Sono state queste le parole commosse e conclusive del procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Vitello che a giorni lascerà il suo incarico assunto il 21 luglio del 2009 per andare a ricoprire il ruolo di vice capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia
di ANTONIETTA BRUNO
“Con me porto il ricordo di una comunità per bene”
Sono state queste le parole commosse e conclusive del procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Vitello che a giorni lascerà il suo incarico assunto il 21 luglio del 2009 per andare a ricoprire il ruolo di vice capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia
di Antonietta Bruno
<<Con me porto il ricordo di una comunità per bene, i grazie dei giovani e di una anziana signora che mi ha voluto incontrare in ufficio. Con me porto il ricordo di una Lamezia che non ha bisogno di Vitello o di altri uomini come Vitelli, ma di ritrovare se stessa nelle istituzioni. Abbiate sempre fiducia nella giustizia e nella classe dei magistrati. Sono persone che svolgono il loro lavoro con correttezza e grande spirito di sacrificio. Non dimenticatelo mai, e non dimenticate mai che io in questi tre anni alla Procura di Lamezia ho lavorato per voi>>. Sono state queste le parole commosse e conclusive del procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Vitello che a giorni lascerà il suo incarico assunto il 21 luglio del 2009 per andare a ricoprire il ruolo di vice capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia.
Un ruolo importante per un uomo di Legge e del valore di Salvatore Vitello, che nella città della Piana è arrivato <<solo per fare il mio lavoro, assumendo un incarico importante e cercando di valorizzare al meglio questo ruolo per contribuire a rendere migliore questa città>>. Quello del difensore della legalità, del Sostituto, del procuratore poi, ma soprattutto del magistrato vicino alla gente. Il professionista che oltre al lavoro sui fascicoli scende in piazza e parla con la gente. Che il lavoro lo verifica nel dibattimento. Cerca il dialogo, dà anima e corpo al caso che tratta il procuratore Salvatore Vitello, e nella sua Procura “perché Lamezia è la mia Procura”, si è distinto per avere dato la sua personale impronta.
Quella di un uomo che non scende a compromessi e che, nonostante le difficoltà del ruolo che ricopre in un contesto cittadino piuttosto difficile, non si è mai tirato indietro dimostrando polso ma anche grande umanità. Lo ha fatto nella circostanza della tragedia dei ciclisti; in quella dell’omicidio passionale di Adelina Bruno; in casi difficili quali ad esempio la frode comunitaria che ha portato alla denuncia di 16 persone e al sequestro di beni per 18 milioni di euro fra i quali la struttura alberghiera del “T Hotel” in Feroleto Antico, e ancora l’operazione denominata “Ex Genucia” e tante altre ancora. Sempre in prima linea anche nella vicenda delle demolizioni di immobili abusivi, un po’ meno in quella riguardante lo sgombero del campo nomadi di Scordovillo o del funzionamento del depurazione.
Due problematiche queste <<che non spetta me risolvere. Per me sarebbe stato facile intervenire con sequestro e sgombero forzato, ma si tratta di questioni di natura sociale, politica e amministrativa –ha affermato Vitello – non spettava me intervenire, ma le persone che la comunità ha eletto e che ha dato fiducia per rappresentarla al meglio>>. Una sorta di tirata d’orecchie alle istituzioni, insomma, ma anche il volere richiamare all’osservanza dei ruoli, delle regole, dei sani valori e del rispetto della Carta costituzionale. Tanti gli elementi venuti fuori durante l’assemblea di saluto al procurato Vitello.
Un saluto che il sindaco della città Gianni Speranza, ha inteso fare all’interno della sala Napolitano nella casa dei cittadini, alla presenza dell’intera Giunta, dei consiglieri comunali, del mondo dell’associazionismo e della polizia locale, degli organi di stampa. Un saluto al quale si sono uniti tutti a partire dai colleghi togati, dal giudice e ora delegato ai Lavori pubblici del Comune di Lamezia Terme Giuseppe Vitale e, appunto al primo cittadino che ha espresso come singolo cittadino e nel nome della città, la gratitudine verso il magistrato e la persona Salvatore Vitello, Filippo per amici e parenti.
Un saluto velato di tristezza, ma anche una testimonianza per la grande stima che va ad intrecciarsi al rispetto per la funzione svolta. <<Nella vita di questa città – ha detto il sindaco – lei ha dedicato tutto e lo ha fatto con professionalità, affetto e umanità. Il rispetto per la funzione svolta, oggi è per l’uomo e l’amico Salvatore Vitello>>. Poi la consegna di due ricordi…. <<Non doni>> ha precisato Speranza, <<ma solo ricordi>>. Un libro di Lamezia e un vaso in miniatura da tenere sulla nuova scrivania romana per ricordare una Lamezia che difficilmente dimenticherà il suo insegnamento. L’auspicio…. Quello che il procuratore Vitello possa un domani ritornare e riprendere da dove ha lasciato.
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