La nostra scrittrice omaggia il compianto Lucio Dalla
di MIRELLA MARIA MICHIENZI
4 marzo 1943
La nostra scrittrice omaggia il compianto Lucio Dalla
di Mirella Maria Michienzi
Gentile Direttore,
4 MARZO 1943 è il titolo di una canzone di Lucio Dalla autobiografica come, del resto, lo sono tutte le sue canzoni, perché scaturite spontaneamente dal proprio vissuto.
E’ superfluo dire che è bellissima, perché tutte le canzoni di Lucio lo sono, sia per le musiche che per le parole.
DALLA, grande musicista e grande poeta, i cui testi hanno parole che sono frutto non di ” uno studio artefatto e costruito” ma di una spontanea sensibilità, di un grande amore per la vita in genere, per la bellezza del creato, per il mistero della vita e per i suoi vari aspetti, per l’anelito del finito verso l’infinito…
IL CIELO è la sua prima canzone che ho ascoltato; mi trovavo alla Tonnara di Palmi, vedevo il tramonto e lo Stromboli mentre qualcuno aveva messo questo disco. Mi immedesimai nella canzone e nella bellezza che vedevo e ne fui rapita e commossa. Domandai chi fosse il cantante. Mi fu risposto: Lucio Dalla. Questo è stato il biglietto da visita di un cantante che non ho mai smesso di ammirare ed apprezzare, perché nelle sue parole riconoscevo i miei sentimenti.
Lucio era un uomo che ha cantato dell’amore e ha dato tanto amore facendone il suo credo di vita e dandoci un esempio di comportamento. Dava, tuttavia, l’impressione di essere “solo” ma non per questo si è inaridito nell’egoismo. Eclettico e generoso, sempre disponibile con tutti, amava in maniera particolare i barboni e gli emarginati. In questo mi sono sentita più che mai a lui accomunata. Era sempre pronto ad aiutarli e una volta l’anno li invitava tutti al ristorante. Non so se sia vero ma mi hanno raccontato che, poiché erano in tanti, i tavoli venivano apparecchiati lungo le strade limitrofe.
DALLA ha cantato con sincerità i propri sentimenti, i propri bisogni, i propri desideri, i propri pensieri, le proprie sensazioni, il bisogno disperato di dare e ricevere amore. Ecco perché noi tutti, mentre l’ascoltavamo, sognavamo, ci immedesimavamo e desideravamo che qualcuno un giorno avrebbe dedicato, proprio a noi personalmente, quelle parole colme d’amore. Questo ho provato e continuo a provarlo ascoltando CARUSO. Ogni volta il paesaggio per me non è Sorrento ma il mare di Calabria, nel tratto della Costa Viola fino all’imbocco dello stretto di Messina. CARUSO è la canzone che emotivamente mi ha dato e mi dà sempre una mano per cercare di superare il ricordo di una lunga degenza in ospedale che mi ha totalmente cambiata la vita.
redazione@approdonews.it