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Tra il dire e il fare…c’è di mezzo il mare

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La nostra scrittrice interviene circa l’affondamento della nave Concordia ed analizza il comportamento del comandante Schettino

di MIRELLA MARIA MICHIENZI

Tra il dire e il fare…c’è di mezzo il mare

La nostra scrittrice interviene circa l’affondamento della nave Concordia ed analizza il comportamento del comandante Schettino

 

di Mirella Maria Michienzi

 

 

Sono ormai dieci giorni che si parla del naufragio della Costa Concordia. Le varie trasmissioni Tv non parlano d’altro, condannando ed osannando. Condannando anche quando colpa non c’è. Mi riferisco al personale di bordo (cuochi e camerieri) che si sono messi alla guida delle scialuppe di salvataggio non per improvvisazione ma perché – secondo addestramento – ognuno dell’equipaggio, in caso di emergenza, ha un proprio preciso ruolo. E ci possiamo ritenere fortunati quando nell’emergenza vera queste persone riescono a mantenere il sangue freddo e a ricordarsi tutto ciò che è stato loro insegnato nelle varie esercitazioni fatte in situazioni simulate.

Lodevole il comportamento di molti, qualcuno ha dato la vita; lodevole il Direttore Sanitario di bordo; lodevole il comportamento del vice-sindaco Del Giglio che è voluto salire sulla Concordia (affrontando le difficoltà della biscaglina in salita e il buio che, invece, avevano fatto paura al Comandante Schettino) per dare un aiuto concreto.

In tutta questa vicenda ci rimane molto da riflettere su Schettino e gli altri ufficiali, di cui uno è anche un giovane medico! Li condanno senz’altro, perché hanno pensato soltanto a salvare se stessi, dimenticando i buoni propositi a cui avevano giurato, evidentemente solo con la bocca ma non con il cuore o l’intelletto. Però, più che vili, li considero personaggi patetici che riescono ad essere grandi solo nelle situazioni brillanti di rappresentanza. Menti fragili che si inebriano della loro potenza e dimenticano non solo i limiti di velocità e di distanza ma, soprattutto, della caducità dell’essere umano. E Schettino ne aveva motivo di sentirsi inebriato di grandezza. Era il Comandante di una grandissima nave con a bordo più di 4mila passeggeri e più di 1000 addetti all’equipaggio.

Però la modestia e l’autocontrollo devono guidare sempre le nostre azioni per ricordarci la caducità di tutto, anche delle grandi potenze (la storia insegna).Caducità che arriva all’improvviso, quando meno ce lo aspettiamo e in un attimo riesce a ridurre la potenza, la ricchezza, gli splendori …a desolanti “macerie”. Più non si hanno i suddetti requisiti e più si ritiene di potersi concedere tutto e di potere tenere tutti in un pugno. Poi, all’atto pratico, cioè non a “tavolino” o in un’esercitazione simulata, ci si accorge di non sapere fare un bel niente…annegando in un bicchiere d’acqua. Mai questa frase ha avuto migliore collocazione o citazione, perché al Giglio La Costa Concordia era vicinissima alla terra! E’ questa l’assurdità delle assurdità, in quanto il naufragio non è avvenuto nel mezzo di un oceano o tra gli icebergs. Il naufragio è avvenuto vicino alla riva e poco c’è mancato che Schettino non andasse a finire ad alta velocità tra le case Del Giglio, perché aveva perso il senso di ogni limite, “ebro di se stesso”.

Certo è difficile capire la psiche umana specialmente quando le prove attitudinali vengono fatte solo su simulazioni ipotetiche, né si potrebbe fare altrimenti. E’ proprio vero che: “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!”. E anche questo proverbio è più che mai appropriato.

Menti fragili che si inebriano della loro bravura e della loro importanza, dimenticando i limiti non solo di velocità e di distanza ma anche dell’essere umano. L’Ulisse dantesco ci deve essere sempre da monito!

Pare che Schettino si difenda dicendo che abbia avvisato La Costa Crociere dell’incidente e che non gli sia stato dato il permesso di fare abbandonare la nave e di lanciare un Sos. Anche in queste affermazioni il Comandante non si salva, anzi peggiora la propria precaria situazione e avalla tutto ciò che ho detto sui suoi atteggiamenti comportamentali. Comandante: Gli ordini sbagliati non si eseguono!

Non rifugiamoci in continuazione dietro il paravento degli altri…del buio. Non eravamo “a tavolino”, era tutto vero. Non c’è stato nessuno tra i suoi ufficiali che abbia ricordato – a Lei e agli altri che con Lei hanno tagliato la corda – ” Qui si parrà tua nobilitate!”?

Leonardo Sciascia Le avrebbe detto: “Ci sono omini, mezz’omini, ominicchi e quaraquaquà, scelga a quale categoria vuole appartenere”.

Sono quasi certa che al posto suo un ufficiale, uscito dal Morosini di Venezia o dall’Accademia Navale di Livorno, avrebbe reagito e si sarebbe comportato del tutto diversamente. Ho detto “quasi certa”, perché solo la realtà è il vero banco di prova per la nostra psiche; ma di una cosa sono certa, non avrebbe avuto quei lunghi e trasandati capelli da play boy.

redazione@approdonews.it