolazzava sulla sua testa. Le sue piccole ali si muovevano così in fretta che non si riusciva a capire se fosse un minuscolo uccello o un ‘ape o una farfalla. “Salve, – disse lo strano animaletto – sono Willi e in estate vengo sempre in questo giardino pieno di fiori per fare una buona scorta di polline, e tu chi sei? Come mai sei così triste ed assorta?” “Ciao, sono Paciuga la tartaruga, sono triste perchè vivo in questo giardino da tanti anni ed ora ho visto un nuovo arrivato fra gli animali a due zampe. Tutti lo coccolano, gli vanno appresso e scherzano con lui. Adesso nessuno penserà più a me e dovrò trovarmi un altro giardino”. “Non disperarti, – disse Willi, lo strano animaletto, sono convinto che non cambierà niente per te e che potrai restare qui per sempre. Vogliamo scommettere che ci rivedremo anche l’estate prossima??? Buona Fortuna e ciao” Disse Willi mentre spariva in direzione di altri giardini ed altri fiori. Non molto convinta Paciuga la tartaruga riprese il cammino. All’improvviso sentì una piccola voce che diceva “Nonno, Nonno cos’è quell’animaletto con quella buffa cosa sopra la schiena?” La voce molto più forte del nonno rispose: “E’ una tartaruga; è qui da molto prima che tu nascessi. E quella buffa cosa che tu vedi è un guscio molto resistente ed è la sua casa. E’ il suo rifugio per dormire e per ripararsi dai pericoli. Nessuno animale riesce ad attaccarla dentro la sua corazza! Vieni qui Tommy, prendi questo spicchio di mela e mettilo davanti a lei, vedrai come l’addenterà volentieri!” Paciuga vide una piccola mano con un bello spicchio di mela avvicinarsi al suo musetto, ebbe un momento di timore e ritirò la buffa testolina dentro il guscio ma lo spicchio di mela mandava un odore così invitante che facendosi coraggio riemerse dal guscio ed addentò la mela mentre sentiva la piccola voce gridare: “Che bello, guarda come mangia dalle mie mani! Nonna dammi un altro spicchio di mela, ne vuole ancora. “Mentre morsicava la mela Paciuga la tartaruga pensò che Willi aveva ragione e che davvero non aveva niente da temere. Nulla sarebbe cambiato in quel giardino. Lei sarebbe sempre stata coccolata ed anzi era certa di aver trovato un nuovo piccolo amico sul quale contare per sfamarsi. Da quel giorno ogni volta che vedeva il piccolo Tommy, gli trotterellava incontro sapendo che in cambio del divertimento che gli offriva facendolo giocare con lei, riceveva sempre dei prelibati bocconcini di pane o di frutta.

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